Nell’attesa di vederlo nei panni di Maurizio Gucci, ecco la classifica delle 10 migliori performance di Adam Driver che testimonia il suo straordinario bagaglio cinematografico.
Non importa il genere del film o il ruolo in cui si cala, Adam Driver davanti alle telecamere sembra essere sempre nel posto giusto al momento giusto e, mentre aspettiamo di vederlo in House of Gucci -l’attesissimo film con Lady Gaga, che uscirà nelle sale italiane il prossimo 16 dicembre, cogliamo l’occasione per omaggiare 10 delle migliori e memorabili performance di Adam Driver.
Frances Ha di Noah Baumbach rientra senza dubbio nella lista dei i migliori film in bianco e nero dell’ultimo decennio, uno di quei capolavori della cinematografia da guardare (almeno) una volta nella vita. Adam Driver ha avuto l’opportunità di interpretare uno dei suoi primi ruoli in Frances Ha, durante il quale si è calato nei panni di Lev, un vero e proprio dongiovanni di supporto a Frances (Greta Gerwig). Adam Driver risulta essere -senza troppi sforzi- affascinante nell’interpretazione di un personaggio piuttosto umoristico con un sorriso fanciullesco e una camminata spensierata. Lev ottiene alcune delle migliori battute e scene in un film che ne ha in abbondanza, a partire dalla semplice ma coinvolgente scena iniziale in cui va a cena con Frances, che testimonia l’impegno che Driver mette anche in una semplice conversazione. Quella nei panni di Lev è stata una performance sottovalutata dell’attore stesso, nonostante sia stato uno dei primi segnali della promettente carriera cinematografica.
Logan Lucky racconta di una rapina fuori dal comune, una storia ricca di personaggi memorabili e bizzarri che solo un regista come Steven Soderbergh poteva creare. Tra loro c’è Clyde Logan interpretato da Driver, la metà di un duo di fratelli che escogita un piano audace per intraprendere una rapina ad alta posta in gioco in una delle più grandi corse dell’anno, la Charlotte Motor Speedway. Clyde, un veterano che ha perso un braccio in Iraq ora barista dalla dolce voce, non rientra nello stereotipo del criminale, ma è attraverso la sobria performance di Driver che diventa un personaggio di spicco, così profondamente umoristico e coinvolgente che tiene gli spettatori bloccati nel viaggio criminale.
Un film che ha diviso l’opinione pubblica per come ha sovvertito e sfidato gran parte della mitologia esistente del franchise, Star Wars: Gli ultimi di Jedi è un prodotto audace che vede Driver al centro nei panni del conflittuale Kylo Ren. Proprio come il film in cui si trova, l’antagonista di Driver sfida la facile categorizzazione pur rimanendo stranamente avvincente. La sua esibizione tiene sulle spine gli spettatori e porta alla luce una risonanza emotiva più profonda e nascosta. Anche se sembrava non ci fosse futuro per lui nella trilogia, è attraverso la performance enigmatica di Adam Driver che la serie ha trovato un nuovo terreno interessante su cui proseguire: l’insicurezza e la rabbia che Driver ha portato nella vita del cattivo l’ha portato al limite e l’ha reso più terrificante di prima. La sequenza nella sala del trono rappresenta ancora oggi un punto culminante del film che fa perno su Driver in modo delicato e trascina gli spettatori nei molteplici strati delle sue vorticose emozioni.
BlacKkKlansman di Spike Lee è un film complicato caratterizzato da forti interpretazioni centrali: tra queste trova spazio quella Driver nel ruolo del detective Flip Zimmerman, il partner del Ron Stallworth (John David Washington). La chimica che i due condividono è impareggiabile e tangibile persino tra le sottili battute, che hanno ancora più impatto quando sono mescolate alla posta in gioco del film. Nella scena in cui Flip viene sottoposto alla macchina della verità da un violento suprematista bianco, si possono riconoscere punte di umorismo oscuro in un momento di estrema tensione, che Driver affronta con estrema sicurezza muovendosi sul filo del rasoio tonale senza perdere un passo. È un ruolo oggettivamente difficile da interpretare, in cui lui, ancora una volta, trionfa con estrema facilità.
I morti non muoiono è tutt’altro che un’opera perfetta, in cui però troviamo la performance più eccentrica e affascinante di Driver nei panni dell’agente Ronnie Peterson, un uomo brillante che viene coinvolto in un piccolo problema con gli zombi. Tra battute e osservazioni uniche, il film scorre mentre Ronnie combatte i non-morti che stanno iniziando ad attaccare la città. Nonostante secondo l’opinione di molti il film cerchi di fare più lungo della gamba, è attraverso le performance di tutto il cast che trova la vita in mezzo alla morte. Driver e il suo compagno, interpretato dal grande Bill Murray, si avvicinano al materiale con un temperamento stravagante ma allo stesso tempo carismatico. È, senza dubbio, la voce più strana di questa classifica, nonché una delle prestazioni più sottovalutate di Driver.
The Last Duel di Ridley Scott è uno dei film più recenti di questa lista che vede Driver sprofondare in uno dei suoi personaggi più sgradevoli, reso ancora più impressionante per il modo in cui arriva di soppiatto al pubblico. Interpreta Jacques LeGris, un amico ed eventualmente nemico del Jean de Carrouges (Matt Damon). All’inizio sembra che i due uomini siano il fulcro del film, poi l’attenzione si sposti su come entrambi abbiano profondamente offeso l’affascinante Marguerite de Carrouges, interpretata da Jodie Comer. Fondato su una realtà terribile che riflette sia il passato che il presente, il voltafaccia di Driver è un imprevisto stomachevole e scomodo da digerire. Testimonia le sue eccellenti capacità di attore che gli permettono di incarnare un’apparenza gentile che nasconde un uomo viscido ed egoista. La crudeltà e la mancanza di compassione che bolle sotto la superficie rendono Jacques un cattivo davvero memorabile proprio per il fatto che, alla fine, non gli importa di nessuno se non di se stesso.
Un altro film di Ridley Scott, House of Gucci, è uno sguardo decadente sulle vite dei ricchi che mostra l’insensibilità che si nasconde tra le mura delle loro case. Driver interpreta Maurizio della famiglia Gucci che costruisce con Patrizia Reggiani (Lady Gaga) una relazione conflittuale destinata a distruggere la famiglia. Anche se è Lady Gaga ad avere i momenti più esuberanti della pellicola, non bisogna sottovalutare ciò che Driver porta in tavola in ogni scena che lo trova coinvolto: è un altro di quei film in cui passa dall’essere una uomo apparentemente gentile ad uno molto crudele. Driver cattura la personalità di Maurizio Gucci magistralmente, mostrando come l’avidità e l’egoismo siano componenti chiave di ciò che lo spinge agire, anche quando cerca negarlo se stesso. Più va avanti, più diventa chiaro come il suo approccio al personaggio trascini gli spettatori nel suo degrado, rendendo il film un prodotto eccezionale.
Un progetto di passione decennale di Martin Scorsese, Silence trasporta gli spettatori in un racconto doloroso ma allo stesso tempo commovente. Garupe (Adam Driver) e Rodrigues (Andrew Garfield) sono due preti del XVII secolo che viaggiano in Giappone per rintracciare il loro mentore scomparso. Ciò che trovano in Oriente metterà alla prova la loro fede e il loro impegno, cambiandoli per sempre e irreparabilmente. È un film colmo di sofferenza che Driver contribuisce a rendere tale: il suo personaggio, Garupe, è molto più disilluso e incerto sulla ricerca rispetto al suo compagno e si chiede costantemente se valga davvero la pena di continuare a soffrire. Tuttavia, la crescita che attraversa il personaggio lo vedrà diventare completamente fedele alla loro missione, una svolta inaspettata soprattutto se comparata al percorso del devoto Rodrigues. La scena finale è carica di una tristezza estrema che Driver porta ad altezze profonde, nonostante segni un importante momento di perdita.
Marriage Story ha riunito Driver e Baumbach che insieme raccontano e catturano il dolore di una relazione che va in pezzi. Driver interpreta il regista teatrale nevrotico Charlie, il marito di Nicole, interpretata da Scarlett Johansson. L’amore è finito, i due si stanno chiaramente allontanando da tempo e per questo decidono di iniziare il processo di divorzio. La coppia ha un figlio di nome Henry che viene coinvolto nelle ricadute di una relazione in dirittura d’arrivo. Il film ha dato vita a molti meme, soprattutto la scena dell’argomento centrale che viene modificata in diverse rivisitazioni umoristiche. In questa storia Driver trova un’onestà emotiva diversa da qualsiasi altro ruolo abbia mai interpretato prima, perché entrambi i personaggi, con il peso dei loro difetti e delle loro debolezze, cercano di capire qual è la strada da seguire quando una relazione si sta deteriorando ma il bene rimane indenne.
Il film di Jim Jarmusch, Paterson mostra come la bellezza della vita può essere trovata anche nei momenti meno speciali della propria quotidianità, in cui troviamo senza dubbio la migliore performance di Adam Driver fatta fino ad oggi. Interpreta Paterson, un autista di autobus che lavora a Paterson (NJ) e vive una pellicola di giorni tutti uguali, in cui guida sempre sulla stessa strada e ascolta frammenti di conversazioni di coloro che trasporta. Scrive poesie che non condivide con nessuno, nemmeno con sua moglie Laura (Golshifteh Farahani), che spera di vedere suo marito uscire dalla sua comfort zone giornaliera. Eppure, Paterson è contento di vivere una vita semplice: è contento di portare il suo cane a fare una passeggiata e di bere una birra dopo il lavoro prima di andare a dormire, alzarsi e fare tutto da capo. È un film traboccante di gentilezza e bellezza che maschera una tristezza mescolata alle gioie della vita. Driver è semplicemente eccezionale nel creare il carattere pacifico di Paterson che dice molto con poco, raccontando una storia di vita semplice, anzi banale. È un’alta filigrana nella sua carriera in cui svolge ogni scena con una sensibilità sublime tutta sua. Si tratta di un lavoro sottile sensazionale che deve ancora essere superato e si aggiudica la prima posizione nella classifica dei migliori performance di Adam Driver.
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