Jungle Cruise, l’avventura Disney con The Rock e Emily Blunt. Recensione
Chi l’avrebbe mai detto che Dwayne Johnson “The Rock” e Emily Blunt si potessero rivelare un duo tanto riuscito? Probabilmente ben pochi di noi, ma in Jungle Cruise i due attori sono riusciti a stupire gli spettatori e coinvolgerli in un’avventura divertente e piena di adrenalina.
Il film, disponibile sulla piattaforma di streaming Disney+, è ispirato all’omonima attrazione del parco divertimenti Disneyland. La giostra è tra le più antiche del parco, tanto da essere stata supervisionata da Walt Disney in persona, e prevede un meraviglioso giro all’interno di una giungla costruita ad hoc, ispirata da documentari naturalistici e curata nei minimi dettagli.
Nella pellicola ci ritroveremo per l’appunto nel cuore della giungla sud-americana, imbarcati su una crociera molto speciale e piena di imprevisti. Come in ogni film d’azione erede degli Indiana Jones che si rispetti, Jungle Cruise comincia con una leggenda, quella delle lacrime della luna, petali di un misterioso albero in grado di curare qualsiasi malattia, ferita o maledizione. Nel XVI secolo un gruppo di conquistadores spagnoli si avventura tra le insidie della giungla per trovare l’albero della leggenda; mentre gran parte di loro muore, i sopravvissuti vengono trovati e curati da una tribù locale usando proprio i leggendari petali. Gli spagnoli, avidi di potere, chiedono agli abitanti di svelargli la posizione dell’albero; quando questi si rifiutano di collaborare, i conquistadores distruggono il villaggio, ma vengono colpiti da una maledizione che li costringerà a vivere da non morti senza potersi mai allontanare dal fiume.
Nel 1916 Lily Houghton (Emily Blunt), dottoressa di botanica, decide di partire alla volta del Sud America insieme a suo fratello MacGregor (Jack Whitehall) per scoprire se la leggenda è realtà. Il suo nobile obiettivo è trovare i fiori dell’albero magico e usarli per trovare una cura a tutte le malattie del mondo. Per individuare la posizione dell’albero è necessaria la punta di freccia, un antico manufatto in grado di svelare il segreto dei fiori. La dottoressa ruba l’oggetto dall’associazione che lo detiene, dopo essersi vista negata il permesso di prenderlo in prestito, attirando le ire di Joachim (Jesse Plemons), principe tedesco anche lui in cerca dei fiori (anche se per uno scopo meno nobile).
Il film comincia subito con una buona dose di azione: l’adrenalina sale fin dai primi minuti, in cui vediamo una Emily Blunt dilettarsi in scontri e fughe degne di Indiana Jones (non a caso il poster ufficiale è un tributo a quelli del franchise con Harrison Ford). Dopo A quiet place l’attrice britannica indossa di nuovo i panni dell’avventuriera, confermando quanto bene riesca a vestirli.
Giunti in sud america, ignari di avere il rancoroso principe alle calcagna, Lily e MacGregor cominciano i preparativi per salpare alla ricerca dei fiori curativi. Qui incontrano Frank Wolff (Dwayne Johnson), skipper di un piccolo battello e simpatico intrattenitore delle crociere per turisti che lui stesso organizza. Il capitano dell’imbarcazione si diverte infatti a organizzare gite turistiche sul fiume e preparare finti pericoli per spaventare i turisti. Dopo un comico incontro e una serie di malintesi e scambi di persona, Lily e Frank stringono un accordo: l’uomo porterà la dottoressa e suo fratello alla ricerca dei fiori in cambio di un lauto compenso monetario.
Comincia così un’avventura in mezzo alla giungla, durante la quale non mancano momenti da fiato sospeso, risate e anche qualche riflessione, fino a un colpo di scena più che ben riuscito. Il film è scorrevole e leggero, e nonostante le gag già conosciute riesce comunque a strappare più di una risata.
Jungle Cruise insiste molto sull’abbattimento degli stereotipi di genere, finendo però per finire in altri a sua volta. Lily ci viene presentata come una donna coraggiosa, insofferente alla visione sociale dell’epoca per cui le donne non possono portare i pantaloni e non possono essere più esperte degli uomini nella scienza. Al contrario, MacGregor ha un animo delicato e gentile, ma anche codardo e fin troppo cauto. Anche lui è una vittima del suo tempo e delle convenzioni dell’epoca, tanto da essere stato rifiutato dalla sua stessa famiglia.
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, del film è l’aver esagerato con la lotta ai luoghi comuni. Per quanto lo scopo sia giusto, i due personaggi finiscono per diventare a loro volta stereotipati, risultando poco credibili in alcuni comportamenti. Tra i due è MacGregor a soffrirne di più: soprattutto nella prima metà del film e oltre il personaggio viene percepito come una macchietta e nulla più, nonostante si riveli poi più profondo di ciò che appare per la maggior parte della pellicola. È pur vero che stiamo parlando di un prodotto dai toni comici, quindi tutto è volutamente esagerato, ma molti potrebbero storcere il naso per paura di ritrovarsi con personaggi superficiali e caricaturali tra le mani.
Jungle Cruise è più di questo, e lo dimostra nella seconda parte del film, dove il tono vira verso colori più cupi e si avvicina il momento dello scontro finale. Pur senza mai abbandonare momenti più divertenti, la pellicola diventa più “seria” e aggiusta il tiro. La risoluzione degli eventi, anche se prevedibile, tiene gli spettatori incollati allo schermo.
Ottimo per tutta la famiglia, Jungle Cruise è un film da non perdere se si cercano due ore di spensieratezza e un pizzico di mistero, una bella rivelazione che forse non ha avuto il successo meritato al botteghino, ma ancora in tempo per ottenerlo in streaming.