Il 21 ottobre, per la gioia di noi fan, è uscito finalmente il nuovo atteso romanzo di Federica Bosco, Non dimenticarlo mai, edito da Garzanti.
Sono più di dieci anni che il panorama della letteratura italiana annovera fra le sue autrici la penna allo stesso tempo fresca, entusiasmante, divertente, dolce, emotiva e anche commovente di Federica. Perché i personaggi di questa autrice sono tutto questo, hanno subito un’evoluzione nel corso del tempo e sono maturati insieme a noi e insieme all’autrice, regalandoci storie sempre diverse e uniche.
Non dimenticarlo mai racconta di un tema delicato, quello della maternità in un età non più così fertile, e dell’importante rapporto madre-figlia che rischia, se assente, di rendere fragile e insicura colei che ne subisce le conseguenze sin da piccola.
In genere, l’amore di una madre è un sentimento che viene dato per certo. Che una madre ami incondizionatamente i propri figli dovrebbe rientrare nella natura delle cose della vita, eppure purtroppo non sempre è così. Ne è un esempio Giulia, protagonista di questo romanzo. Sua madre, o meglio Teresa, come vuole essere chiamata sin da quando era bambina, è una persona egoista ed egocentrica, una manipolatrice affettiva che pensa solo al proprio tornaconto. Giulia fin da bambina ha sofferto per l’affetto non ricevuto e ha sperato di ottenerlo grazie all’atteggiamento accondiscendente che le ha sempre riservato, ma con scarsi risultati.
Forse è per questo che non ha mai desiderato figli. O almeno fino al giorno del suo 49 compleanno, quando si sveglia in preda ad un’angoscia e ad un desiderio intenso di mettere al mondo un figlio e di amarlo così come non hanno mai fatto con lei. Inizia da qui la storia, dalle cure a cui dovrà sottoporsi per rimanere incinta ad un’età non più così fertile e alle persone più care che saranno quelle che meno la supporteranno.
Non dimenticarlo mai non è però solo una storia di maternità, perché Federica esplora anche la linea sottile che distingue le persone egoiste da quelle tossiche, incarnato nel personaggio del fidanzato di Giulia, il giornalista Massimo. L’abilità dell’autrice è quella di aver dato voce alle paure e alle debolezze della protagonista in maniera intensa e spontanea. Il lettore non si trova solo accanto a Giulia, ma si trova nei panni di Giulia e si sente attraversato dalle sue emozioni. Dalla felicità, dal dolore e dalla frustrazione.
Perché la dipendenza emotiva è un qualcosa che fa paura e di cui è difficile disfarsi da soli. Ed ecco che torna il personaggio della psicologa, ricorrente in molti suoi romanzi. Una figura di cui, qui in Italia, non viene ancora pienamente compreso il potenziale benefico. Perché anche la mente, come ogni organo, può avere bisogno di supporto e di una guida.
“Non è mai troppo tardi per prendere una decisione folle se ti rende felice” cita la copertina del libro.
Personalmente aggiungerei: non è mai troppo tardi per darsi la possibilità di conoscere un’autrice di valore come Federica Bosco che, con grande naturalezza, riesce ad affrontare qualsiasi tematica e a lasciare un segno nel cuore del lettore.
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