David Croneberg a Cannes con il suo Crimes of the Future. Recensione
David Cronenberg torna al Cinema dopo Maps t0 the Stars (2014) con Crimes of the Future presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes 2022. Un ritorno molto atteso quello del regista che si presenta al meglio della forma con un film di fantascienza fatto apposta per stupire e far riflettere lasciando a bocca aperta lo spettatore.
Di sicuro tra quelli proposti nella selezione ufficiale del Festival, quello di Cronenberg è il blockbuster per eccellenza, il che non lo rende meno interessante.
In un futuro imprecisato la specie umana si è adattata a un ambiente sintetico, il corpo umano ha subito nuove trasformazioni e mutazioni. Con la sua compagna Caprice (Léa Seydoux), Saul Tenser (Viggo Mortensen), artista performativo molto famoso e apprezzato, mostra pubblicamente la metamorfosi dei suoi organi in spettacoli d’avanguardia.
Timlin (Kristen Stewart), un investigatrice del National Organ Registry, segue ossessivamente i loro movimenti, quando viene rivelato un gruppo misterioso… La loro missione: usare la notorietà di Saul per far luce sulla prossima fase dell’evoluzione umana.
Di sicuro se non siete amanti della fantascienza e di Cronenberg questo film sarà di difficile digestione, il corpo umano è il protagonista assoluto della storia e si tratta di un corpo esplorato, studiato, scomposto e ricomposto, penetrato e operato più volte.
Tutto questo è oggetto di un voyerismo spasmodico e oserei dire che l’argomento sia proprio questo: la morbosa voglia di guardare tutto e tutti, di godere nel dolore e procurare dolore nel piacere come se tutto fosse un grande palcoscenico e la società raccontata in Crimes of the Future fosse fatta solo corpi diventati asettici che hanno bisogno di mutilazioni, tagli e chirurgia per sentire di essere ancora vivi.
In questo mondo alternativo e distopico la chirurgia è diventata una forma d’arte e l’esplorazione dei corpi in mutazione con la scoperta di nuovi organi diventa l’ossessione dei protagonisti, appassionati in queste cose ma senza passione e asettici nei sentimenti, tanto che nessuno ricorda com’era il sesso prima che questa forma di sado-masochismo diventasse la norma.
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Mi sembra abbastanza chiaro il senso di tali esplorazioni in rapporto alla contemporaneità, Cronenberg a mio avviso ha esasperato la fame costante verso l’altro, la morbosa curiosità di sapere ogni cosa del nostro vicino, finanche il modo in cui il suo corpo si evolve. Assistiamo alla società della spettacolarizzazione in cui tutto viene esposto, senza vergogna, senza pudore e senza ritegno.
Di fatto non esiste più privacy, non si hanno più limiti e nella società raccontata nel film perfino le regole come le conosciamo sono saltate. Potremmo parlare di anarchia e la società vive di notte.
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La stessa alimentazione dei corpi al centro di questa società folle ma non troppo sono diventati sintetici al punto da nutrirsi di sostanze imprecisate, è come sei corpi fossero diventati di plastica.
È questo il mondo verso cui stiamo andando? Oppure ci siamo già?