“La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola”, scritto da Raphaelle Giordano, è il libro sulla storia di Camille che ha tanto da insegnare anche a noi. Un successo editoriale francese che apre le porte alla vita e al suo valore più profondo, autentico e che spesso si dimentica.
Un titolo che dice tutto sul contenuto del libro, con un significato profondo umano, significativo tale da far pensare “quanto è vero…”. La tipica espressione in cui ci rendiamo conto, ci accorgiamo di qualcosa che spesso dimentichiamo.
Leggere “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola” di Raphaelle Giordano, edito da Garzanti, vuol dire uscire dalla vita reale, conoscere Claude e Camille e rientrare nel proprio percorso con qualcosa di diverso, di nuovo e personale allo stesso tempo, di motivante.
È singolare come tra le pagine ogni persona possa riscoprirsi e ritrovarsi, lasciando un frammento di sé per acquisire altro, una parte dimenticata, accantonata ma la più vera, indispensabile.
La storia è lineare, chiara, semplice negli sviluppi, nei dialoghi, nelle vicende eppure disarmante in alcuni passaggi, illuminante, sincera ed educativa. Una sorta di romanzo di formazione rivolto ai lettori perché dietro ai cambiamenti di Camille c’è un insegnamento, una piccola lezione.
Camille è una giovane donna, madre del piccolo Adrien e moglie di Sebastien, conduce una vita all’apparenza perfetta: famiglia, salute, lavoro, tutto nella norma e nella normalità. Una tranquillità scandita dalla routine, dagli impegni, dal flusso regolare delle azioni prevedibili.
La realtà però è ben diversa: dentro Camille si nasconde un tumulto di sensazioni, pensieri, considerazioni riguardo se stessa e la sua esistenza. Non è felice quando ha tutte le motivazioni per esserlo, non riesce ad apprezzare quello che ha, le persone che la circondano.
L’incontro con Claude Dupontel, uno strano e particolare abitudinologo, sarà determinante nel dare una svolta completamente diversa al suo percorso e soprattutto al suo stato interiore. Una sorta di trasformazione a partire dal presente, il qui e ora che possono cambiare a partire dal sé, spostando il focus, lo sguardo, l’attenzione all’essenziale, al vero e genuino della vita.
Claude accompagnerà Camille in una serie di fasi e di scoperte che con il tempo la cambieranno, la renderanno “nuova” e “se stessa” nel pieno significato della parola.
Questa è la bellezza e l’autenticità del romanzo: Camille potrei essere io, potrebbe essere qualsiasi lettore, le parole e i dialoghi sono rivolti ad azioni, consigli, spunti di riflessione fondamentali per tutti coloro che desiderano una svolta. Il tema centrale sta in quest’ultimo punto: il coraggio di cambiare strada, la capacità di oltrepassare i limiti del solito, dell’ordinario trovando nuova linfa e un punto di riferimento diverso.
L’ascolto di sé per evolvere e trovare motivazioni durature, solide, che danno forza. Camille infatti, riscoprirà la vita, la sua famiglia, il lavoro, l’importanza di accantonare la paura, lo scoraggiamento, il fallimento, la delusione, l’opinione altrui grazie alle precise indicazioni di Claude, ai suoi “doni” e alle esperienze particolari che i due vivranno e condivideranno.
Per Camille non mancheranno le difficoltà, le prove e la voglia di mandare tutto all’aria ed è proprio qui che scatta la spinta al miglioramento, alla comprensione e alla consapevolezza necessari per la riuscita del percorso. Resistere e riprovare, ascoltarsi restando fedeli a ciò che si è, cambiare senza aspettare e migliorare.
“La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola” è una guida e un’ispirazione da leggere, sottolineare (le parti decisive, lapidarie in modo particolare) e tradurre nella propria vita. In un momento di difficoltà, di fatica personale quando l’esterno sovrasta e sembra non lasciare alternative, può davvero fornire gli strumenti giusti (a fine testo c’è un vademecum interessante trascritto dall’autrice) e l’approccio adeguato a risolvere per tornare diversi, autentici, veramente se stessi.
Da lettrice, a me è accaduto proprio questo; Raphaelle Giordano insegna che la felicità non è idilliaca, non è una parola sfavillante che resta fissa in alto, intoccabile, non appartiene solo agli altri. Non è eterna o esclusivamente momentanea.
È consapevolezza di sé, positività nonostante tutto, è esercizio, è scegliere costantemente, a volte significa sbaragliare tutto. È essere e sentirsi coinvolti nella vita e nella quotidianità, apprezzando entrambe completamente, anche se costa.
Questo libro non illustra pratiche per raggiungere chissà quale obiettivo, nella sua semplicità e immediatezza è fonte di riflessione e l’esempio di come l’evoluzione a partire da se stessi, nel tempo, esiste, è possibile e cura quello che spesso accantoniamo e mettiamo da parte: la nostra persona e il presente.
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