Alla scoperta di un Tiepolo nascosto a Venezia.
Immaginate di camminare per le calli di Venezia, una mattina luminosa ma non assolata di autunno. Una svolta di qua, una di là, no di qui si casca nel canale, tocca cambiare strada… Un classico. E durante questo avanzare incerto, che consiglio sempre a chi non ha fretta, piuttosto che affidarci allo smartphone proviamo a dare retta al nostro senso dell’orientamento. E mentre i passi corrono sui masegni, l’immaginazione corre all’insù, cercando di sbirciare nelle finestre dei palazzi veneziani e scoprire cosa si nasconde anche dietro le facciate più sobrie e poco appariscenti.
Ed è proprio dentro uno di questi palazzi che si nasconde un tesoro appena riportato all’antico splendore: il soffitto affrescato da Giambattista Tiepolo a Palazzo Sandi di Venezia, sede cittadina dell’ANCE (Associazione Italiana Costruttori Edili), poco distante dal Ponte di Rialto.
In occasione del 75° anniversario, l’Associazione dei Costruttori di Venezia ha deciso di restaurare il soffitto del salone al piano nobile della propria sede. Si tratta di un vero gioiellino: un bel salone non enorme, ma sontuosamente sovrastato da una volta ribassata dove il giovane Tiepolo dipinse il Trionfo dell’Eloquenza, incorniciato da un fregio dipinto a monocromo scuro da Nicolò Bambini con l’Umanità primitiva o Allegoria della lascivia.
Nel 1724 il conte Tommaso Sandi, erede di un’importante famiglia di avvocati veneziani, in occasione del matrimonio del figlio, chiama Giambattista Tiepolo (Venezia, 1696 – Madrid, 1770) per abbellire il proprio palazzo. La famiglia Sandi era da poco entrata a far parte del Patriziato cittadino, ma non poteva vantare nobili origini. Il conte sceglie, allora, di celebrare quelle virtù che hanno reso potente la famiglia nella professione dell’avvocatura: l’eloquenza, l’arte della parola, la virtù della saggezza e della ragione che trionfano col linguaggio sopra ai vizi.
Ci troviamo sotto un morbido cielo illuminato di una luce rosata, sui lati del soffitto sono raffigurati quattro miti che narrano di come la virtù dell’eloquenza e l’arte della parola riescano a elevare l’umanità e farla trionfare sulle forze bestiali e mostruose. Al centro Minerva, protettrice delle arti e della ragione, e Mercurio, divinità dell’eloquenza, si innalzano nel cielo.
Tiepolo ci racconta queste vicende con grande freschezza e regia nel comporre l’immagine e disporre le figure: Orfeo, che qui afferra un violino, riesce a strappare l’amata Euridice dall’oltretomba grazie alla musica e al canto; Bellerofonte sconfigge la Chimera facendo fondere nelle sue fauci infuocate la punta di piombo della sua lancia; Anfione riesce a smuovere le pietre delle mura della città di Tebe grazie alla musica della sua arpa; mentre Ercole Gallico ammalia e sconfigge i nemici con la parola, tenendoli incatenati alla propria lingua.
Fa parte dello stesso programma decorativo anche l’Umanità primitiva di Nicolò Bambini (Venezia, 1651 – Venezia, 1736). Il pittore, di una generazione più vecchio di Tiepolo, raffigura una dimensione bestiale dove gli animali feroci vivono insieme all’uomo abbruttito dalla mancanza di ragione e di virtù, abbandonato ai vizi e a una condizione selvaggia. Questa umanità sofferente è schiacciata ai bordi del soffitto dove trionfa la virtù dell’eloquenza, dipinta in una fascia scura quasi a monocromo.
Il restauro si è svolto in due fasi. Inizialmente si era deciso di lavorare solamente sulla cornice di raccordo fra le pareti e il soffitto, dove l’Umanità primitiva di Nicolò Bambini versava in cattive condizioni a causa delle variazioni microclimatiche e di alcune infiltrazioni di umidità. Questa era stata dipinta a olio su tela nello studio del pittore, poi incollata al muro e inchiodata su un telaio ligneo, secondo una tecnica nota come marouflage.
Le tensioni differenti fra la tela e la struttura lignea avevano causato lacerazioni e strappi, mentre gli strati di vernice e colla stesi nei secoli avevano modificato l’aspetto e il colore del dipinto monocromo. Il restauro di quest’opera è stato affidato all’Istituto Veneto per i Beni Culturali, che si occupa della formazione dei restauratori professionisti proprio a Venezia.
In un secondo momento ANCE, in accordo con la Soprintendenza, ha voluto trovare le risorse per restaurare anche l’affresco di Tiepolo sul soffitto. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Lithos di Venezia. Qui le condizioni erano migliori, ma a un’attenta osservazione con luce radente e lampade UV, accompagnata da una campagna fotografica completa e ad alta definizione, sono state trovate numerose zone ridipinte. Un serrato confronto con l’archivio fotografico di ANCE e della Soprintendenza ha permesso di individuare tutti gli interventi eseguiti soprattutto nella seconda metà del ‘900, in particolare fra anni ‘70 e ’90.
Sotto a queste aggiunte posteriori, realizzate per lo più a tempera e colori acrilici, non erano presenti danni all’affresco originale, che è stato quindi riportato alla luce, pulito e integrato con acquerello dove c’erano delle lacune. Un’importante scoperta è stata fatta sul lato del soffitto con la rappresentazione del mito di Ercole Gallico: questo lato è stato completamente rifatto, quindi re-intonacato a fresco e ridipinto, da Tiepolo stesso a metà del ‘700. I restauratori sono stati in grado di individuare le differenze nella tecnica e soprattutto nello stile del pittore, che era nel frattempo maturato e diventato più sicuro e rapido nel tocco.
In occasione del restauro e in attesa che vengano definite le modalità di prenotazione per aprire il salone al pubblico, sono stati realizzati dalla start-up AFFRESCO alcuni QR code che permettono una visita virtuale con lo smartphone. Tramite l’accostamento delle fotografie ad alta definizione si può anche apprezzare il lavoro di restauro con un effetto prima/dopo interattivo.
Gli strumenti digitali permettono di restituire l’aspetto originario dell’intero salone, dove anche le pareti erano abbellite da altre cinque tele, tre di Tiepolo e due di Bambini, parte dello stesso programma decorativo del soffitto. Queste sono oggi conservate all’interno dell’Hotel Hilton di Roma.
Non vediamo l’ora di poter visitare dal vivo questo gioiellino della pittura veneta e di scoprire un angolo nascosto di Venezia, appena fuori dai percorsi più battuti dai turisti e visitatori, ma nel pieno centro della città lagunare. Assolutamente da non perdere questo Tiepolo appena restaurato!
Giambattista Tiepolo, Trionfo dell’Eloquenza
Nicolò Bambini, Umanità primitiva o Allegoria della lascivia
Palazzo Sandi
San Marco, 3870
30100 – Venezia
Sede Ance – Associazione Costruttori Edili ed Affini di Venezia e Area Metropolitana
www.ancevenezia.it
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