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Locke and Key 3, abbiamo anche la chiave della stupidità? Recensione

Eravamo già messi male con la seconda stagione di Locke and Key, ma la terza ha dato davvero il colpo di grazie, ma chi glielo ha fatto fare?

Uno dei più frustranti stereotipi televisivi e cinematografici è rappresentato dai personaggi più stupidi. I film horror hanno avuto notoriamente un ruolo negativo in questo genere nel corso degli anni, portando a parodie incredibilmente famose come quella di Scary Movie. Allo stesso modo, le commedie utilizzano questo elemento come strumento parodistico creando classici come Scemo e più Scemo. La chiave che li unisce è la consapevolezza di voler dare un prodotto davvero idiota e infatti fa ridere (non sempre).

Tuttavia, sfortunatamente poi si arriva a situazioni come la terza stagione di Locke and Key, nella quale si riprendono i personaggi di Scemo e più scemo, ma li si inserisce in un serio dramma fantasy. Questa mancanza di logica e di raziocinio è in definitiva alla base di ogni questione e problema che i nostri insopportabili personaggi devono affrontare.

Il risultato che ne consegue a volte rende difficile la visione, perché ci si ritrova a roteare gli occhi e a urlare ripetutamente contro la televisione, chiedendosi perché stiano facendo tutto questo così male. Diventa presto chiaro che la magia della serie si è esaurita con questa terza stagione, se non già con la seconda.

Sebbene i personaggi stupidi che agiscono in modo bizzarro possano essere divertenti da guardare nel senso che sono “così pessimi da essere perfetti”, Locke and Key è l’eccezione, non riesce neanche ad avere questo vantaggio.

Al contrario, la maggior parte della stagione è piena di contraddizioni, enormi buchi nella trama, espedienti e personaggi che non imparano nulla dai loro errori o non crescono mai nel corso del tempo. Facendo attenzione a non spoilerare nulla, se dovessi indicare uno dei peggiori responsabili di questa situazione, punterei assolutamente il dito verso Bode. Che percorso di crescita ha fatto questo ragazzo?

Dal bambino carino, intelligente e curioso della prima stagione a uno dei protagonisti più fastidiosi e irritanti dell’intera serie; aspettatevi un sacco di sbruffonate, di arroganza, di atteggiamenti imbronciati e di gossip.

Quindi, qual è il senso di questa storia? Ebbene, dopo il pratico riassunto di Netflix sugli eventi della seconda stagione, il nuovo capitolo di Locke and Key riprende con la famiglia Locke pronta a rimettere in piedi le proprie vite. Tyler si trova fuori città e non ha alcuna idea delle chiavi, le ha scordate come da sua volontà, Nina è ancora in una relazione di “voglio/non voglio” con Josh, mentre Kinsey e Bode stanno sempre rimuginando riguardo a casa Locke, in attesa che la trama principale riprenda il suo corso. Ed ecco che il primo episodio uno entra nel vivo.

La principale minaccia antagonista di questa stagione è rappresentata dal Capitano Gideon, deciso a mettere le mani su ogni singola chiave della casa. Per farlo, usa il potere del Pozzo ed evoca diversi suoi lacchè per eseguire i suoi ordini e invadere Key House.

Durante questo viaggio, Bode e la squadra si imbattono in numerosi problemi, la maggior parte dei quali causati da loro stessi. Nell’episodio 1, Nina uccide quasi Bode abbandonandolo mentre sta utilizzando una nuova chiave. Il ragazzo finisce intrappolato al freddo in una palla di neve. Nella prima stagione abbiamo imparato che queste chiavi sono piuttosto pericolose e devono essere maneggiate con cura.

Nella terza stagione, invece, queste premesse sono state superate: lo scenario appena descritto è un filone ricorrente in tutta la serie, in quanto Bode trova diverse nuove chiavi in grado di cambiare completamente la dinamica dell’intera serie e ci si butta a capofitto senza curarsi delle conseguenze delle sue azioni.

Ci sono un paio di novità che cambiano il mondo e che vengono gestite con la stessa cura di un bambino con un fucile da caccia. È davvero impressionante il modo in cui queste modifiche distruggono l’integrità della storia.

Nonostante le chiavi restino degli oggetti estremamente intriganti, la terza stagione è in realtà piuttosto banale con un ritmo decisamente lento, un intero episodio è dedicato al matrimonio di Duncan, il quale poi scompare completamente dalla trama, se non per riapparire con un messaggio vocale opportunamente riassuntivo alla fine del capitolo.

Nel frattempo, c’è un colpo di scena dell’ultimo minuto che spunta fuori dal nulla, abbiamo una netta mancanza d’azione nella parte centrale della serie e poi, come se non bastasse, l’episodio finale si lancia a razzo attraverso la sua minaccia antagonista con una velocità tale che sembra di stare sulle montagne russe.

Locke and Key è una di quelle serie che non è poi così male da guardare mentre stai facendo altro. Certo, i personaggi sono ancora incredibilmente stupidi e prendono decisioni insensate per tutto il tempo, ma le chiavi sono un concetto così unico e interessante che si rimane incollati nella speranza che migliori, ma non è così.

Quando si finisce questa stagione e si fa un passo indietro, ci si rende davvero conto di quanto sia scioccante la povertà del finale di stagione. È un vero dispiacere, perché la prima stagione non era per niente male e la seconda si è lasciata guardare.

Certo, non erano prive di problemi, ma potevano essere trascurati dall’immaginazione e dall’estro visivo offerti. La terza stagione aspetta fino al penultimo episodio prima di darci un assaggio di questo fascino. Viene da pensare che se questa serie si fosse dilettata un po’ di più con il suo progetto visivo, avrebbe potuto funzionare per ovviare all’insensata inutilità dei personaggi che la caratterizzano.

In definitiva, Locke and Key chiude la sua terza stagione distruggendo tutto ciò che aveva costruito. È una storia costellata di problemi, dalla costruzione del mondo e della struttura narrativa fino ai personaggi e agli espedienti. Ci sono alcuni momenti di spicco, ma a giudicare dall’intera stagione, è molto lontana dalla sufficienza.

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