The Witcher 2, il granitico cacciatore di mostri è tornato ma qualcosa non ha funzionato. Recensione
Il più importante cacciatore di mostri della televisione è tornato con The Witcher 2. The Witcher 2, uscita su Netflix, ci lascia di nuovo tra le braccia muscolose e granitiche di Henry Cavill nei panni di Geralt di Rivia, un guerriero errante alla ricerca del suo posto nel Continente – una terra finto-medievale piena di creature terribili, regnanti intriganti e foreste che per metà del loro tempo vanno a fuoco.
La battaglia epica di Sodden Hill èstata anche il momento dell’incontro di Geralt con Ciri (Freya Allan), scoprendo di avere il destino collegato. Ora deve prendersi cura della sua nuova pupilla, mentre si dispera per la maga promettente Yennefer (Anya Chalotra), che crede erroneamente morta. Nel frattempo, la politica sul continente diventa più complessa, in sostanza gli elfi stanno tramando qualcosa.
Questa è una saga fantasy a tutti gli effetti con un mondo tentacolare di antagonisti da tenere sotto controllo, compresi i piccoli dettagli delle linee di sangue elfiche, senza tralasciare il conoscere Vizimir e Vesemir.
The Witcher sicuramente ha molte buone tecniche per mantenere alto l’interesse degli spettatori. I corpi nudi sono il dolcificante classico di questo genere spade e cavalli, insieme al sangue che scorre a fiumi, e di certo in The Witcher 2 non mancano né l’uno né l’altro, però preferisce sgonfiare la propria pomposità con una commedia schietta, spesso offerta da Joey Batey come Jaskier, un fastidioso bardo con un’improbabile giacca di pelle viola che ci aiuta a superare alcuni episodi di metà stagione che si impantanano nel raddrizzare la mitologia dello show.
Anche i tre personaggi principali, per quanto si occupino seriamente di profezie, dinastie e quant’altro, possono mostrare un’ammirevole leggerezza di linguaggio – che compensa la grandiosità dei paesaggi, dei palazzi e dei voluminosi mantelli dei protagonisti. “Cazzo!” dice Yennefer quando si ritrova a riprendere conoscenza in prigione. Geralt stesso ha una risposta prosaica all’ingenuo suggerimento di Ciri di cercare rifugio in un posto chiamato Skellige: “Ti sposeresti con il più vicino Signore dell’Alito Cattivo“.
The Witcher 2 ci regala anche un ottimo attore britannico, Kevin Doyle (Downton Abbey) nei panni di un elfo codardo! C’è Graham McTavish (Outlander) nei panni di un intimidatorio ufficiale dei servizi segreti! Attenzione, ci sono anche Simon Callow e Liz Carr nei panni di una coppia di investigatori privati che scrutano pergamene in un tugurio foderato di libri!
Se tutto questo è una distrazione dal fatto che The Witcher non è mai stato un granché, allora possiamo dire che non è necessariamente un difetto. La prima stagione era basata sui racconti di Andrzej Sapkowski, ed è stata fatta seguendo lo stile preferito dall’autore, la sua veste televisiva è iniziata come uno show sui mostri da trovare e uscire, e si attiene a questo schema per il primo dei nuovi episodi in The Witcher 2, mandando Geralt e Ciri a stare nella villa dell’eccentrico uomo-bestia Nivellen (Kristofer Hivju). Si tratta di un cantastorie che può far cadere magicamente dal soffitto una cena arrosto o un bagno caldo, però si trova in difficoltà a trovare il vero amore per via del suo aspetto spaventoso. Si sviluppa una versione a tinte horror in stile La Bella e la Bestia che potrebbe essere autoconclusiva.
Dopo questa storia, però, la seconda stagione avrà la maggior parte della storia basata sui libri di Sapkowski del 1994 Il sangue degli elfi, e diventa più interessata al lento ambientarsi delle scene, deve cogliere ogni occasione per essere divertente e sopra le righe tra molte scene di re, regine, generali e maghi che discutono le sfumature delle loro possibili mosse successive. Gran parte della stagione è dedicata all’addestramento di Ciri a combattere al fianco di Geralt, il che avviene mentre alloggiano presso un Witcher anziano di nome Vesemir (in contrapposizione a Vizimir – l’irascibile re dei Redaniani). È interpretato dalla star Kim Bodnia, che ci dà il suo solito zietto vispo con un lato oscuro, esaltato da un ridicolo taglio di capelli all’indietro che sembra proprio una parrucca alla playmobil.
Il percorso di crescita di Ciri comporta anche una corsa a ostacoli simile una divertente versione medievale di Takeshi’s Castle, ci sono alcuni mostri da uccidere, da un vendicativo uomo-albero a un enorme insettoide alato. Quando si arriva a uno scontro epico non c’è nulla da ridire però, gli effetti speciali di The Witcher sono impeccabili.
Ma si tratta soprattutto di scandire il tempo, con Geralt che non conduce quasi mai l’azione come dovrebbe. Attenti come si deve essere al tempo del Covid con gli show, dove gli spettatori sono stanchi e fin troppo tormentati dalle costrizioni della vita, The Witcher 2 si presenta così, in un momento perfetto per trasformarsi in un grande spettacolo senza riuscirci davvero, anche se si è vista la buona volontà, ma forse non basta. È una stagione che si trova a cavallo tra le due guerre impegnate al massimo per intrattenerci mentre aspettiamo che al grande Geralt venga dato qualcosa di importante da fare. Il problema è che stiamo aspettando da un po’ troppo tempo ormai. E così ci rifugiamo, con grandi speranze, nell’attesa della terza stagione.