“Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo” sarà ospitata dal 12 aprile 2022, presso gli spazi della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e dell’XNL – Piacenza Contemporanea. Una grande mostra dedicata al maestro della secessione viennese e al suo mondo, con oltre 160 opere.
Negli spazi della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e dell’XNL – Piacenza Contemporanea, il 12 aprile 2022, fino al 24 luglio 2022, apre al pubblico la mostra “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo” il racconto di uno dei periodi più entusiasmanti della storia dell’arte del primo ‘900 visto attraverso la vita, il percorso creativo e le collaborazioni del padre della Secessione Viennese: Gustav Klimt.
Oltre 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa provenienti da 20 prestigiose raccolte, pubbliche e private, tra cui il Belvedere e la Klimt Foundation di Vienna, Ca’ Pesaro-Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, il Lentos Kunstmuseum di Linz, il Tiroler Landesmuseum di Innsbruck, il Wien Museum e molte altre. L’esposizione si avvale di un comitato scientifico composto da Gabriella Belli, Fernando Mazzocca, Lucia Pini, Elena Pontiggia, Franz Smola, Valerio Terraroli, Alessandra Tiddia e Sandra Tretter.
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La mostra, curata da Gabriella Belli ed Elena Pontiggia, con il coordinamento scientifico di Lucia Pini, direttrice della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza e la collaborazione di Valerio Terraroli e Alessandra Tiddia, vuole festeggiare il “ritorno a casa” del “Ritratto di Signora” (1916-17) di Klimt – dipinto sparito nel 1997 dalla Galleria Ricci Oddi poi ritrovato fortunosamente nel 2019.
Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo è una mostra promossa dal Comune di Piacenza e dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, con la collaborazione del Belvedere, della Klimt Foundation e di XNL – Piacenza Contemporanea e vede il contributo della Regione Emilia Romagna, della Fondazione Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio Piacenza, di Confindustria Piacenza e di Crédit Agricole, Generali Valore Cultura, Iren, Fornaroli Polymers e Steriltom, con il supporto di Art Projects. La mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia.
Il percorso espositivo muove dal clima del simbolismo europeo, da cui Klimt prende le mosse con incisioni e disegni emblematici di Klinger, Redon, Munch, Ensor, Khnopff, la famosa Medusa di von Stuck e sculture di Minne e dello stesso Klinger per poi introdurre i visitatori nel mondo di Klimt, con le sue prime opere e i suoi primi compagni: i fratelli Georg ed Ernst, e l’amico Franz Matsch.
Ci si addentra quindi nella vicenda del pittore attraverso la Secessione Viennese da lui fondata con altri 17 artisti nel 1897 in segno di protesta verso l’arte ufficiale. Il “Ritratto di Josef Pembaur” (1890), capolavoro di Klimt che ne preannuncia la “stagione d’oro” introduce a opere quali “la Signora con mantello e cappello su sfondo rosso” (1897-1898), “Signora davanti al camino” (1897-1898), “Dopo la pioggia” (1898), “Le amiche I” (Le sorelle) del 1907, il “Ritratto di Amalie Zuckerkandl” (1913-1914), “il Ritratto di Signora in bianco” (1917-1918).
Un’intera sezione della mostra è dedicata al “Ritratto di Signora” della Galleria Ricci Oddi di Piacenza e al racconto delle sue avventurose vicende. Il mondo delle Wiener Werkstätte, i laboratori d’arte decorativa fondati a Vienna da Josef Hoffmann e da Kolo Moser nel 1903 è documentato attraverso arredi, argenti, vetri e ceramiche.
Sono esposti inoltre i Manifesti della Secessione, tra cui quello di Klimt “Teseo e il Minotauro” (1898), che all’epoca fece scandalo (presente nelle due versioni, quella iniziale e quella censurata) e riviste come “Ver Sacrum”. Una scelta di disegni e incisioni di Schiele e Kokoschka, tra cui la fiabesca serie dei “Ragazzi sognanti” (1908-1909), opera fondamentale della stagione giovanile dell’autore, ricorda quindi la più giovane generazione di artisti austriaci che da Klimt prese le mosse.
Il percorso è arricchito anche da un’importante sezione dedicata agli artisti italiani che si ispirarono a Klimt, con opere straordinarie come il “Sogno del melograno” (1912-1913) di Felice Casorati, esposto nuovamente dopo più di trent’anni, la scultura in marmo e oro “Carattere fiero e anima gentile” (1912) di Adolfo Wildt e l’affascinate ciclo “Le mille e una notte” (1914) di Vittorio Zecchin.
La mostra si chiude con la ricostruzione del monumentale “Fregio di Beethoven” (copia del 2019 dell’originale del 1901) riservando così ai visitatori un’esperienza di grande suggestione.
Catalogo della mostra è edito da Skira (contributi di Gabriella Belli, Elisabetta Barisoni, Eva Di Stefano, Lucia Pini, Elena Pontiggia, Franz Smola, Valerio Terraroli, Alessandra Tiddia, Sandra Tretter, Giuseppe Virelli).
INFO
Informazioni e prenotazioni T. +39 0523 179861
Siti internet www.arthemisia.it
Hashtag ufficiale #KlimtPiacenza
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