Carlo Verdone, l’incontro con una donna malata terminale che lo ha fatto riflettere
Carlo Verdone ha senza ombra di dubbio fatto la storia del cinema italiano e il suo nome capeggia sulle più famose pellicole del grande schermo, impossibile non pensare a pezzi da novanta come, Bianco, Rosso e Verdone, Il mio miglior nemico e Viaggi di nozze, questi solo per citarne alcuni tra i grandissimi successi del comico.
Non soltanto Carlo ha dimostrato nel tempo di avere un talento smisurato per la recitazione, ma si è rivelato davvero creativo e geniale nella stesura dei copioni, di avere un occhio particolare e attendo quando si trova dietro la macchina da presa nel ruolo di regista.
Nonostante sia un uomo molto riservato, che ama mantenere la sua vita privata distante dai riflettori, si è sempre resto estremamente disponibile nelle interviste che rilascia a cuore aperto, parlando e affrontando diversi temi che toccano le corte più profonde dell’animo umano e lasciano sempre interessanti spunti di riflessione. Proprio per questo è molto amato dal pubblico che lo ascolta e lo legge sempre con grande passione e interesse.
Il suo spirito creativo lo ha portato a non fermarsi solo alla recitazione a alla regia, Carlo Verdone ha deciso che era arrivato il momento di scrivere il suo terzo libro dove potesse raccontarsi e nel 2021 è uscito “La carezza della memoria”.
Carlo ha iniziato a scrivere il suo ultimo romanzo proprio all’inizio della pandemia, in pieno lockdown, lo stesso ha raccontato, “Dovevo scrivere questo libro per Bompiani da 9 anni ma ho preso a scriverlo quando è cominciato il lockdown, quando mi sono chiuso in casa come tutti. Un libro nato dai ricordi ritrovati in uno scatolone, “un paragrafo per ogni oggetto importante di quello scatolone”.
Un libro farro di ricordi, di parole, di immagini e a collegare questo racconto nella vita di Carlo sembra essere la figura del padre Mario, critico cinematografico e importante accademico alla cui memoria Carlo Verdone è da sempre legato. Ma non si può fare a meno di sentire la presenza di Mario Verdone dall’inizio alla fine del libro. Il suo, se questo libro fosse un film è il ruolo principale, il personaggio su cui si regge tutta l’impalcatura narrativa.
Ma non si tratta di un film e Carlo ha sottolineato proprio la differenza tra un libro e una pellicola, “Ci sono proprio io lì dentro, non l’ho scritto tanto per scrivere, che senso avrebbe avuto? I film, anche quelli in cui uno è più se stesso, sono sempre un compromesso con il produttore, nella scrittura uno è completamente libero”.
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Come detto, questo libro non vuole parlare solo con le parole, ma anche con le immagini, per ciascun capitolo si trovano esattamente quelle che hanno dato lo spunto per il racconto. Rispetto a La casa sopra i portici, questo testo è più intimista e infatti la famiglia di Verdone, la moglie Gianna, i figli Giulia e Paolo e i genitori hanno ciascuno un racconto dedicato. Ma non solo, Carlo apre il suo cuore e condivide una parte del libro a un ricordo che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Il retroscena che Carlo Verdone condivide e nessuno avrebbe mai immaginato
Uno dei capitoli estremamente toccanti del libro “La carezza della memoria” racconta di un ricordo rimasta nel cuore dell’attore e regista, riguarda l’incontro intimo e commovente con una donna, la signora Stella.
Stella è una donna malata terminale, sempre stata una grandissima fan di Carlo Verdone, del suo lavoro e del suo talento, lei aveva chiesto la possibilità di incontrarlo per poterlo ringraziare per i suoi tanti film che lei ha amato.
Carlo ha raccontato l’incontro con la donna e di quanto questo momento lo abbia fatto riflettere profondamente, “Ho capito in quel momento quanto è importante il nostro lavoro, se fatto con amore e serietà. Di quanto può comunicare alle persone”, Carlo è una persona estremamente sensibile e questo toccante momento non ho ha lasciato indifferente, tanto che gli ha dedicato un intero, emozionante, commovente capitolo.