Leonardo Pieraccioni, regista e attore di successo esploso all’inizio degli anni Novanta con I laureati (1995) è conosciuto ai più per le commedie di successo da lui dirette e interpretate come: Il ciclone (1996), Fuochi d’artificio (1997), Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005) e molti altri. Il pubblico è in attesa del suo nuovo film Il sesso degli angeli (2022), prossimamente in uscita.
Leonardo Pieraccioni è figlio unico e quando era bambini vide a soli quattro anni Chiamami aquila (1981) e decise allora di voler fare l’attore. Pieraccioni si muove sempre tra realtà e finzione, tra sacro e bestemmia, tra alte ambizioni e profondo “toscano”. Va male a scuola, “molto male”, e i suoi genitori lo puniscono mandandolo a lavorare con un falegname di famiglia per l’estate, non immaginando che la cosa gli sarebbe piaciuta molto.
Dopo questa esperienza, come molti sanno, il suo esordio nello spettacolo inizia dal cabaret a 17 anni, dove conosce il suo amico di sempre Carlo Conti con il quale va molto d’accordo e insieme a Conti e Giorgio Panariello crea il trio comico “Fratelli d’Italia”.
Come molti della sua generazione anche Pieraccioni ha iniziato con le serate in piazza che di fatto sono state per lui e per i colleghi un trampolino di lancio per i programmi tv comici locali. Con Carlo Conti per esempio dirige prima la variazione di “Succo d’arancia” e poi “Aria fresca”. Alla fine degli anni ’80 Pieraccioni approda poi alla DeeJay Television, in seguito a Italia Uno, Rai2, Raiuno (come nel caso di Fantastico sotto la conduzione Raffaella Carrà e Johnny Dorelli).
Il suo esordio in teatro avviene nel 1990 con lo spettacolo comico Leonardo Pieraccioni Show. Il successo gli fece conoscere Alessandro Benvenuti, che lo volle in Zitti e mosca (1991), segnando di fatto il suo esordio cinematografico.
L’amore per il cinema però è sempre più forte e avrà la meglio sul suo percorso. Grazie ai successi di Pieraccioni Holiday Village, Pesci, Pieraccioni e Frigoriferi, Novantadue verso l’Europa, una sera incontra Vittorio e Rita Cecchi Gori e con la faccia tosta che lo contraddistingue, chiede loro di fare un film, i due accettano, il resto è storia.
Dopo i primi successi ottenuti con il solo passaparola, Pieraccioni inizia a circondarsi di maschere, ora simpatiche, ora tragicomiche, di amici e colleghi di sempre: Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Carlo Monni, Alessandro Haber, Alessandro Paci. La consacrazione a nuova maschera toscana nasce anche da un episodio del vecchio maestro Mario Monicelli.
Mantenendo garbo e impegno, comicità e sentimenti, Leonardo Pieraccioni riuscirà a restituire commedie leggere ma con un senso nei contenuti, con film che diventeranno iconici. Un’altra importante caratteristica è la presenza femminile, la bella inarrivabile ragazza di cui puntualmente si innamora il guitto.
Pieraccioni non smette però di recitare anche in film di altro e tra i suoi registi di sempre figura in particolare l’amico Giovanni Veronesi, con il quale scrive insieme.
Dopo un periodo più lento e, diciamolo, meno fortunato, Pieraccioni si concentra sulla scrittura e pubblica tre libri, spesso caratterizzati da umorismo amaro, commedia intrisa di malinconia e tristezza: “Trent’anni, alta, mora” esce nel 1998, “Tre mucche in cucina” nel 2002 . “Un passo dal cuore” (2003) è la sua ultima raccolta, ricca di storie tenere e surreali di persone normali.
Dal 2005 ritorna alla regia proponendo nuove storie, sempre caratterizzate dagli stessi stilemi ma al passo coi tempi.
La madre è la protagonista di uno sfogo su Instagram. Ecco cosa sta succedendo. Il “problema” lo espone lui stesso in un post sul suo canale: “Mia madre di 81 anni ha sempre combattuto l’insonnia con le pillole che si ingoiavano a manciate. Oggi vengo da lei e lei mi dice allegra: “Ho trovato ciò che mi fa venire sonno!”. “Evviva – dico – cosa?” “Sambuca. Ma non con un bicchiere, con il bicchiere non succede niente, devi bere un bicchiere da cucina, pieno fino all’orlo”. Molto bene”.
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Naturalmente l’approccio del regista e attore è sempre quello comico e ironico. In merito alle questioni famigliari ci ha sempre fatto una battuta e chissà come proseguirà il racconto dell’insonnia materna oppure le avventure quotidiane con sua figlia Martina, anche protagonista di simpatici aneddoti.
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