Attore, comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico del Teatro Brancaccio e fondatore della scuola di recitazione dalla quale sono usciti molti attori ben noti che a lui devono tanto. E questo è solo un accenno, poiché per rendere omaggio alla sua opera occorrerebbe un inserto speciale. Forse le figlie potrebbero raccontare meglio di chiunque altro chi è stato Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre del 2020 e lasciando una grande eredità culturale.
Proprio le figlie di Gigi Proietti a quasi due anni dalla scomparsa dell’attore hanno confessato qualcosa di cui nessuno era a conoscenza, fra le molte cose che si sono dette sull’attore e regista romano.
Io consiglierei a questi giovani e a chi li consiglia di non voler entrare nel mondo dello spettacolo, perché “Il mondo dello spettacolo” non esiste. Esistono i mestieri. Quindi se uno vuol fare l’attore che studi per fare l’attore, se vuol fare il ballerino, che studi per fare il ballerino. Perché se no abbiamo tanti ballerini, tanti attori, tanti conduttori a metà…sarebbe meglio averli tutti interi.”
Queste parole pronunciate da Gigi Proietti durante un’intervista si possono considerare come la summa del suo pensiero e in un certo senso il riassunto di un’intera vita spesa per il teatro, lavorando costantemente.
Per tutti coloro che hanno vissuto gli anni Novanta, Gigi Proietti è stato anche la voce del Genio della lampada di Aladdin, film d’animazione della Disney (1992) e dei due seguiti.
Ha poi doppiato l’indimenticabile Draco nel film del 1996, Dragonheart, che in lingua originale aveva la voce del compianto Sean Connery, morto appena il giorno prima di Proietti.
Non si possono dimenticare inoltre le molte barzellette e gli sketch televisivi estratti da spettacoli come A me gli occhi, please (1978) e il più recente Cavalli di battaglia (2017). Il nostro Mandrake, altro personaggio iconico e cult del film Febbre da cavallo (1976) di Steno.
Solo lui e pochi altri hanno saputo ironizzare sul loro stesso mondo, il Teatro per esempio, fatto di signore in pelliccia che lui stesso in un’ospitata a Parla con me di Serena Dandini ha preso in giro, sottolineando che queste signore vanno solo alla prima, “se parti dalla seconda”, diceva, “non ci vengono proprio”.
Ma com’era Gigi Proietti nel privato?
Dal giorno della scomparsa non sono mai mancati i messaggi e le espressioni di affetto verso l’attore, doppiatore e regista che tutti ricordano con affetto. In queste settimane, ogni venerdì sera la Rai ha intenzione di omaggiare Gigi Proietti con le repliche del suo ultimo programma televisivo Cavalli di battaglia.
Il programma sarà un grande successo senza alcun dubbio perché il pubblico ride ogni volta come se fosse la prima di fronte alle battute e agli sketch di Proietti anche se sono andate in onda migliaia di volte.
Rivederlo, ascoltare la sua inconfondibile voce e ridere alle sue battute ci fa sentire la sensazione di un ritorno a casa, un ritorno dopo un lungo viaggio quando riabbracciamo un vecchio amico, un filo rosso senza tempo che ci tiene legati all’artista e che ci fa sentire vicino l’uomo. Ma proprio l’uomo che tipo era?
La donna della sua vita, la madre delle sue figlie Carlotta e Susanna era Sagitta Alter, che una volta lo stesso Gigi Proietti definì: “La mia roccia”. Susanna, 42 anni, è scenografa e costumista e Carlotta, 37 anni, attrice e cantautrice hanno di recente raccontato la figura paterna che hanno avuto accanto per tanti anni e che gli ha trasmesso la passione per l’arte.
Susanna e Carlotta hanno parlato di Proietti come di un uomo molto timido e poco espansivo: “Non era un padre espansivo negli affetti, era una persona timida. Cercava l’attenzione da parte nostra, voleva farsi dire lui “ti voglio bene”.
Carlotta, l’attrice, ha lavorato spesso con suo padre e lo ricorda così: “Era una persona umile, una figura complessa e semplice. Ho un’impressione forte di lui, che lo comprende tutto: era “un uomo di teatro”.
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