Cinema

Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts, la reunion rasenta la perfezione. Recensione

Il maghetto è tornato! E con che poderosa e sentita ondata di nostalgia è arrivata questa rimpatriata, con segreti svelati e cotte rivelate – ma c’è anche una considerevole assenza nel cuore di Harry Potter 20th Anniversary e in tutti gli spettatori.

La colonna sonora di John Williams suona ancora una volta (con l’aggiunta di campane a festa), la telecamera si libra sopra una finta strada vittoriana, appaiono lettere sigillate con la cera, così chiunque abbia iniziato a leggere i romanzi dal 1997 o abbia visto i film dal 2001, ieri era sul divano a guardare Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts. Lo speciale che segna 20 anni dall’uscita del primo adattamento cinematografico della serie fantasy di J.K. Rowling, che ha cambiato le sorti del mondo fantasy e venduto milioni di copie si attiene il più possibile all’estetica dell’originale.
Le chiacchierate tra le tre star principali, Daniel Radcliffe (Harry stesso), Emma Watson (Hermione Granger) e Rupert Grint (Ron Weasley), hanno luogo nella sala comune dei Grifondoro, all’inizio ci troviamo subito nella sala grande di Hogwarts e l’atmosfera è incredibile (iniziamo a prendere i fazzoletti proprio dai primi minuti), mentre Radcliffe e il regista dei primi due film, Chris Columbus, parlano nell’ufficio di Silente e così via. Si tratta di un’ondata di nostalgia che accresce solo quando l’affetto duraturo tra tutti loro diventa evidente. È davvero evidente come sia il cast e la troupe abbiamo un rapporto così stretto da sembrare una vera famiglia, facendo salire pericolosamente il livello di sdolcinatezza, anche se forse era inevitabile, come avevamo visto anche nella reunion di Friends, il fattore emotivo è il motore pulsante di tutto lo show, ma è giusto così, vogliamo emozionarci, per questo quando inizi a vedere Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts sai che vorrai piangere e vieni accontentato fin da subito.

Gli attori hanno notoriamente iniziato a lavorare al franchise quando erano bambini e il loro pubblico è cresciuto insieme a loro praticamente in tempo reale mentre i film uscivano tra il 2001 e il 2011.
Uno di quelli che si potrebbe supporre essere un membro centrale della famiglia, tuttavia, brilla per la sua assenza – la creatrice di Harry Potter e del suo mondo, l’autrice J.K. Rowling. Questo per via delle sue controverse posizioni e per un saggio che ha pubblicato nel 2020 dando il suo punto di vista sull’impatto dell’ideologia di genere sui diritti delle donne ampiamente denunciato come transfobico. Radcliffe, Grint e Watson hanno preso le distanze dalla scrittrice. Secondo i suoi agenti, la polemica non ha giocato alcun ruolo nella sua decisione di non prendere parte alla reunion e ha ritenuto che i filmati delle interviste del 2019 che vengono utilizzati in questo speciale (per lo più ricordando la difficoltà di trovare qualcuno per interpretare Harry) sarebbero stati abbastanza da riempire questa mancanza. Qualunque sia il vero motivo della scelta, e nonostante le varie menzioni affettuose a “Jo” da da parte di Radcliffe e altri in tutto lo speciale, rimane un vuoto. Dispiace davvero molto che proprio la donna che è stata capace di regalare al mondo un tale capolavoro capace di attraversare generazioni, abbia anche delle idee tanto oscure su temi importanti come i diritti di genere.

Nonostante questo, tutto il resto della reunion è davvero ricca di fascino, calore, carisma – specialmente quando Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange) irrompe come l’uragano più affascinante del mondo – e racconta un po’ di aneddoti e curiosità piccanti.
Ci viene anche raccontato come Alfonso Cuarón, che ha diretto il terzo film di Potter, abbia fatto scrivere al trio dei saggi sui loro personaggi e, fedele alla forma, Watson ha consegnato una perfetta dozzina di pagine, Radcliffe ha messo insieme mezza facciata A4 e Grint non non lo ha proprio consegnato, tutto torna, dietro e davanti le telecamere. Scopriamo anche che Alan Rickman aveva ricevuto dalla Rowling la versione integrale della motivazione finale di Piton (un segreto enorme) che non ha mai rivelato a nessuno; della crescente solitudine della Watson mentre crescevano le pressioni su di lei; del profondo affetto tra la Watson e Tom Felton (Draco Malfoy); e della cotta che Radcliffe aveva preso per la Bonham Carter, adorabile.

Ci sono anche momenti di riflessione trasversali sulla portata dell’impresa, come quando uno dei tre ricorda quando gli è stato detto che l’annuncio del casting sarebbe stato fatto quel pomeriggio e che i media sarebbero arrivati – “Quindi non puoi andare a casa”, e sulla maturità di Radcliffe incredibilmente molto oltre i suoi anni. Capiamo anche come si sentivano questi giovani ragazzi, anzi possiamo proprio dire inizialmente bambini, quando vengono messi a lavorare con artisti del calibro di Ralph Fiennes, Gary Oldman, Timothy Spall e molti altri nomi del firmamento britannico, all’inizio non hanno idea dei mostri sacri con cui hanno a che fare, ma negli anni, con la crescita si rendono conto del privilegio che hanno avuto e che… wow “recitano davvero bene! Così nasce nei tre il desiderio e il piacere di imparare da loro il più possibile.

Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts è una produzione brillante e raffinata, pensata per dare ai Potterheads esattamente quello che vogliono e come lo vogliono, non si resta in alcun modo insoddisfatti, tutto è perfetto e commovente. Chissà se tra altri 20 anni faranno rientrare anche la Rowling.

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