La Casa di Carta stagione 5, il finale. Recensione
L’abbiamo aspettata, imitata e amata, ma con la seconda parte, La Casa di Carta 5 è arrivata al termine. Nella prima parte la banda è rimasta senza una colonna portante con la perdita di Tokyo: dopo Nairobi, forse, non ce lo meritavamo davvero, ma era una scomparsa intuibile dal fatto che è stata la narratrice fin dalla prima puntata di questa stagione.
La seconda parte di La Casa di Carta 5 si apre con il Professore in balia di Sierra che, nonostante abbia appena partorito e sia prigioniera dell’uomo più intelligente e furbo di tutti i tempi, riesce a fuggire. Lei è l’unica a saper rubare a casa dei ladri, ma si rende conto in fretta che quei soldi possono servire anche a lei e per il futuro di sua figlia. E per quanto il professore l’abbia fatta impazzire, alla fine Sierra si unisce a lui e sarà proprio il suo prezioso aiuto a far uscire vincenti il professore e la sua squadra.
Infatti, quando tutto sembra andare secondo i piani e l’oro è finalmente fuori dalla banca, arriva una banda di ladri travestita da poliziotti a rubargli l’oro da sotto il naso. È chiaro fin da subito che si tratta di qualcuno che sapeva esattamente dove e quando farsi trovare per rubare il bottino. Il Professore capisce che quella persona poteva essere solo una: Tatiana (Diana Gómez), la ex moglie di Berlino ora fidanzata con il figlio, Rafael. Eppure, bastano poche parole del Professore scritte su un pezzo di carta per convincere Rafael a restituire l’oro alla banda. Dopo, fa lo stesso con Tamayo che decide di lasciare vivi e in libertà tutti i componenti, regalargli un nuovo nome per iniziare una nuova vita in cambio di lingotti di ottone. Ed è così che un metallo povero garantisce alla banda la libertà, a Tamayo una buona reputazione come colonnello ed evita alla Spagna di finire in bancarotta. Per cinque stagioni si è scavato e combattuto per l’oro e alla fine è stato l’ottone a risolvere le cose.
Ecco qualche commento a caldo su alcuni personaggi che in questa stagione hanno brillato, alcuni per intelligenza, altri per eccessiva sconsideratezza.
Il Professore
Come sempre il Professore riserva la giusta soluzione per l’inaspettato: in qualsiasi situazione vi sì trovi, anche in quella oggettivamente impossibile da risolvere, c’è una lontana voce nella testa di ognuno di noi che ci convince che ‘il Professore saprà come uscirne’ ed effettivamente è sempre così. Anche se all’inizio è difficile, ogni volta si finisce per crederlo, perché è il Professore ad averlo pensato, e lui non sbaglia mai i suoi calcoli.
Denver e Stoccolma
Tra i due non c’è solo un terzo in comodo, ma anche un quarto: oltre a Manila (Belén Cuesta) si inserisce lo stress post traumatico subito da Monica, che si accentua in particolare modo dopo lo sparo sferrato dalla stessa nei confronti di Arturo. Alla fine i due risolvono i problemi in una camera blindata, esattamente come si sono conosciuti, peccando un po’ di leggerezza: si può davvero uscire da pesanti disturbi post-traumatici in qualche ora e tra quattro pareti?
Rafael e Tatiana
Per trasmetterci la sua rabbia dopo aver scoperto che suo figlio Rafael si è fidanzato con la ex moglie Tatiana, Berlino ha distrutto un intero bar, e direi che ci ha fornito con chiarezza un’idea del suo sentimento. Ciò che non è ancora chiaro, è quali siano state le parole del Professore che hanno convinto Rafael a cedere il bottino rubato senza sforzo e lontano dai sospetti della polizia. Nessuno sarebbe mai andato a cercare Rafael, Tatiana e la loro banda di poliziotti-ladri ed è difficile immaginare cosa l’abbia convinto a rinunciare a tutta quella ricchezza prêt-à-porter.
Alicia Sierra
Si è rivelata essere la chiave di tutto, soprattutto quella che ha aperto le porta della libertà. Senza di lei la banda non sarebbe mai uscita libera, e forse nemmeno viva. Si è confermata una donna potente, intelligente, l’unica a saper fuggire dal Professore e l’unica che avrebbe potuto portare a conclusione il suo piano ridotto al limite del possibile.
Tamayo
La conclusione di La Casa di Carta 5 è stata pensata per accontentare tutti, guardie e ladri. Quello che è poco credibile è che un colonnello come Tamayo, che ha combattuto giorno e notte contro la banda del Professore perdendo sonno, lucidità e a momenti anche una moglie, abbia potuto accettare di lasciarli liberi e sostituire l’oro della riserva nazionale di Spagna con l’ottone. C’era davvero bisogno di lasciarli liberi? Ok l’ottone, ma regalargli anche i passaporti per iniziare una nuova e lussuosa vita, forse è un po’ troppo.
Se vi state preoccupando che l’universo di La Casa di Carta sia terminato qui, state tranquilli: è in programma uno spin-off su uno dei personaggi più amati e di cui, anche dopo la sua scomparsa, non si è potuto fare a meno: Berlino, 2023.