Stranger Things 4 Vol. 2, così perfettamente calibrato da poter essere il finale dell’intero show. Recensione
Questa doppietta follemente lussuosa e ricca di fuochi d’artificio fa davvero tante scelte impeccabili che sarebbe avrebbe potuto essere un ottimo modo per concludere il franchise. Come continuerà la quinta stagione?
La quarta stagione di Stranger Things è stata già più grande e migliore di qualsiasi altra serie realizzata in precedenza, è stata chiaramente prodotta con più budget rispetto alle precedenti, con un cast più numeroso e un più chiaro senso del motivo per cui tutti i mostri, gli eroi e i personaggi fossero lì.
L’epilogo a doppia mandata – rimandato per un mese da Netflix per permettere all’hype di crescere – è persino più ambizioso, è follemente, sontuosamente esteso, dura quasi quattro ore e fa tutto quello che i fan si sarebbero aspettati, oltre a un bel po’ di cose in più. Ma se non ha ancora superato il limite, ci si chiede dove possa andare a parare.
Dove eravamo rimasti? A Hawkins, nell’Indiana, nel 1986, in attesa che una banda di coraggiosi adolescenti sferri l’attacco finale a Vecna, il demone che si aggira in una dimensione oscura sotto la città.
La supereroina psichica Undici (Millie Bobby Brown) ha sbloccato i ricordi di un’infanzia trascorsa in una struttura di sicurezza per bambini con strani poteri, rivelando di aver aperto il portale interdimensionale mentre affrontava Uno, un compagno di cella assassino, trasformandolo così nel vendicativo Vecna.
Il gruppo di adulti, nel frattempo, è bloccato in una tetra prigione dell’Unione Sovietica e combatte contro una creatura rimasta da una stagione precedente.
La resa dei conti incombe, ma abbiamo quattro ore di tempo, non c’è fretta. E così gli ultimi due episodi della quarta stagione sono sorprendentemente ricchi di dettagli e regalano a quasi tutti i personaggi una tenera chiacchierata a due con un’altra persona importante.
L’amore perduto viene rimpianto, l’amore giovane che si sta spegnendo si avvicina ad essere espresso in modo appropriato e le allusioni appena percettibili dello show – anche se i fan che si soffermano su ogni scena le hanno certamente percepite – al fatto che Will (Noah Schnapp) sia gay diventano qualcosa di più evidente durante il suo commovente discorso sull’imparare a convivere con l’essere “diverso”.
Stranger Things potrebbe essere un indulgente omaggio degli anni ’80 all’horror, ai thriller della guerra fredda, ai film sugli hacker, al fantasy e a film come I Goonies o Stand by Me – Ricordo di un’estate in cui un gruppo di ragazzini indifesi, o quasi, cerca di salvare la situazione, ma i creatori, i fratelli Duffer, non sono solo dei superficiali parodisti.
Capiscono cosa c’è alla base dei loro punti di riferimento e in particolare capiscono come funziona il genere “apocalisse di quartiere”. Queste storie dicono che è giusto essere diversi – essere timidi e arrabbiati, o nerd di Dungeons and Dragons, o segretamente gay, o fanatici dell’heavy metal – perché la tua piccola città potrebbe essere il posto più importante del mondo, e forse non sei diverso, ma speciale.
I Duffer si rendono conto che tutto questo è una metafora del raggiungimento dell’età adulta, quindi cospargono il finale di lezioni di vita universali su come uccidere i propri mostri personali e crescere. Alla fine dovrete smettere di ascoltare Kate Bush con il vostro walkman, togliervi le cuffie e confrontarvi con il mondo esterno.
Prima o poi dovrete smettere di essere il burlone della classe e ammettere che ci sono cose in cui credete e persone che amate. Un giorno dovrete trovare il coraggio di guardare vostro padre negli occhi e dire: “Papà, i miei valori non sono come i tuoi, quindi lascio il tuo laboratorio sotterraneo di telecinesi e non tornerò”.
Una volta che questo quadro emotivo è stato accuratamente messo a punto, i fuochi d’artificio hanno finalmente inizio e non deludono, anche se c’è da ammetterlo, senza grandi sorprese (vari personaggi si trovano sull’orlo della sconfitta in una lotta all’ultimo sangue prima che le visioni di ciò che conta veramente per loro diano loro la forza di risollevarsi all’ultimo secondo) ma con molti giudizi impeccabili.
Le decisioni su quale personaggio deve intervenire come e quando sono prese alla perfezione, così come quelle su chi muore e perché, anche se questo è l’unico punto su cui forse si poteva osare un po’ di più, vale sempre la regola di Game of Thrones, nessuno dei protagonisti è mai davvero al sicuro, questo fa grande uno show.
Il problema di dividere l’azione tra l’Indiana, il Nevada e la Kamchatka si risolve abbastanza agevolmente. I Metallica e i Journey possono aspettarsi una meritata impennata su Spotify, dato che i loro vecchi successi sono stati utilizzati con estro e precisione.
Quando le fiamme si spengono e i pipistrelli vampiri smettono di agitarsi, i sopravvissuti sanno chi sono e sono tornati al loro posto. Potrebbe anche essere il finale ideale per l’intera serie, se non fosse che, quando apparentemente tutto sembra finito in realtà manca ancora mezz’ora.
Per chi ancora non lo sapesse, Netflix ha commissionato una quinta e ultima stagione, è stato lasciato intendere che si tratterà di un disastro su scala globale piuttosto che di una cospirazione di cui sono a conoscenza solo pochi selezionati, visto che il cast principale non è più composto da minorenni, sono sicuramente necessari alcuni aggiustamenti.
Ma Stranger Things dà il meglio di sé quando è intimo, innocente e familiare, la sensazione è che adesso sia stata raccontata quella storia. Abbiamo lasciato casa.