Hawkeye, una puntata in crescendo che mostra il potenziale del MCU. Recensione episodio 5
L’episodio 5 della serie Tv Marvel Hawkeye, “Ronin”, ha finalmente permesso alla maggior parte dei nostri intrepidi non-quasi-eroi di scoprire che sono solo pedine in un gioco più grande tra alcuni giocatori molto strategici. Ha anche salvato il suo ultimo colpo di scena, con la rivelazione che i fan di Daredevil di Netflix stavano aspettando: il ritorno del Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio aka Kingpin.
Ma prima di questo, alcune osservazioni meritano di essere fatte, una tra queste è tenere in considerazione la durata dell’episodio Hawkeye, non perché fosse noioso – tutt’altro – ma perché si aveva la sensazione che il penultimo (penultimo!) episodio stesse trascorrendo fin troppo tempo a creare nuova tensione piuttosto che a condurci verso il finale.
Sicuramente tantissimi dei fan Marvel avranno urlato contro i loro schermi quando sono arrivati i titoli di coda proprio sul punto cruciale, quando era proprio arrivato il momento di schiacciare sul pulsante start e dare il via allo spettacolo… e invece, si dovrà aspettare ancora una settimana per la tanto attesa resa dei conti tra Clint, Kate, Echo, Yelena, Eleanor, Kazi, la Mafia della Tuta, e possibilmente Wilson Fisk, questa è un po’ la chiave di tutto l’episodio. I personaggio sono ora proprio dove devono essere per un climax esplosivo, e quel climax non sarebbe così efficace senza sapere la posta che c’è in gioco. Come Hawkeye ci ha informato fin dall’inizio, non si tratta di un’altra apocalisse del MCU. Non è la fine del mondo. Si tratta della famiglia, e di quello che si è disposti a fare per loro e senza di loro.
“Ronin” si prende un po’ di tempo per colmare alcune lacune di Vedova Nera, torniamo indietro nel tempo al 2018 e ci uniamo alla missione in corso di Yelena per liberare altre vedove in tutto il mondo. Ci mostra cosa succede quando viene portata via dal Blip (quelle spolverate non stanno diventando meno sconvolgenti) e quando Yelena ritorna, Natasha è morta. Sappiamo già che Valentina ha attribuito la sua morte a Clint, ma anche se “Ronin” ha Kate che cerca di mettere un giustificabile seme del dubbio nella mente di Yelena sulla colpevolezza di Clint, si percepisce che un sospetto stia già maturando nella giovane donna – se Yelena volesse davvero una rapida vendetta per la morte di Natasha, probabilmente non avrebbe bisogno di una piccola dolce paga da Eleanor Bishop per fare il lavoro.
L’incontro di Kate con Yelena è stato un piacere, la loro conversazione è andata avanti per un po’, ma la chimica era talmente buona che si poteva avere anche un’intera puntata con Florence Pugh e Hailee Steinfeld che parlano per tutto il giorno. Le attrici entrano in questi personaggi così bene, e Pugh si diverte a giocare con il suo essere addestrata e pericolosa come Yelena, sembra di vedere un gatto dagli occhi scintillanti che gioca con un topo terrorizzato. Le due alla fine diventeranno partner? Giovani Avengers? Amiche? Amanti?
Nel frattempo, la dolcezza del rapporto tra Kate ed Eleanor viene alla ribalta, il tradimento di Eleanor, più la rivelazione che è in combutta con Wilson Fisk, probabilmente colpirà Kate molto duramente. Di chi può veramente fidarsi Kate? In chi può credere? Forse è meglio che si liberi di un po’ della sua innocenza per rendersi conto che la vita di un supereroe è quasi sempre un casino e avere il cuore spezzato è all’ordine del giorno.
Anche Echo, che è stata inaspettatamente introdotta nel MCU come più di un cattivo, sta ponendo alcune domande difficili; la sua ricerca di uccidere Ronin è ora in subbuglio dopo che Clint ha fatto la sua mossa scombussolando la partita. Forse il braccio destro di Maya, Kazi, non era presente la notte in cui suo padre è stato ucciso da Ronin perché lo “zio” non voleva che fosse ferito durante la mischia, o forse perché Kazi era l’informatore di Clint. Maya potrebbe accidentalmente trovarsi alla deriva al fianco di Clint, piuttosto che essere alla sua gola.
Mentre ci dirigiamo verso il finale di Hawkeye, alcune torbide verità sono finalmente venute alla luce e Ronin non è più nell’ombra, è una parte dell’anima di Clint che non potrà mai eliminare – un mostro con cui lui e la sua famiglia dovranno convivere fino al suo ultimo respiro, e forse oltre. Come Clint, Maya e Yelena sono armi manipolate da chi non vuole sporcarsi le mani. Ora ognuno di loro deve decidere per quanto tempo sopporteranno di essere usati prima di fare marcia indietro.
Il mistero dell’orologio Rolex Avengers Compound ancora una volta passa in secondo piano, ma va bene così, se gli indizi del passato di Clint e Laura portano dove sembra, Clint non sarà l’unico a tornare a casa per Natale. Staremo a vedere…