La terza stagione di The Umbrella Academy ha riunito l’intera banda, compreso Numero Sette di Elliot Page, la serie è riuscita a dare alla sua transizione reale una rappresentazione perfetta.
The Umbrella Academy ha fatto il suo debutto nel luglio 2020 e da allora c’è stato molto tempo per cambiare le cose e molte sono cambiate, tra queste l’attore Elliot Page ha dichiarato di essere non binario e di aver scelto di usare i pronomi lui/lei per identificarsi. In sé una scelta che non deve tangere nessuno nella vita reale, ma che ha posto delle domande sulla continuazione di The Umbrella Academy e su come portare questo cambiamento sullo schermo.
Non è mai stato facile per numer 7 vivere con gli Umbrella, è sempre stato lasciato da perte e anche bullizzato fin da piccolo, lo stesso Reginald Hargreeves (Colm Feore) lo trattava male, ma abbiamo scoperto che in realtà cercava di tenere i poteri sedati fino a far credere che 7 non li avesse quando invece era il più potente dei fratelli.
Nella storia si innamora di Sissy durante la stagione 2, dopo un lungo percorso di confusione è tornato ne futuro con la consapevolezza che doveva accettarsi per quello che era, così ha deciso di dichiararsi davanti alla sua famiglia e di cambiare parte del suo aspetto, come tagliare i capelli corti e annunciando di chiamarsi Viktor da ora in poi.
Prima che arrivasse la terza stagione hanno iniziato a circolare diverse teorie riguardo a come sarebbe stato fatto questo passaggio, si pensava che la transizione di Elliot Page potesse mettere a rischio la serie perché o trascurando il fatto e rendendo tutto poco credibile, oppure dandogli troppo spazio tanto da oscurare il resto della storia. In entrambi i casi non solo un danno alla serie ma allo stesso attore che avrebbe visto o ignorata la sua identità o resa quasi macchiettistica.
Alla fine il risultato è stato perfettamente equilibrato e The Umbrella ha affrontato la questione nel modo più corretto, la presa di coscienza di Viktor Hargreeves è sicuramente un aspetto importante della stagione ma si lega in modo fluido e naturale alla storia, nel raccontare ai suoi fratelli il suo cambiamento è in difficoltà per la paura di come potrebbero reagire, tutti reagiscono in modo differente e ognuno gli offre il proprio supporto a suo modo.
Questa rappresentazione, per quanto bilanciata, ha quasi minimizzato la vera difficoltà che incontrano le persone non binarie e trans quando si trovano a dover affrontare la situazione quando si tratta di temi come l’assistenza medica per intraprendere un percorso di transizione. I fratelli di Viktor inizialmente sembrano scioccati, ma solo per pochi secondi e nella realtà sappiamo che troppo spesso non è così.
In ogni caso la rappresentazione positiva di questo processo è un buon punto su cui riflettere e che nonostante i timori o le incertezze forse dovrebbe sempre essere così, le novità spaventano ma non devono portare a odio ed emarginazione, inoltre è stata perfetta per proseguire la serie in modo corretto.
Alcuni dei momenti più importanti della stagione tre nascono proprio da sequenze apparentemente secondarie di Viktor, come il confronto con Allison raccontandole come si sente ne suo corpo e mostrando come una liberazione, un esempio di di euforia di genere. Oppure quando parla con Luther e lui dopo aver ascoltato e appreso cambia discorso con molta serenità chiedendogli di fargli da testimone al suo matrimonio alla fine del mondo.
I possibili errori potevano essere molteplici invece la terza stagione di The Umbrella Academy è riuscita a fare un ottimo lavoro portando il giusto peso alla transizione dell’attore sia nella vita reale, sia nella serie, senza creare problemi per la continuazione che resta molto elastica.
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