Il finale della seconda stagione di Only Murders in the Building rivela chi ha ucciso Bunny Folger in modo eccezionale. Ve lo aspettavate?
La soluzione di un mistero di omicidio è sempre incredibile se fatta bene. Con tutte le prove in mano, gli spettatori e i personaggi possono risolvere il mistero una volta per tutte. Quando si tratta di Only Murders in the Building, ci sono così tanti elementi da spuntare dalla lista che può diventare un po’ confuso capire dove finisce un filo della trama e dove ne inizia un altro.
Ma proprio come nella prima stagione, il team di sceneggiatori dietro questo show fa un lavoro fantastico nel regolare i conti e nel mostrare le motivazioni di ogni personaggio, compreso l’assassino.
In questa seconda stagione è stato molto più difficile capire chi sarebbe stato l’assassino e a differenza della prima, in cui è stato rivelato che Jan (Amy Ryan) era l’assassina, questa volta il colpevole è un po’ meno sconvolgente dal punto di vista emotivo a causa della mancanza di tempo trascorso con esso.
Togliamoci subito il pensiero: Poppy White (Adina Verson) ha ucciso Bunny Folger (Jane Houdyshell). La rivelazione ha completamente senso dopo aver appreso la storia della giovane ragazza.
Il cold open di questo episodio fa un lavoro meraviglioso nell’incriminare Poppy come l’ingranaggio principale del successo del podcasting di Cinda Canning (Tina Fey). La ragazza viveva una vita banale come Becky Butler in una cittadina dell’Oklahoma. Quando Becky si ritrova a essere esausta di vivere quella situazione, la sua soluzione distorta per cambiare è quella di sparire dalla circolazione, letteralmente.
Cambiando la sua identità in Poppy White, entra in combutta con Cinda, ottenendo la sua grande occasione nel genere true crime risolvendo un mistero che ora sappiamo essere stato falsificato. Cinda non apprezza mai la lealtà che Poppy le dimostra, un tema ricorrente in tutta la stagione. Quando Charles, Oliver e Mabel riescono a scoprire questo movente, il crimine diventa facilmente risolvibile.
La maggior parte del finale è dedicato a una festa semi-confusa, ma piuttosto divertente, che il trio organizza per rivelare l’identità dell’assassino. Hanno deciso di incastrare Cinda, con Charles e Oliver che si accaniscono sull’ospite snob e arrogante.
Invece, Mabel decide di uscire dal complotto dei due per lanciare accuse ad Alice (Cara Delevigne). L’ex fidanzata di Mabel “accoltella” Charles mentre tenta di sfuggire alle insinuazioni, così i partecipanti alla festa festeggiano la scoperta di Alice come criminale.
Questo basta a far uscire il vero sospettato allo scoperto una volta per tutte, le congratulazioni di Cinda nei confronti di Mabel per l’ottimo lavoro svolto provocano l’estrema gelosia e frustrazione di Poppy. L’intera celebrazione era una messa in scena per ottenere la confessione dell’assistente, e funziona.
Questa scena è realizzata in modo eccellente, soprattutto perché mettere tutti i personaggi della stagione, principali e secondari, in un’unica stanza, una sequenza straordinaria. Le reazioni esagerate di Howard (Michael Cyril Creighton) agli eventi, le osservazioni fuori campo di Uma (Jackie Hoffman) sullo stato dell’Arconia e l’antagonismo al rallentatore di Charles e Oliver nei confronti di Cinda si mescolano in maniera sinergica.
Il rimuginare di Poppy ha perfettamente senso dopo aver scoperto il suo passato, vuole vivere una vita eccitante e ricca di misteri e vuole ottenere il merito delle sue azioni. L’uccisione di Bunny sembra essere l’occasione perfetta per ottenere quello che vuole, anche se la mancanza di un legame personale tra Poppy e i personaggi principali diminuisce un po’ il livello di shock e la bontà della rivelazione.
Perché è davvero importante? L’omicidio di Jan nella scorsa stagione è stato sconvolgente, questo in parte perché avevamo imparato molto su di lei attraverso Charles, per tutta la stagione. Quando il mistero è fortemente affidato al trio di star, ci fa sentire come se stessimo guardando qualcosa di vitale. Poppy è stata una presenza minima nella seconda stagione e la sua mancanza di tempo sullo schermo rende il risultato un po’ deludente.
La stagione si chiude con Oliver che ammette con Will (Ryan Broussard) che i risultati del test di paternità non erano quelli da lui dichiarati, e con un momento sentimentale, ma affrettato, di legame tra i due. Oliver e Will sono padre e figlio, a prescindere da ciò che dice il DNA.
Il salto temporale è di oltre un anno. Oliver fa il regista a Broadway, Charles ha recuperato il suo ruolo di protagonista in Brazzos, Mabel è felice che non ci sia stato un altro evento morboso da un po’ di tempo. E poi Paul Rudd appare all’improvviso come co-protagonista di Charles sul set. Durante la grande serata dello show, il personaggio di Rudd viene improvvisamente ucciso sotto i nostri occhi. Ma chi è stato?
Only Murders in the Building ha ora allestito la sua terza stagione con un’altra guest star di grande fascino, ma deve capire come evitare un nuovo tallone d’achille: la ripetizione.
Possiamo solo confidare sul fatto che Steve Martin e compagnia bella troveranno nuove fonti di creatività, ma è necessario porre maggiormente l’accento sull’omicidio che si ricollega completamente alla vita dei tre membri principali del cast. Senza questo punto cruciale, la serie potrebbe esaurirsi molto più rapidamente di quanto si possa pensare.
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