Bere come un vero scrittore. Il libro che ci tiene compagnia con il buon bere
Vi siete mai chiesti cosa amava bere James Joyce? Oppure come si godeva un pomeriggio all’Havana Ernest Hemingway? E gli scrittori della Beat generation cosa amavano bere? E nei ruggenti anni venti?
Tutte queste domande trovano risposta nel libro edito da Il saggiatore dal titolo eloquente: Bere come un vero scrittore.
Che voi siate aspiranti scrittori o semplicemente lettori appassionati delle parole e del buon bere questo è il libro che fa per voi e per diversi motivi. Il primo è che va bene per qualsiasi tipo di lettore, che siate divoratori seriali di letteratura impegnata o amanti di racconti brevi o ancora appassionati di saggistica. Sì, perché questo libro innanzitutto è un ricettario.
Al suo interno infatti troverete un breve aneddoto riguardante lo scrittore di quel capitolo e subito accanto la ricetta per il suo cocktail (o bevanda) preferita.
Da Francis Scott Fitzgerald a sua moglie Zelda, da Hemingway a Raymond Chandler passando per Gertrude Stein ogni curiosità su ciò che accadeva fuori dalla pagina scritta di ciascuno di questi autori viene esaudita. Ogni curiosità relativa al buon bere, s’intende.
Il percorso del ricettario segue un tempo cronologico partendo nientemeno che dal Bardo, William Shakespeare, attraversando i secoli fino ai nostri giorni. Non manca la presenza di Jane Austen, Charles Dickens e Edgar Allan Poe per arrivare fino a Murakami, Anthony Bourdain e Nora Ephron.
A proposito di Nora Ephron, Bere come un vero scrittore mi ha ricordato il suo ultimo film da regista, Julie & Julia, in cui Amy Adams nei panni di Julie Powell apre un blog su internet. Siamo all’inizio degli anni 2000, all’indomani del crollo delle Twin Towers e la protagonista non soddisfatta del proprio lavoro decide di provare tutte le ricette di Julia Child dal suo famoso libro di cucina.
Ebbene, questo libro tradotto da Camilla Pieretti che attraversa la storia della letteratura tra un cocktail e l’altro mi ha fatto pensare che un uso divertente della lettura potrebbe e forse deve essere proprio la preparazione di tutti i drink qui citati. Vi siete mai chiesti che sapore ha l’assenzio? Lo avete mai provato come lo beveva Oscar Wilde? E che ne dite di una Coca-cola plus come la beveva Flannery O’Connor?
Per gli scrittori in cerca di un’occasione invece, per coloro i quali la carriera fatica a decollare il libro consiglia il drink preferito da Jacqueline Susann: due bambole rosse (in questo caso due caramelle alla cannella) e un sorso di scotch.
Insomma, in questo divertente, ironico e curioso ricettario ricco di aneddoti ce n’è davvero per tutti i gusti e sicuramente è un oggetto interessante di quelli che si possono usare, distruggere, scriverci gli appunti sopra e tenere sempre a portata di mano nelle serate con gli amici, quando vogliamo stupirli con drink originali.