Cinema

Spencer ha catturato l’essenza della Regina Elisabetta mostrandola a malapena

La sua apparizione è stata breve, ma la presenza della Regina si sente in tutto il film Spencer.

Spencer, il film sulla Principessa Diana diretto da Pablo Larraín e interpretato da Kristen Stewart, è una delle poche opere recenti sulla famiglia reale che potrebbe essere considerata anti-monarchica. Spettacoli come The Crown e film come The Queen non ritraggono la famiglia reale in modo del tutto riprovevole, la maggior parte di essi resta ossequiosa nei confronti della monarchia, tuttora largamente popolare sia all’interno che all’esterno del Regno Unito.

Spencer, invece, dipinge la monarchia come un’istituzione assurda e obsoleta, una grande casa infestata che fa impazzire e distrugge qualsiasi membro che non sia nato al suo interno. Non è certo un invito alla ghigliottina, ma è un quadro molto meno roseo di quello al quale molti spettatori potrebbero essere stati abituati, il che potrebbe spiegare perché Spencer ha ottenuto un’accoglienza tanto gelida da parte del pubblico.

I reali vengono lasciati in disparte

Oltre a Diana e ai suoi due figli, William e Harry (Jack Nielen e Freddie Spry), ci sono solo due reali che hanno un ruolo significativo. Il principe Carlo (Jack Farthing), suo futuro ex marito, si mostra freddo e sprezzante nei confronti di Diana, non nascondendo la sua infedeltà e sottolineando in modo sgradevole i suoi disturbi alimentari.

Nel corso dei tre giorni di Natale, Diana è sull’orlo di un esaurimento nervoso, dovuto in gran parte alle azioni di Carlo, e trova un po’ di pace solo dopo averlo sfidato (e, alla fine, lasciato).

Più ricca di sfumature ed enigmatica è la rappresentazione che Spencer fa della defunta regina Elisabetta II; la scena che la vede protagonista insieme a Diana è breve, ma può essere interpretata in più modi, aggiungendo un’intrigante nuance al dibattito sulla monarchia britannica.

Per la maggior parte del film, la Regina (interpretata dalla veterana del teatro britannico Stella Gonet) è una presenza lontana e incombente, raramente vista o sentita, ma sempre percepita. In quanto incarnazione fisica della monarchia, può essere intesa come il vero cattivo della storia, anche più di Carlo.

Infatti, è Elisabetta a insistere nel voler rispettare le antiche tradizioni che rendono Diana infelice: tenere la dimora di Sandringham fredda e piena di spifferi nonostante un sistema di riscaldamento funzionante oppure pesando tutti gli ospiti prima di Natale per assicurarsi che siano ingrassati durante il loro soggiorno.

Ed è proprio Elisabetta a guardare impassibile dall’altra parte del tavolo mentre la nuora si sforza di non crollare. Qualsiasi cosa Diana dica o faccia viene riportata a Sandringham in pochi minuti, attraverso una catena di sussurri dei domestici in grado di arrivare fino alla Regina. È come se fosse onnipotente – e cosa succede quando si fa arrabbiare un essere onnipotente

Spencer non affronta la teoria della cospirazione secondo cui la Regina avrebbe orchestrato la tragica morte di Diana, ma traccia un parallelo tra Diana e Anna Bolena, decapitata per tradimento nel 1536.

I reali non sono mai rappresentati come buoni o cattivi

Tuttavia, per quanto la monarchia possa sembrare indifferente alla situazione di Diana, non sconfina mai nella cattiveria e, sebbene entrambe le cose siano dannose, l’una si distingue dall’altra. Carlo è insensibile al disagio emotivo della moglie, ma questa insensibilità deriva dalla frustrazione più che dalla crudeltà. Semplicemente non capisce perché Diana non sia in grado di gestire lo stress della posizione reale cercando di “tirare avanti”. “Mi dispiace, pensavo lo sapessi”.

Il Maggiore Gregory (Timothy Spall), il principale esecutore del conformismo reale, in un secondo momento commisera Diana, dicendole di pensare alla sua posizione come a un servizio pubblico simile a quello militare. E forse, a modo suo, anche la Regina cerca di aiutare, per quanto possa valere.

Simpatia o derisione?

Il breve incontro di Diana con la Regina avviene oltre la metà del film. Le due si riuniscono fuori dalla residenza principale dopo che Diana si era innervosita indossando un abito diverso da quello scelto dal suo sarto per la colazione del giorno di Natale. Lei esordisce complimentandosi per l’abito che la Regina ha indossato per il discorso di Natale, esprimendosi con la goffaggine di un fan che si imbatte per strada nella sua celebrità preferita.

“Non era quello consigliato dal mio sarto”, dice la Regina con un sorriso complice. In seguito arriva la domanda: “Ti fotografano spesso, vero?”. Diana, essendo una delle persone più famose del pianeta, risponde di sì. La Regina replica, sempre con la stessa espressione serena sul volto. “L’unico ritratto che conta davvero è quello che mettono sulle banconote da dieci sterline. Quando scatteranno quello, capirai. Tutto ciò che sei, mia cara, è moneta”. E con ciò se ne va a portare a spasso i suoi corgi.

Questo scambio mette chiaramente Diana a disagio, ma le emozioni e le intenzioni della Regina rimangono ambigue. Quando sostiene di non aver indossato l’abito consigliato dal suo sarto, cosa intende dire? Sta esprimendo un po’ di simpatia nei confronti di Diana, ricordandole che anche la Regina deve affrontare queste assurdità, oppure si sta prendendo gioco dell’impotenza di Diana?

E che dire del suo commento sulla valuta? Sta disumanizzando Diana in modo insensibile o sta offrendo un consiglio genuino per affrontare l’intenso sguardo sulla vita reale? Dopo tutto, la Regina Elisabetta è una delle pochissime persone che capiscono la posizione di Diana, con il mondo intero che osserva ogni sua mossa. Forse sta dicendo a Diana quello che avrebbe voluto che qualcuno le dicesse quando era giovane.

Gli spettatori possono trarre le proprie conclusioni in merito alle motivazioni della Regina. Personalmente, lo vedo come un sincero tentativo di dare un consiglio, ma “sincero” non significa “buono”. La Regina potrebbe essersi trovata in una situazione simile a quella di Diana quando era più giovane, ma i decenni successivi l’hanno isolata e indurita.

Spencer ci mostra una Regina così distaccata e distante che la sua stessa nuora le parla come a un’estranea, una persona che porta sulle spalle migliaia di anni di storia e tradizione ovunque vada, una persona vista come l’incarnazione fisica del proprio Paese. Naturalmente, pensa si tratti di una moneta – crede che Diana possa essere soddisfatta da un simile gesto.

In poche parole, questo è l’approccio di Spencer alla monarchia, non è un frammento di propaganda aggressiva. Non considera la monarchia una forza del bene o del male. Al contrario, la vede come un bizzarro mondo parallelo, strano e inquietante come il Paese delle Meraviglie.

Gli orpelli sono belli e lussureggianti; il funzionamento si basa su una serie di regole strane e imperscrutabili; e c’è una barriera invisibile tra esso e il mondo reale, difficile da vedere e impossibile da infrangere.

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