Better Call Saul 6, iniziamo a capire il destino di Kim ma la storia non decolla. Recensione episodio 6
Il destino di Kim inizia a sembrare più chiaro, ma la sesta stagione di Better Call Saul tiene ancora troppe carte coperte e questo sesto episodio resta piatto.
Alcune persone hanno bisogno di imparare nel modo più duro, e questo significa che a volte essere scoperti può risultare una benedizione. Se una figura autoritaria o la legge può controllare in anticipo il vostro cattivo comportamento, forse può evitare che questo salga di livello, raggiunga un limite estremo o esca completamente dai binari.
Se Walter White fosse stato arrestato alla sua prima “cucinata”, forse sarebbe stato meglio per lui e per la sua famiglia. Avrebbe probabilmente scontato una pena, certo, ma pensate a tutti i danni collaterali e alle turbolenze emotive che si sarebbero potute evitare. Le conseguenze possono evitare che le cose vadano fuori controllo.
Per la prima volta dall’inizio di Better Call Saul, si riesce a intuire dove andrà a parare la storia di Kim Wexler. C’è ancora molto tempo per una svolta e per una sorpresa da parte degli sceneggiatori, ma sembra che il doppio ritorno all’ultimo minuto di Kim da Santa Fe, dove l’attende la legittima possibilità di un lavoro da sogno spiritualmente appagante, ad Albuquerque simboleggia una strada che la porterà alla rovina.
Qualsiasi piano Kim abbia architettato contro Howard sembra destinato a finire in un disastro, sia per la reputazione di Kim, sia per il suo status di avvocato, sia forse per la sua libertà.
All’inizio della puntata di “Secondi fini” scopriamo che Kim ha avuto un passato in fuga. Forse se Kim avesse avuto una figura materna più tradizionale, che non fingesse di essere arrabbiata per un taccheggio solo per tirare la figlia fuori dai guai, ma che volesse davvero “stroncare tutto sul nascere”, si sarebbe spaventata abbastanza da non tentare più nulla di legalmente dubbio.
Sembra che l’educazione di Kim l’abbia resa empatica nei confronti degli individui più vulnerabili della società, ma rivela anche perché potrebbe essere attratta da Jimmy e dalle sue truffe. È una scena brillantemente rivelatrice e Beth Hoyt è ancora una volta credibile, nell’aspetto e nel modo di fare della madre di Kim. Se solo il resto dell’episodio fosse stato altrettanto bello.
In realtà non c’è nulla di particolarmente negativo, ma con questo siamo al terzo languido episodio in tre settimane, risulta un po’ frustrante, ecco diciamo che non c’è proprio nulla in questo episodio. Sappiamo ancora così poco del piano di Kim e Jimmy e anche se probabilmente verrà rivelato tutto la prossima settimana, è difficile essere investiti emotivamente dalla scoperta da parte di Jimmy del braccio rotto di Casimiro, quando non sappiamo bene quale sia il ruolo di quest’uomo.
Nascondere informazioni va bene, ma con un tempo così limitato a disposizione, tre episodi con pochi movimenti di trama, sembrano davvero troppi. In questo episodio, apprendiamo che Jimmy ha le informazioni riguardo una chiamata per una teleconferenza della Sandpiper grazie alla riluttante partecipazione di Francesca, che il dottor Caldera ha dato a Jimmy qualcosa che ha dilatato le sue pupille, che la troupe pubblicitaria di Jimmy è tornata per aiutarlo a filmare un imitatore di Casimiro… questo è quanto se non poco altro.
Kim ottiene un incontro da sogno con la Fondazione Jackson Mercer grazie a Cliff Main, e ribadisce il suo rispetto e la sua ammirazione per Howard in modo da nascondere ogni dubbio sul suo coinvolgimento in un complotto contro l’uomo. Anche Lalo, che è sempre pronto per un po’ di azione, fa visita a un ex membro della banda di Werner in Germania e, mentre le cose si fanno tese e sanguinose, dobbiamo aspettare la prossima settimana per vedere cosa Lalo scopre esattamente.
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Ci sono alcuni brevi momenti di intrigo, come Caldera che accenna al pensionamento e mostra il suo piccolo libro nero, ma il ritmo delle ultime puntate è stato un po’ sottotono.
Detto questo, sicuramente Better Call Saul non deve abbandonare la sua mentalità incentrata sui personaggi in favore di una trama a rotta di collo, però nemmeno lasciare una puntata troppo da ponte. Uno dei momenti migliori di “Secondi fini” è quando scopriamo come la paranoia di Gus e Mike nei confronti di Lalo e la loro costante sorveglianza hanno avuto un impatto sul rapporto di Mike con la sua famiglia.
Mike deve guardare la nipotina giocare con il suo nuovo telescopio da lontano e mentire sulla sua posizione mentre sono al telefono solo per garantire la sicurezza di Gus e della loro operazione. La stanchezza con cui Mike conferma che chiamerà di nuovo la sera successiva, il dolore che si prova mentre guarda la nipotina a distanza, è il genere di cose che questo show fa in modo impeccabile. Manca solo che ci fosse un po’ più di azione intorno a tutto questo.
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Sembra che il finale di metà stagione della prossima settimana risponderà a molte delle domande sul piano di Jimmy e Kim contro Howard e si spera che il “D-Day” sia all’altezza, non solo delle nostre aspettative, ma anche di quelle di Kim, che ha rinunciato a un’importante opportunità per andare fino in fondo.
Forse se avesse imparato la lezione sul furto degli orecchini, non si sarebbe trovata in questa situazione. Le conseguenze sono importanti e probabilmente nell’episodio della prossima settimana ne avremo un notevole assaggio, o almeno si spera, visto che dopo dovremo aspettare di vedere la seconda parte che va a chiudere la serie.