Tredici vite: un film che racconta la vera storia dell’incidente di Tham Luang. Recensione
Un salvataggio sul quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo, stiamo parlando del film tratto da un reale avvenimento, Tredici vite.
Tredici vite racconta uno dei soccorsi più pericolosi e delicati degli ultimi tempi, avvenuto in una grotta in Thailandia nell’estate del 2018 e definito in seguito “l’incidente di Tham Luang”. Il film mette a fuoco gli sforzi dei soccorritori e l’impetuosità dell’acqua, scandendo gli avvenimenti giorno per giorno ed ora per ora.
Tredici vite (diretto da Ron Howard) descrive la missione di salvataggio per recuperare da una grotta allagata i dodici ragazzini di una squadra di calcio thailandese e il loro allenatore che al termine di una delle tante partite, decide di andare a perlustrare la grotta di Tham Luang.
Avventurandosi nei meandri della grotta, i ragazzini e il loro coach ne rimangono intrappolati a causa delle piogge monsoniche arrivate in anticipo. La comitiva rivedrà la luce soltanto dopo 18 giorni, grazie agli aiuti che svariate persone (dagli esperti ai civili) offrono senza esitare un attimo.
Per riuscire nell’impresa vengono radunati i migliori Navy SEALs thailandesi e sommozzatori, il Ministro del turismo (Sahajak Boonthanakit) viene convocato per coordinare le decisioni, i civili e i contadini decidono di sacrificare il loro raccolto pur di deviare il corso dell’acqua piovana per evitare che allaghi ancora di più la grotta e un gruppo di volontari sommozzatori inglesi, esperti in immersioni all’interno di spazi ristretti, viene chiamato a prendere parte alla missione.
Questo gruppo è capitanato da Rick Stanton (Viggo Mortensen) e John Volanthen (Colin Farrell), ai quali si aggiungono anche l’anestesista Richard Harris (Joel Edgerton) e altri due sub: Chris Jewell (Tom Bateman) e Jason Mallinson (Paul Gleeson). Questi riescono a raggiungere il luogo dove i ragazzini e il loro allenatore si sono rifugiati per cercare di sopravvivere nella grotta il più a lungo possibile.
Dopo diversi giorni di ricognizione, per capire come portare fuori i dodici ragazzini e il loro istruttore, il gruppo inglese opta per un’opzione mai tentata prima: quella di sedare i ragazzi affinché ci siano meno probabilità che durante il viaggio di salvezza si facciano del male, dal momento che devono affrontare una nuotata tortuosa e lunga circa sei ore.
Un salvataggio che ha dell’incredibile, sia per la quantità di persone coinvolte sia per il risultato ottenuto malgrado le numerose difficoltà. Il film è diretto da Ron Howard, noto regista di film come “Apollo 13”, “A Beautiful Mind” e la trilogia de “Il Codice da Vinci”. La produzione è della Storyteller Production, Magnolia Mae Films e Imagine Entertainment.
Il cast è duplice: da un lato abbiamo gli attori hollywoodiani come Viggo Mortensen e Colin Farrell, mentre dall’altro troviamo gli attori thailandesi come Sahajak Boonthanakit e Teeradon Supapunpinyo interpretare rispettivamente il Ministro del turismo Narongsak Osatanakorn e un elemento della squadra di salvataggio Ekkaphon Chanthawong.
Tredici vite è un film che mostra la bontà d’animo che alberga in ognuno di noi e che riusciamo a far emergere nelle situazioni più disperate. Questa vicenda ha infatti coinvolto il mondo intero, sia fisicamente che spiritualmente. Si sono adoperati volontari da diversi luoghi dell’Asia, come Cina e altre città della Thailandia, ma anche aiuti esteri come il gruppo di sommozzatori volontari, che di fatto ha portato in salvo i ragazzi, provenienti dall’Inghilterra.
Mentre tutte le altre persone, grazie all’arrivo repentino dei giornalisti da tutto il mondo, hanno avuto la possibilità di essere spettatori dell’eroica vicenda e di seguirla giorno per giorno in tv. Insomma, è stata un’impresa che ha toccato l’interesse comune di tutti.
Per chi desidera conoscere gli avvenimenti di quell’estate del 2018 o per chi li volesse semplicemente ricordare, questo film è perfetto. Armatevi quindi di coraggio e prendete ispirazione da queste 2 ore e 20 minuti di rappresentazione cinematografica legata alla realtà, che ci ricorda: la speranza è l’ultima a morire.