La fine dell’amore. Amare e scopare nel XXI secolo è il libro di Tamara Tenenbaum edito da Fandango libri che parte da un dettaglio interessante: Tamara è un ebrea ortodossa che si è spogliata delle regole e delle rigidità del suo mondo di origine per parlare in modo laico, di come si fa sesso e si ama nel mondo laico.
Nata e cresciuta in una comunità ebraica ortodossa nel cuore di Buenos Aires, Tamara Tenenbaum compie un percorso che potremmo dire abbraccia tutto il mondo e non solo la sua terra di origine allo scopo di apprendere e scoprire i costumi affettivi e sessuali del mondo laico come fosse un’antropologa alle prese con una civiltà sconosciuta.
Partendo dalla filosofia e dalla militanza femminista, dalle conversazioni con amiche e colleghe, e dal tentativo di trasformare il proprio corpo e la propria esperienza in un laboratorio di riflessione personale e collettiva, Tenenbaum esplora le sfide che i giovani affrontano all’inizio della loro vita da adulti. Prendendo a esempio le sue stese esperienze di donna libera, le prime volte, le domande, i dubbi e le gabbie sociali in cui una donna si muoveva anni fa e si muove ancora oggi.
La fine dell’amore è un titolo eloquente che però inganna perché non si riferisce alla fine del sentimento amoroso e del legame che può unire due (o più persone se pensiamo al poliamore) ma allude chiaramente alla fine dell’etichetta sociale del matrimonio e della vita di coppia monogama concepita secondo il modello anni 50 che finalizzava ogni rapporto all’istituzione della “sacra famiglia” come una possibilità dell’esistenza e della completezza umana. Tamara Tenenbaum ci dice che quell’amore, se così possiamo chiamarlo, quello che voleva il matrimonio come principale scopo dell’esistenza e dell’identità dell’individuo non esiste più nel momento in cui viene a decadere la vita di coppia monogama come unica possibilità.
È un po’ come “Dio è morto” di Così parlò Zarathustra e La gaia scienza dove Friedrich Nietzsche va a scardinare tutte le credenze su un certo mondo e su un certo Dio.
Tenenbaum in un certo senso fa la stessa cosa, prendendo il testimone com’è ovvio da altre autrici che come lei hanno affrontato la questione femminile, il modo in cui la donna si vede e agisce nel mondo. Basti pensare al Secondo Sesso di Simone De Beauvoir o Memorie di una ragazza per bene della stessa autrice, testi che mi sono affiorati alla mente ma a parte questi sono tanti i nomi e i testi femministi citati dall’autrice di questo saggio.
Essere donna, essere sessualmente attiva, essere single nel 2022 e leggere questo libro porta inevitabilmente tutte noi a guardarci allo specchio, a farci domande, per esempio una su tutte è se siamo davvero libere di essere libere e single oggi o se in realtà la società ci fa ancora violenza psicologica per il fatto di non essere ancora sposate o fecondate.
L’autrice sa anche consolarci, essere femministe non vuol dire non soffrire mai la solitudine o non desiderare di avere una persona accanto. Una cosa che mette subito in evidenza è che, se da un lato siamo fiere della nostra libertà e singletudine, dall’altro se soffriamo per amore o abbandono ci sentiamo in dovere di giustificare quel dolore come se fosse un’onta indicibile. Non puoi soffrire per amore se sei femminista. Ma in realtà questo è un imbarazzo che provano anche le non dichiaratamente femministe, molte conversazioni tra donne etero si consumano in fiumi di parole sul partner maschile e sul dolore perché lui non ha chiamato o non si è fatto più vivo, ma guai a dirlo in pubblico.
L’autrice non si pone l’obiettivo di dare delle risposte precise ma anzi ci porta alla fine del libro a considerare che tutto è relativo, che non esiste un modello di amore giusto e perpetuo da seguire come un faro nella notte. Oggi possiamo essere appagate in una relazione monogama e così detta tradizionale, domani possiamo sentire invece di essere pronte per il poliamore. Il punto è scegliere sempre per noi stesse e cercare di non cedere alle trappole delle gabbie sociali.
Insomma l’ideale sarebbe trovare l’abito che ci calza a pennello e non voler entrare a forza in uno che ci sta stretto o addirittura troppo largo.
La distruzione creativa dell’amore romantico e dei postulati che lo sostengono, libera gli uomini e le donne nelle loro relazioni e dalle ceneri di quell’amore è possibile ricostruire una vita nuova e soddisfacente.
Dal valore dell’amicizia alla cultura del consenso, il testo passa per la maternità come scelta o imperativo, il celibato desiderato o aborrito, il poliamore, le coppie aperte, il funzionamento delle tecnologie del desiderio (Happn, Tinder), e con una vasta bibliografia su questi temi, Tamara Tenenbaum parla di tutto per tuffarsi nell’universo degli affetti, celebrare la fine dell’amore romantico e proporre l’erotizzazione del consenso.
Un’altra domanda interessante cui ci porta il libro è: quante cose ci siamo fatte andare bene perché non avevamo il coraggio o forse non vedevamo chiaramente che non facevano per noi?
Oggi ci stupiamo del bene e diamo per scontato il male, una delle esperienze personali dell’autrice che mi ha colpita in modo particolare è stato il racconto di una relazione puramente sessuale che la donna aveva al college con un ragazzo. Una sera dopo una lunga giornata di studio e altri impegni lei, come di consueto, si reca da lui ma gli chiede prima di poter mangiare qualcosa e lui risponde che no, non la fa venire lì per mangiare. Ebbene lei resta lo stesso, non mangia e consuma l’atto con il suo amante.
Quante volte abbiamo sopportato cose simili per non essere “pesanti” agli occhi dell’altro? Per non vederlo scappare da un’altra persona più semplice di noi?
Tra le autrici che Tamara cita c’è Eva Illouz che spiega una cosa tanto vera dei nostri tempi che a me piace sempre descrivere con l’immagine di un ricco buffet.
“L’idea di poter “trovare qualcosa di meglio”, caratteristica data dall’enorme offerta e dalle molteplici possibilità del mondo contemporaneo, cospira contro la felicità di una coppia (e chi scrive aggiungerebbe contro la formazione della coppia stessa): ci troviamo continuamente a comparare il nostro partner non solo con coppie che conosciamo e crediamo di conoscere, ma anche con una specie di candidato ideale insuperabile che potrebbe essere lì fuori ad aspettarci. Illouz spiega tutto ciò con la deregolamentazione del mercato dell’amore”.
Tamara Tenenbaum parla in questo ampio discorso dei rapporti immersi nell’attuale società e paragonati a quelli di una volta e non può evitare di affrontare il discorso di internet, della sua evoluzione e delle app di dating.
Una cosa che mette in evidenza è il fatto che alle sue origini internet come lo conosciamo oggi era un porto sicuro per i timidi e gli emarginati che fuggivano dalla realtà per trovare nell’internet il loro mondo e amicizie anche decennali.
Oggi è tutto capovolto, si parla di cyberbullismo e internet è diventato una giungla insidiosa ma allo stesso tempo si è sostituito al mondo reale, dove tutto accade mentre quello che prima era il mondo della realtà ci vede buttati sul divano con un device davanti alla faccia.
Naturalmente argomenti come bellezza, sentimenti, religione e famiglia sono parte integrante del discorso affrontato da Tamare che al termine del viaggio dice di non avere la soluzione a tutto questo e non sapendo come sarà il futuro, l’autrice propone la resistenza.
Resistere fra strutture ereditate e individualismo selvaggio e non accettare queste siano le uniche due opzioni possibili.
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