Gigi Proietti, nonostante sia passato più di anno dalla scomparsa del grandissimo e inimitabile attore romano, sembra ancora impossibile da credere che dovremo per sempre rinunciare a una di quelle personalità, e persone, che hanno reso grande il cinema e lo spettacolo italiano.
La scomparsa di Gigi Proietti ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi innumerevoli fan e nel panorama dello spettacolo, venuto a mancare il 2 novembre 2020 all’età di 80 anni dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva in una clinica di Roma. Anche in passato il mattatore romano aveva dovuto fare i conti con problemi cardiaci, infatti nel 2010 era stato ricoverato presso l’ospedale San Pietro di Roma a seguito di un grave malore legato proprio a queste problematiche.
Gigi Proietti inizia la sua carriera davvero giovanissimo, dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università ‘La Sapienza’, ma interrompe di studi a soli sei esami dalla laurea. Il suo sogno era diverso, infatti il suo esordio avviene molti anni prima dell’università.
Già a soli 14 anni aveva esordito al cinema, come comparsa nel film di Vittorio Duse del ‘55, ‘Il nostro campione’. Successivamente interpretò qualche altra piccola parte in altri film, ma il debutto vero e proprio sul piccolo schermo arrivò nel 1966 con il ruolo di un maresciallo dei carabinieri, personaggio che – ben 30 anni dopo – avrebbe reinterpretato in tv in una delle serie Rai più amate di tutti i tempi: “Il maresciallo Rocca”.
Il successo anche sul grande schermo arrivò definitivamente con gli anni ‘70, quando si trovò a sostituire niente meno che Domenico Modugno, bloccato a causa di un incidente, nella commedia musicale di Garinei e Giovannini “Alleluja brava gente”, nel ruolo di Ademar. Da qui in poi si può davvero tenere traccia indelebile della sua immensa eredità artistica, la sua strabiliante carriera lo porta a lavorare con lo scrittore Roberto Lerici, una collaborazione da cui nacquero gli spettacoli del mattatore romano che hanno fatto la storia del teatro: ‘A me gli occhi, please’ a ‘Come mi piace’ e ‘Leggero leggero’.
Ma non solo, questi furono in assoluto gli anni d’oro dell’attore anche al cinema, fu scritturato come protagonista in pellicole come ‘Gli ordini sono ordini’, ‘Conviene far bene l’amore’, ‘Meo Patacca’, ‘Languidi baci, perfide carezze’ e ‘Casotto’, film del 1977 dove recita accanto a Ugo Tognazzi e una giovane Jodie Fosterm, aprendogli la strada all’internazionalità, sarà poi diretto da registi come Sidney Lumet, Robert Altman, Ted Kotcheff e Bertrand Tavernier.
Ed è proprio negli anni ‘70 che arriva il ruolo che lo ha trasformato da un attore a un’icona del cinema, nel ruolo di Bruno Fiorelli incontriamo “Mandrake” in quello che può essere definito un vero e proprio ‘cult’ nella storia del cinema italiano, “Febbre da Cavallo”. Dalle “mandrakate” alla scena del “whisky maschio” è forse questo il ruolo interpretato da Gigi Proietti più amato di sempre.
Nel 1978 nasce il suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per giovani attori, dopo essere diventato direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma. Una scuola importante da cui sono usciti celebri nomi del mondo dello spettacolo, tra cui Flavio Insinna, Massimo Wertmüller, Rodolfo Laganà, Chiara Noschese, Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi, Francesca Reggiani e Gabriele Cirilli.
Questa immensa eredità artistica è stata tramandata di generazioni in generazioni e ancora oggi viviamo di quello che Gigi Proietti ha saputo regalare alla televisione italiana.
Anche nella sua vita privata ha lasciato una grande eredità, è sempre stato molto riservato, nel 1967 Gigi Proietti ha sposato un’ex guida turistica svedese, Sagitta Alter, dalla quale ha avuto due figlie Susanna e Carlotta. Susanna, la maggiore, scenografa e costumista di successo è una donna altrettanto riservata, non ama le interviste e la popolarità, fa anche fatica ad accettare il grande affetto che il pubblico riservava al padre.
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Invece è proprio di Carlotta Proietti l’eredità artistica raccolta dal padre, a 9 anni aveva già scritto la sua prima canzone e a 16 iniziava una brillante carriera scegliendo di studiare canto, fonda il primo gruppo jazz nel 2005, quando era ancora giovanissima, affianca suo papà Gigi in “Serata D’Onore”. Nel 2012 esce il suo primo album alla cui lavorazione contribuisce anche Giancarlo Bigazzi e nello stesso anno è ospite al Premio Lunezia e omaggerà proprio Bigazzi.
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