Nella selezione ufficiale del Festival di Cannes 2022 Heojil Kyolshim – Decision to leave un crime dalle tinte noir diretto da Park Chan-wook, noto ai più per Old boy che gli valse il Grand Prix al Festival di Cannes nel 2004. In seguito Chan-wook è tornato a Cannes nel 2009 dove vinse il Premio della Giuria per Thirst.
Decision to leave è un film altrettanto complesso a paragone con i precedenti e senz’altro non vi è un solo livello di lettura, e ovviamente niente di ciò che vediamo è come sembra. Come in ogni film di Chan-Wook la storia prende un avvio grossomodo semplice: un uomo cade dalla cima di una montagna e muore. Il detective incaricato, Hae-joon (PARK Hae-il), arriva sul posto e dopo aver esaminato la scena del crimine interroga la moglie del morto Seo-rae (TANG Wei), la quale non mostra alcun segno di sofferenza per la dipartita del marito e questo naturalmente la mette nella posizione della maggior sospettata.
Gli interrogatori di Hae-joon a Seo-rae sono molto lunghi e questo fa si che i due passando molte ore insieme inizino a sviluppare un certo interesse l’uno per l’altra anche se Hae – joon è sposato. Nel corso dell’indagine non si capisce mai davvero cosa passi per la testa di Seo – rae e questo porta Hae -joon a ossessionarsi per lei.
A un certo punto possiamo dire che l’indagine sembra passare in secondo piano e che il focus della vicenda sia il rapporto tra detective e sospettata. L’intreccio si complica quando appurato, almeno così pare, che il marito di Seo – rae si è suicidato il tempo passa e a un anno dalla vicenda la donna è di nuovo vedova di un altro marito morto in circostanze misteriose.
La protagonista è un enigma, una vera femme fatale, tipica figura della donna seducente e misteriosa dalla quale il protagonista è stregato, vito, affascinato e perduto. Lei ovviamente nasconde fino alla fine i suoi sentimenti e nel corso della storia avrà più volti e non sapremo mai quale sia quello vero.
D’altra parte lui è vittima di un circolo vizioso perché sospetta e desidera, desidera e sospetta e questa spirale di situazioni ambigue gli toglie il sonno e la lucidità.
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Il film è denso di avvenimenti, situazioni, intrighi e come dicevo più livelli di realtà tanto che riuscire a seguirlo dall’inizio alla fine è davvero complicato, anche se non mancano i colpi di scena. I fan del regista non resteranno delusi dal film, chi invece si approccia a questo genere di film per la prima volta potrebbe fare maggiore fatica a seguirlo.
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Rimane un prodotto di grande qualità anche visiva, pieno di simboli e rimandi ai più livelli di narrativa di cui sopra, insomma un film che va gustato nei suoi tempi, lentamente e lasciandosi guidare nel viaggio nel quale ci vuol condurre il regista, senza voler dare necessariamente una spiegazione a tutto.
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