Andrea Delogu è una brillante conduttrice, televisiva e radiofonica, e attrice molto amata dal pubblico per la sua spontaneità e per aver sempre condiviso la sua storia sui social e tutte le novità sul proprio lavoro. Di recente Andrea è stata ospite del salotto di Silvia Toffanin a Verissimo, lo scorso sabato 5 marzo, dove oltre che raccontare la propria vita privata (l’attrice infatti è reduce dal divorzio con Francesco Montanari) ha ricordato la sua infanzia in comunità.
Andrea Delogu si è lasciata andare ai ricordi con Silvia Toffanin ed è tornata con la mente anche alla sua infanzia. Fino all’età di 10 anni, infatti, Andrea ha vissuto a San Patrignano, nella comunità dove vivevano i suoi genitori. Queste sono le parole della presentatrice su quel periodo:
“Sono stata una bambina libera in un mondo chiuso. Ho avuto la possibilità di conoscere una tranquillità rara nella sicurezza delle persone che avevo accanto. Avevo una famiglia di 2000 persone. A 10 anni ho avuto un grande shock scoprendo il mondo fuori. Ad esempio, sembra strano, ma i bambini non conoscevano le mucche. Io, invece, avevo una fattoria enorme e ci potevo andare quando volevo. […] Andando a scuola fuori dalla comunità, mi trattavano in modo diverso. Io ero la bambina della comunità, la bambina strana”.
I genitori di Andrea erano tossicodipendenti e si sono conosciuti e innamorati proprio in comunità e lei ha raccontato che loro sono stati sempre onesti con lei circa le loro dipendenze e, proprio per questo lei non è mai finita in certi errori.
“Mi hanno spiegato perché hanno sbagliato e questo ha permesso a me di non fare lo stesso errore. Da adolescente, in discoteca, ho avuto l’occasione di approcciarmi alle droghe pesanti, ma sapevo che non avrei dovuto farlo. I miei genitori erano stati così onesti e limpidi nel raccontarmi ciò che era successo a loro, che ho scelto di non sbagliare. Non accetto, però, che chi fa questi errori anche quando pagano vengano chiamati “ex tossici. Io sono felice e orgogliosa di quello che i miei genitori hanno fatto per me”.
Nel corso del racconto infatti Delogu ha voluto mettere l’accento proprio sul fatto che di solito si ha la tendenza a etichettare le persone, basta un solo errore e anche se hai pagato per quello verrai sempre ricordato per ciò che hai fatto:
“Quando una persona sbaglia e, non so, ruba una macchina, paga per questo sbaglio e poi non lo chiamerai mai, dopo 10 anni per dire, ‘ladro’. Giusto? Se tu invece incontri una persona che in gioventù ha sbagliato, ha fatto uso di droghe pesanti e ha pagato sulla propria pelle. Anche se si è disintossicato, verrà sempre chiamato ‘ex tossico’. Io questo non potevo accettarlo nei confronti dei miei genitori perché loro hanno pagato e sofferto. Quando siamo usciti, io volevo proteggerli. E ti dico una cosa: San Patrignano sarà sempre casa mia”.
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La famiglia di Andrea Delogu ha vissuto la pandemia in prima linea e questo l’ha portata a provare una forte paura di poter perdere i suoi:
“Mia sorella fa l’infermiera, mio padre è autista soccorritore, mia madre lavora in reparto. Quando è arrivato il Covid ho avuto paura di perderli. Loro erano in prima linea, io ero a casa e sentivo che condurre un programma in radio fosse troppo poco, mi sono sentita schiacciare. Ho avuto la consapevolezza di quanto fossero importanti per me”.
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