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Hawkeye, un grande ed emozionante finale di stagione. Recensione episodio 6

Con il 2021 che finisce, i Marvel Studios hanno fatto ultimo regalo ai fan del MCU sotto forma del suo finale stagione di Hawkeye su Disney+. L’episodio, intitolato “Buon Natale a me!”, mantiene per tutto il tempo un sottofondo di festività all’ennesima potenza, con una colonna sonora degna del Natale, nella speranza che le battaglie si plachino e la guerra sia finita.

Sì, la guerra contro Thanos può essere finita da tempo, ma indugia nei cuori dei sopravvissuti Yelena Belova e Clint Barton, nessuno dei quali si è veramente ripreso dalla morte di Natasha Romanoff. Yelena non era nemmeno lì durante quella battaglia, essendo stata eliminata dall’universo insieme a metà della popolazione, ma soffre per quello che ha perso, e quel dolore ha colpito dritto in faccia Clint durante questo finale di stagione.
Penso che tutti noi sapessimo che un vero e proprio cuore a cuore tra i due avrebbe risolto la situazione abbastanza rapidamente, ma ammettiamolo, è stato davvero commovente, forse il momento di cui avevamo davvero bisogno dall’inizio della stagione. È tempo di ricordare Natasha come lei vorrebbe essere ricordata: testarda come l’inferno e nel pieno controllo del suo destino. L’unica persona da incolpare per la sua morte è Thanos e il titano pazzo è morto. Permettergli di dominare così tante emozioni gli si dà una parte di quella vittoria che una volta desiderava.

Naturalmente c’era ancora molta chiarezza da fare e fili della trama da sistemare nel finale di Hawkeye, la maggior parte dei quali sono stati trattati nella scena di apertura tra Wilson Fisk ed Eleanor Bishop. Quest’ultima era presente per confermare che sì, ha ucciso Armand III dichiarando di aver lavorato per Fisk da quando il padre di Kate è morto e li ha lasciati con un enorme debito nei suoi confronti, già saldato con interessi esorbitanti. Eleanor era semplicemente una pedina sulla scacchiera di Fisk, sfruttata oltre misura. Può aver cercato di redimersi all’ultimo per non mettere in pericolo Kate, ma ha finito per pagarne il prezzo comunque.

Dopo che Kate ha affrontato Eleanor per il modo in cui ha gestito le cose, viene arrestata per l’omicidio di Armand III e altri vari crimini. Mentre Eleanor viene vista come una vittima spaventata delle circostanze che sentiva di non avere altra scelta se non quella di mettersi al volere di Wilson Fisk ed eseguire i suoi ordini, Kate la vede come qualcuno che deve rispondere di ciò che ha fatto. Pochi minuti dopo, Kate se ne va felicemente verso il tramonto con il proclamato assassino Clint Barton, che brucia la sua tuta da Ronin come in segno di essersene liberato, insomma un bel “mettiamoci una pietra sopra”.

È un peccato che l’esplorazione della responsabilità di Clint per le sue azioni come Ronin finiscano con una fiammata, è un tema con cui lo stesso MCU ha annaspato fin dagli eventi di Captain America: Civil War, e forse è un tema che la Marvel dovrebbe scegliere di rivisitare in futuro, l’attuale status quo ancora non convince, e se il MCU è intenzionato a onorare l’eredità di Tony Stark nella storia, questo sarebbe un modo importante per farlo, considerando quanto Tony fosse intenzionato a far sì che gli Avengers fossero ritenuti responsabili di ciò che fanno, e di chi hanno ferito con le loro azioni.
Mettendo da parte questa piccola polemica, però, il finale stesso è stato praticamente una pura gioia natalizia, con un solido livello di slancio e un bel po’ di azione formidabile, restituendo abbastanza regali per darci la possibilità di essere sazi fino a quando la Marvel non inizierà a distribuire nuove delizie nel 2022.

Il ritorno di Vincent D’Onofrio come Kingpin è stato emozionante e la lotta di Yelena e Kate nell’ascensore e stata incredibile, il momento che aspettavamo dalla scorsa puntata. Loro due insieme fanno davvero scintille. Florence Pugh e Hailee Steinfeld sono incredibili insieme sullo schermo e giocano bene con i rispettivi personaggi. Tutti acclamano i nuovi Occhio di Falco e Vedova Nera, una nuova generazione di Avengers che sembrano molto più disposti a mettere in discussione i loro ordini rispetto alle vecchie guardie come Clint e Natasha.

La maggior parte di questo finale di stagione è stato l’equivalente di scartare un regalo che induce al sorriso stampato perennemente in volto: la preparazione di Clint e Kate che creano un nuovo set di frecce truccate, tutto quello che è successo con Jack Duquesne di Tony Dalton (non riesco nemmeno a restringere il campo), la Tracksuit Mafia che continua ad essere una delizia anche se sono stati colpiti come tanti birilli, il gufo nell’albero di Natale che vola via con il piccolo Trust a Bro, Echo contro Kazi (tristemente ucciso con troppa facilità) e Kingpin, che possiamo dire invece non essere stato ucciso con troppa facilità; la rivelazione che sì, anche Laura Barton una volta era un agente dello SHIELD, e probabilmente una delle più grandi scene post-credits che il MCU abbia mai avuto: una performance completa e spudorata di “Save the City” di Marc Shaiman e Scott Wittman da Rogers: The Musical. Rimane un tormentone inarrestabile, anche se sinceramente speravo in un’inquadratura finale di un certo “qualcuno” tra il pubblico a guardare.
Un’altro aspetto gratificante di Hawkeye è il fatto di non essere stato impostato per avere un seguito nella Fase 4 in arrivo, non c’è stato nessun riferimento a Daredevil o un grande cameo, tutti hanno avuto il loro finale, anche se in alcuni casi quella chiusura probabilmente porta direttamente al loro futuro nel MCU.

Echo e Kate torneranno senza dubbio, e anche Yelena. Hawkeye? Beh, forse otterrà finalmente quel pensionamento che ha desiderato per anni, sapendo di avere un ottima sostituta pronta e disposta a combattere le giuste battaglie, una persona che sa di poter arrivare in soccorso senza l’aggiunta di una super forza o di una tuta volante che spara laser. Hawkeye, com’è diventato chiaro durante questa serie, è molto stanco. Kate, Echo e Yelena invece si sono appena svegliate.

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