Hawkeye, salva le feste e mostra la bellezza dei momenti più tranquilli e semplici nel MCU. Recensione episodio 4
Nonostante il MCU abbia la sua discreta dose di grandi e memorabili scene d’azione, alcune delle migliori in questo universo sono legate ai personaggi quando gli viene permesso di rallentare. Certo, il pubblico ama la lotta all’aeroporto in Captain America: Civil War o il momento “Avengers Assemble” in Avengers: Endgame, ma allo stesso modo non sono assolutamente da sottovalutare le scene come i titoli di coda in The Avengers o il team che cerca di sollevare il martello di Thor in Avengers: Age of Ultron. A volte, sono i momenti più semplici e tranquilli che hanno l’effetto più grande.
Gli show Disney+ della Marvel esistono soprattutto per dare corpo ai personaggi che non hanno avuto il loro momento sotto i riflettori nei film, ma lo stile con cui queste serie stanno rallentando le cose in modi che i film non possono fare, sono davvero delle chicche. Per esempio, WandaVision può dedicare un intero episodio con un’affascinante rivisitazione del Dick Van Dyke Show, Loki può incentrare un episodio su Loki e Sylvie che si conoscono appena e The Falcon and the Winter Soldier può dedicare molto tempo alla problematica amicizia tra i due personaggi. Dopo il terzo episodio ricco di azione “Eco”, l’episodio di questa settimana, “Siamo partner, no?” coglie l’opportunità di rallentare le cose e mostra quanto affascinante e commovente possa essere il MCU nei suoi momenti più semplici.
Il nucleo che rende l’episodio “Siamo partner, no?” forse il miglior della serie Hawkeye finora è Kate Bishop (Hailee Steinfeld) che cerca di salvare le feste. Lei e Clint Barton (Jeremy Renner) bevono cocktail con gli ombrellini, guardano alcuni film di Natale e discutono i pro e i contro delle frecce boomerang. Nei primi tre episodi, i migliori momenti di Hawkeye sono stati nelle dinamiche tra Steinfeld e Renner, facendoli battibeccare in un gioco di dialoghi divertenti e allo stesso modo interessanti, ed è quel fascino e quell’umorismo che fa eccellere questo episodio.
È in questi momenti più semplici che riusciamo a vedere veramente cosa fa scattare questi personaggi, anche se abbiamo visto nel corso di molti anni quante cose ha perso Clint, compresa la sua famiglia durante il blip e Natasha Romanoff, vederlo seduto e raccontare di queste perdite è sorprendentemente efficace e toccante. “Siamo partner, no?” rende molto chiaro che Clint sta tenendo Kate a distanza perché teme che lei diventi un’altra persona a cui si affeziona e che potrebbe perdere da un momento all’altro, come Natasha.
La madre di Kate, Eleanor (Vera Farmiga), dice all’inizio dell’episodio che “essere buoni non è sempre abbastanza per tenerti in vita” a proposito di Natasha, e sembra in questo episodio che quelle parole abbiano tormentato Clint ancora di più che negli episodi precedenti.
Eppure, anche se sono proprio i momenti emozionali quelli che il MCU sa fare così bene, sono proprio quelli che Clint vuole evitare. Ha commesso degli errori in passato come Ronin, errori che sta cercando di rimediare e che, se non vengono gestiti, potrebbero danneggiare la sua famiglia. Anche se Clint sta affrontando il peso delle azioni passate, non sono ricordi che vuole rivivere. Eppure, come abbiamo potuto vedere, quando spegne l’apparecchio acustico, tutto ciò che gli rimane è il silenzio, il ricordo della perdita della sua famiglia e di Natasha, anche se è stata lei a digli di lasciarla andare in Avengers: Endgame, comunque è qualcosa che lui non riesce a superare.
Verso la fine di “Siamo partner, no?” questo passato torna a perseguitarlo ancora una volta, quando, durante la lotta sul tetto, vede Kate cadere. Quando si rende conto che non è caduta dal tetto, ma è stata salvata da una corda, taglia la fune (consapevole che non le sarebbe successo niente di mortale). Nella mente di Clint, è decisamente meglio tagliare fuori Kate, piuttosto che insegnarle qualcosa sulla base degli errori del suo passato.
Kate ha dimostrato di poter reggere il confronto in questa collaborazione, l’avventura al fianco di Clint è un’opportunità per vivere i sogni di tutta una vita, da quando da bambina ha assistito allo scontro di New York.
Non sembra rendersi conto del pericolo che sta correndo, non ha problemi a cadere da un tetto, visto che risale subito le scale per unirsi di nuovo alla mischia, è come se non capisse bene le conseguenze delle sue azioni. È questo tipo di atteggiamento che l’hanno portata a distruggere il campanile del suo college nel primo episodio, ma è anche il tipo di atteggiamento che le permette di intrufolarsi nell’appartamento di Maya Lopez (Alaqua Cox) utilizzando il suo fascino innato.
Ma “Siamo partner, no?” fa anche un eccellente lavoro nel mostrare cosa rischia di perdere Kate con le sue azioni. Più o meno nello stesso momento in cui Kaye scopre che Jack Duquesne (Tony Dalton) sta riciclando denaro per la Tracksuit Mafia, lo vediamo anche renda felice Eleanor. Se Kate dovesse portare a termine il suo piano, significherebbe rendere infelice sua madre. Le perdite di Clint sono state per lo più inaspettate, ma Kate dovrà probabilmente fare una scelta, ovvero ferire sua madre per completare la sua missione.
Naturalmente, la grande sorpresa dell’episodio è la rivelazione di Yelena Belova (Florence Pugh), che sta cercando di uccidere Clint a causa del suo presunto coinvolgimento nella morte di Natasha. Con solo due episodi rimanenti di Hawkeye, sembra improbabile che entri in questa fase del gioco, ma se “Echoes” ha potuto introdurre un cattivo completamente nuovo in pochi minuti, potrebbe essere che Hawkeye sarà in grado, in qualche modo, di rendere giustizia a Yelena.
Anche se la puntata “Eco” ha dimostrato che Hawkeye può fare quasi una scena d’azione lunga un intero episodio, sorprendente ed emozionante, “Siamo partner, no?” ribadisce quanto grande possa essere il MCU quando rallenta e permette allo spettatore di trascorrere del tempo con i personaggi. Frecce truccate e grandi cattivi sono divertenti, ma a volte vuoi solo rilassarti con dei cocktail sotto forma di ghiaccioli attaccati al corpo mentre guardi “La vita è meravigliosa”.