Carlo Verdone, il dolore più grande. Un lutto mai superato
Il regista e attore Carlo Verdone si porta dietro da tempo un grave lutto che non è mai riuscito a superare. Il racconto commovente, ecco di cosa si tratta.
Carlo Verdone è uno dei nomi più importanti del cinema Italiano conosciuto per i suoi personaggi cult, rappresentativi di una certa Italia “coatta” e non solo che hanno cresciuto generazioni di fan che ancora ricordano a memoria le battute dei film più famosi come Un sacco bello (suo esordio alla regia), Bianco, Rosso e Verdone, Borotalco, Acqua e Sapone, Compagni di scuola, fino ai più recenti L’abbiamo fatta grossa, Benedetta follia e Si vive una volta sola.
Molte sono state le attrici che lo hanno affiancato nei suoi film dalla sua anima gemella comica Claudia Gerini a Veronica Pivetti, da Paola Cortellesi a Laura Morante fino a Anna Foglietta e Ilenia Pastorelli.
Come lo stesso Carlo Verdone ha più volte raccontato la sua carriera è iniziata con il teatro, prima quello dei burattini e poi con il cabaret in un piccolo teatro di Roma dove iniziò a fare i suoi personaggi, ossia le imitazioni di tipi umani di diverso genere. Lo spettacolo in questione si chiamava Tali e quali e si trattava proprio di imitazioni di personaggi tipici di una certa Italia.
Proprio con Tali e quali fu notato da un critico teatrale che ne parlò sui giornali e quello di fatto fu il lancio della sua carriera che lo portò alla partecipazione al programma di comici di Rai 1 Non Stop dove lavorava accanto a comici del calibro di Massimo Troisi con La Smorfia, Gatti Vicoli Miracoli, i Giancattivi e molti altri che sarebbero diventati famosi. Fu proprio in quella palestra televisiva che Carlo Verdone fu notato dal grande Sergio Leone che volle produrre il suo film d’esordio, Un sacco bello appunto, era il 1980.
Una delle sue testimonianze rivela che da ragazzo non aveva mai pensato di fare l’attore: “Ero in villeggiatura nel 1968. Avevo i capelli, mi innamoravo spesso, ascoltavo Jimi Hendrix, avevo una Vespa 50 truccata e mi sentivo felice, leggero. Andavo sempre al cinema all’aperto, fumavo di nascosto e per questo prendevo qualche sberla da mio padre. Ero un ragazzo normale e diventare attore era l’ultima cosa che avrei fatto”.
La sua vita, però, non è stata sempre così bella, scintillante e felice, anche Carolo Verdone ha dovuto affrontare momenti difficili, tra i quali un lutto mai veramente superato. Ecco cosa sappiamo.
Carlo Verdone, un lutto che non si dimentica
In una recente intervista Carlo Verdone ha raccontato di aver affrontato un lutto difficile per una persona mai dimenticata, si tratta della scomparsa di suo padre Mario avvenuta nel 2009.
Come sanno tutti Carlo Verdone era molto legato ai suoi genitori che lo hanno sempre sostenuto in tutte le cose che ha fatto e nel suo percorso di carriera, questo che segue è un ricordo del regista sul padre Mario, senese di nascita e critico d’arte e cinema: “Mio padre mi manca molto. L’altro giorno ho scritto la prefazione a un libro….Quando prendevo il ricevitore del telefono per leggergli un mio scritto, lui ascoltava e mi correggeva. Non trovavo il telefono. Mi sono detto, ma cosa stai facendo?”.
Uno degli aneddoti più raccontati durante le interviste e gli incontri è stato spesso, quello che riguarda il periodo in cui Carlo, studente al Centro Sperimentale di Cinematografia ha dovuto sostenere un esame proprio con suo padre. Ecco come ricorda quel momento:
“Mi chiese quello che non mi doveva chiedere: Dreyer. Non fu affatto generoso, facendomi fare una figuraccia tremenda. Ci rivediamo alla prossima sessione, mi congedò così. Alla vigilia l’avevo pregato di chiedermi di Fellini e del neorealismo. A casa, dopo l’esame, si fece una grande risata e mi disse, ‘cosa avrebbero detto gli altri studenti se ti avessi protetto? La prossima volta preparati su Dreyer”.