Con “Un giorno di pioggia a New York”, Woody Allen ritorna sul grande schermo a raccontare la sua città, in cui i vari avvicendamenti dei protagonisti non fanno altro che da contorno alla vera protagonista del film, una New York avvolta da una pioggia battente.
La Pellicola, uscita in sala nel 2020, un anno in ritardo rispetto alla programmazione originale causa pandemia, vanta un cast giovane e totalmente nella parte, con un Timothée Chalamet bravo a muoversi nei panni di Gatsby (alter ego di Allen) risultando sempre credibile, una Elle Fanning con perfetti tempi comici e la rivelazione della pellicola: la cantante Selena Gomez.
I protagonisti del film sono due fidanzatini, Gatsby (interpretato da Chalamet) e Ashleigh (interpretata dalla Fanning), che si occupa del giornale dell’università dove si sono conosciuti e entrambi studiano. Ashleigh ha avuto l’incarico di intervistare un affermato regista indipendente e proprio grazie a questa scusa Gatsby propone alla ragazza di trascorrere un fine settimana romantico nella Grande Mela, dove è programmata l’intervista.
Lui viene da Manhattan e non vede l’ora di mostrare alla fidanzata la sua città natale e luoghi preferiti, ma basterà una sola giornata, fra la conoscenza della ragazza con un famoso attore, una serie di imprevisti e l’inaspettato incontro di Gatsby con la sua vecchia amica Chan (Selena Gomez) per cambiare le sorti della storia fra due protagonisti.
“La città ha preso il sopravvento” dice il personaggio di Chalamet ad un certo punto del film alla madre per spiegare l’inverosimile soggiorno a New York, e così come per i protagonisti, anche per noi spettatori la Città prende il sopravvento su tutto il resto.
Proprio come in “Manhattan”(1979) New York esce dal suo ruolo di semplice cornice per gli eventi narrati e diventa la vera protagonista del film e lo spettatore viene catturato dai suoi scorci e dalle sue atmosfere. Questo gioco di sensazioni Allen lo riesce a mettere in pratica benissimo attraverso tutti i suoi stilemi più cari: una città fotografata con colori autunnali; il jazz con vecchie canzoni suonate al pianoforte; varie citazioni a vecchi film ed autori di livello e il suo stile di commedia romantica filtrata attraverso riflessioni filosofiche e sentimentali.
Come detto in precedenza, bravo anche tutto il cast ad essere sempre in parte e nota di merito a una sorprendente Selena Gomez e ad un Timothée Chalamet ormai avviato verso l’olimpo degli attori della nuova generazione.
In conclusione, nel suo 49° film, Woody Allen ritrova una sensibilità piena di slanci romantici, come (**Attenzione Spoiler**) il bacio finale sotto l’orologio a Central Park o la ballata suonata da Gatsby al pianoforte; momenti comici e altri riflessivi, ma sempre narrati con una certa freschezza e mai didascalici.
L’ormai ottantatreenne regista riesce comunque molto bene a rispecchiarsi in personaggi giovani, lontani da lui, come se quei ragazzi guardassero con il suo sguardo e provassero i suoi sentimenti di fronte ad un romanticismo forse perduto, anche se non del tutto, perché come dice il personaggio della Gomez: “c’è ancora chi scommette in qualcosa di romantico, nelle vecchie canzoni o nel vedersi sotto un orologio…” e Allen è uno di questi.
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