Amore e vendetta nel film Netflix The Unforgivable. Recensione
Il calendario Netflix di questo dicembre si è arricchito di numerosi ed interessanti titoli, tra i quali figura: The Unforgivable. Ai primi posti tra i film più visti sulla piattaforma, The Unforgivable attrae di primo impatto il pubblico, grazie alla presenza della poliedrica superstar Hollywoodiana Sandra Bullock. Basterà al lungometraggio sfruttare l’immagine dell’attrice americana per accaparrarsi giudizi positivi?
The Unforgivable è diretto da Nora Fingscheidt ed è tratto da una miniserie inglese dell’ormai lontano 2009, scritta da Sally Wainwright. Il film viaggia assecondando diverse caratteristiche del thriller e del dramma familiare e vede la protagonista, una donna provata dalla vita, aspirare ad un riscatto dopo venti anni di prigionia, riscatto che passa attraverso la necessità di ritrovare l’amore per la sorella. The Unforgivable mostra le difficoltà di Ruth di reinserirsi nella società, all’interno della quale la donna è ormai stigmatizzata in quanto assassina ed ex carcerata. La spinta per continuare a vivere, però, deriva dal desiderio di riabbracciare Kate, una sorella abbandonata troppo tempo prima, ormai adulta, lontana ma mai veramente distante.
Ruth Slater dopo vent’anni di prigione è finalmente libera. La donna, in seguito ad un tentativo di sfratto da parte della polizia, ha ucciso lo sceriffo nel disperato tentativo di proteggere la sua piccola sorella. Mentre Ruth scontava la sua pena, trasformandosi nella donna fredda ed introversa del presente, Kate veniva adottata da una buona famiglia. Una Kate adolescente è un’ottima pianista e studentessa e ha instaurato un bellissimo rapporto con sua sorella adottiva ma pare non ricordare nulla della sua vita passata, né di Ruth. I traumi, però, non possono svanire del tutto e quando vengono relegati in un angusto spazio della mente sono sempre pronti ad esplodere. Kate, infatti, ha problemi di insonnia, fatica a dormire e a concertarsi, le immagini della sua infanzia interrotta si ripresentano sotto forma di sensazioni e nebulosi quadri. La ragazza sembra sempre alla continua ricerca delle proprie origini contraddistinta da una perenne incompletezza della personalità in quanto manca quel piccolo ma significativo pezzo del puzzle rappresentato da sua sorella Ruth. Quest’ultima, nel frattempo, inizia due lavori contemporaneamente, prova a destreggerai tra le fatiche della vita quotidiana e ad instaurare rapporti vagamente umani. Ma la strada è più che lineare: il passato da ex detenuta mina, nel profondo, la normalità della sua esistenza. Ciò che spinge la protagonista a non arrendersi è la speranza di rincontrare Kate come se, la sua affermazione personale, passasse esclusivamente tramite il riconoscimento di sua sorella, attraverso i suoi occhi.
In parallelo, il film sviluppa la dinamica della vendetta dei figli dello sceriffo ucciso, ai danni di Ruth. Non avendo mai elaborato il lutto, i due si improvvisano angeli vendicatori e minaccia per la vita delle due sorelle. Uno di questi decide di punire Ruth e condannarla a sofferenze eterne, ripagandola con la stessa moneta: il ragazzo rapisce, però, la sorella adottiva di Kate e il piano andrà miserabilmente in fumo.
Nulla è perduto, anzi: dopo aver toccato il fondo, la luce in fondo al tunnel sembra essere arrivata: senza parole le due sorelle si ricongiungono in un lungo e tenero abbraccio, simbolo di un legame indissolubile, sì trascurato ma mai dimenticato.
Al di là delle profonde considerazioni che possono essere fatte circa il valore trascendentale dell’amore fraterno, di quel tipo di sentimento che prescinde vuoti di memoria, traumi profondi, The Unforgivable sembra un misto confuso e disordinato di più generi. Il film manca la possibilità di raccontare molto di più sulla famiglia, ma preferisce descrivere l’azione tramite immagini confuse, frammenti del passato. La narrazione procede lenta, ma pecca soprattutto nella mancanza di punti di svolta significativi e densi di emozione: i personaggi, così, risultano piatti , anonimi e in balia di eventi talvolta casuali più che causali. Sandra Bullock è l’unica nota positiva in un ventaglio di attori che atteggia delle sensazioni più che mostrarle.
The Unforgivable, di certo, si dimostra un accattivante titolo per queste feste natalizie ma ciò non basta per poterlo considerare un buon film. Quest’ultimo rinuncia a proporre una trattazione originale della sceneggiatura e insieme, trascura l’eventuale intensità dei personaggi preferendo la quantità degli stessi più che alla qualità del loro spessore emotivo.
Un mix insolito, per una storia thriller dai toni melodrammatici e melensi: non c’è denuncia sociale, non c’è autenticità dell’amore e pare che la sofferenza sia più dichiarata che vissuta. In The Unforgivable, quindi, manca quello di cui ogni film ha bisogno, per poter diventare memorabile nel tempo: una sua verità.