Se da quando è uscito Squid Game di Netflix hai cercato altre serie tv che ti riproponessero la stessa atmosfera, il sangue e l’ansia, sappi che non sei solo.
Il K-dramma è diventato una delle serie più popolari dello streamer in brevissimo tempo, anche se ha avuto un’esplosione di popolarità rapidissima, la sua nascita è stata decisamente più lunga.
In un dietro le quinte pubblicato da Netflix, il regista Hwang Dong-hyuk ha rivelato che stava lavorando al progetto dal 2008 e la sua sceneggiatura ha subito diversi cambiamenti fino a diventare il dramma in 9 episodi che sta conquistando il mondo. Squid Game era inizialmente destinato ad essere un lungometraggio, ma ad un certo punto Netflix ha comprato i diritti ed è stato trasformato in una serie.
Molto simile a Parasite, un’altra produzione sudcoreana che ha raggiunto un appeal di massa oltreoceano, Squid Game affronta anche i complessi paradigmi sociali che riguardano la classe e la ricchezza, ma l’approccio dei due film è completamente diverso.
“Volevo scrivere una storia che fosse un’allegoria o una favola sulla moderna società capitalista, qualcosa che rappresentasse una competizione estrema, un po’ come l’estrema competizione della vita. Ma volevo che usasse il tipo di personaggi che tutti abbiamo incontrato nella vita reale”, ha detto Hwang a proposito del progetto.
“Come gioco di sopravvivenza, è intrattenimento e dramma umano. I giochi rappresentati sono estremamente semplici e facili da capire. Questo permette agli spettatori di concentrarsi sui personaggi, piuttosto che essere distratti dal cercare di interpretare le regole”.
La maggior parte delle persone chiedono già a gran voce una seconda stagione, che presto arriverà. Quindi, nel frattempo, se state cercando qualcosa di simile a Squid Game per soddisfare la vostra voglia, ecco un elenco di film e serie tv che potrebbero interessarvi per le prossime visioni.
Se ti è piaciuto Squid Game allora non puoi perderti quest’altra serie originale Netflix: Alice in Borderland. Uscito alla fine del 2020, la serie è basata sul manga omonimo di Haro Aso e, come Squid Game, anch’essa è incentrata su giochi in stile sopravvivenza – con l’elemento aggiunto della distopia.
Anche se è stata tremendamente sottovalutata, Netflix ha effettivamente annunciato che Alice in Borderland è stata rinnovata per una seconda stagione appena due settimane dopo la sua première con un piccolo teaser, quindi, se vi piace la stagione 1, allora sarete pronti anche per la stagione 2! Se sei un fan dell’anime, c’è anche un OVA di tre episodi, ma è piuttosto difficile da rintracciare.
Alcuni dei più grandi successi globali della Corea del Sud sono storie sui non morti, e Non siamo più vivi di Netflix è uno tra i più grandi. È la terza serie non in inglese più popolare di Netflix. L’avvincente thriller su un’epidemia di virus zombie in una scuola superiore segue gli studenti mentre lottano disperatamente contro mostri divoratori di carne, alcuni dei quali erano stati loro amici umani solo pochi minuti prima.
Non siamo più vivi è basato sul webtoon Now at Our School, è una nuova rivisitazione del genere zombie, grazie alla centralità dei personaggi adolescenti e all’ambientazione che trasforma le normali aule scolastiche in feroci campi di battaglia. Man mano che il virus si diffonde al di là delle mura della scuola, diventa sempre più evidente l’esplorazione di temi simili a Squid Game, come la corruzione dell’autorità e l’abuso di potere.
Il primo e unico romanzo dell’autore giapponese Koushun Takami, Battle Royale è forse il punto di riferimento quando si tratta di storie di giochi di sopravvivenza. È stato pubblicato nel 1999 e da allora è stato trasformato in una serie seinen manga (anch’essa scritta da Takami) e in un film diretto da Kinji Fukasaku
Sotto il governo della Repubblica della Grande Asia Orientale, una classe di liceali viene trasportata su un’isola dove hanno il compito di sopravvivere per tre giorni consecutivi. Dopo i tre giorni, se più di una persona sopravvive, tutti saranno uccisi. In pratica, questo significa che, come in Squid Game, ci può essere un solo vincitore. Ognuno per sé – e non ci vuole molto perché gli studenti lo capiscano.
Anche se non è esente da polemiche, e nonostante la sua natura altamente violenta, l’influenza di Battle Royale è innegabile – basti pensare a Fortnite. Infatti, lo scrittore e regista di Squid Game, Hwang Dong-hyuk, ha ammesso di aver tratto ispirazione dal lavoro di Takami quando ha iniziato a lavorare al progetto.
In As the Gods Will, anche i giochi innocenti subiscono una trasformazione letale. Basato sull’omonima serie manga di Muneyuki Kaneshiro e diretto da Takashi Miike, supera Squid Game in quanto a violenza. (Gli effetti speciali sono veramente eccezionali).
Il film segue Shun Takahata, un liceale con un debole per i videogiochi violenti. Un giorno a scuola, Shun e i suoi compagni di classe si ritrovano a giocare un gioco mortale di Red Light, Green Light (conosciuto in Giappone come Daruma-san ga koronda, che si traduce approssimativamente in “Daruma caduto”).
Come previsto, questo non è l’unico gioco giapponese per bambini che il film trasforma in una battaglia. Non è solo questa scuola a giocare, ben presto si scopre che tutti gli studenti di tutto il mondo sono costretti a partecipare a gare simili e i vincitori (alias i sopravvissuti) sono tutti trasportati in un Cubo galleggiante, dove i giochi continuano.
Molto simile a Squid Game, anche Escape Room del 2019 coinvolge misteriosi inviti mandati con dei biglietti, la possibilità di cambiare la tua vita e, ovviamente, giochi letali. Il film segue sei sconosciuti, ognuno alle prese con i propri enigmi, ricevono un invito a Minos Escape Room Facility. Una volta arrivati viene detto loro che possono vincere un premio in denaro di un milione di dollari.
Se non siete fan della violenza e dello splatter, questo thriller psicologico potrebbe essere il film che fa per voi. Le stanze dei puzzle che i giocatori attraversano sono intriganti, lasciando spesso gli spettatori sull’orlo di una crisi d’ansia ma godendosi il viaggio. Tuttavia, non è perfetto, quindi aspettatevi alcuni buchi nella trama e cambiamenti di ritmo qua e là, specialmente verso la fine del film. (Non dite che non vi avevo avvertito!)
Senza ombra di dubbio Escape Room si ispira a questo film canadese del 1997. (Ci sono altri due film della saga, ma non preoccupatevi di guardarli se non volete farvi una bella risata). Cube ha guadagnato un seguito di fan del genere nel corso degli anni per il suo concetto. Un gruppo di sconosciuti si sveglia in un cubo misterioso, pieno di trappole mortali e trucchi.
Per fuggire, devono lavorare insieme e risolvere il cubo – pensatelo come un gigantesco cubo di Rubik… che potrebbe anche uccidervi, ovviamente.
Se gli effetti speciali analogici del 1997 non fanno per voi, c’è anche un remake giapponese in uscita questo mese, che, a giudicare dal trailer, sembra piuttosto fedele all’originale. (Anche se vale la pena notare che, per ora, uscirà solo nelle sale giapponesi).
3% non è letteralmente un gioco di vita e di morte, ma lo è solo metaforicamente. In un futuro in cui l’élite abita un’isola paradisiaca lontana dagli affollati bassifondi, hai la possibilità di unirti al 3% salvato dallo squallore, questo dice la sinossi della serie. Se avete visto Gattaca, la premessa e il riferimento sociale potrebbero suonare familiari, ma i motivi e le azioni dei personaggi sono molto simili a quelli di Squid Game. La produzione brasiliana ha quattro stagioni in totale, quindi c’è molto da guardare.
Fin dall’inizio lasciatemi dire che questo non è un capolavoro, ma è abbastanza divertente per una domenica sera ed disponibile su Netflix. Circle combina elementi di fantascienza classica, thriller e horror psicologico.
Circle segue un gruppo di 50 sconosciuti che in qualche modo si svegliano in una stanza buia, dove ognuno di loro ha il suo spazio designato per stare in piedi. Non possono muoversi e non possono scappare.
Chi li ha messi lì? Questo sta a noi scoprirlo mentre guardiamo. Tuttavia, le cose non sono così semplici, ogni due minuti le luci si spengono e uno sconosciuto viene ucciso. Ben presto il gruppo si rende conto che può votare gli altri giocatori e decidere l’ordine in cui se ne andranno, fino farne rimanere uno solo. Morali e ideali si scontrano nel cerchio, il che rende un’ora e mezza tesa ma divertente.
Sono abbastanza sicura che avete già familiarità con la saga Hunger Games di Suzanne Collins e il suo franchise cinematografico, ma non si può tralasciare quando si parla di produzioni che vedono persone in povertà prendere parte a un gioco di vita o di morte (stile battle royale) per il divertimento dei ricchi.
Nella realtà distopica di Hunger Games, i giochi sono obbligatori e trasmessi in televisione piuttosto che gestiti da un’organizzazione sotterranea e segreta, ma, a parte questo, il concetto è abbastanza simile!
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