Maledetta Sfortuna è il primo libro di Carlotta Vagnoli, attivista e content creator che con questo saggio pone le basi per una nuova sensibilizzazione sulla violenza di genere.
Il testo mira a raccontare un problema sistemico, ad analizzare in profondità la radice in cui nasce e si dirama la violenza di genere e quindi, a fornire gli strumenti necessari a interrompere la sua diffusione. Il sottotitolo stesso racconta la ratio del libro: vedere, riconosce e rifiutare la violenza di genere. Maledetta Sfortuna è un percorso atto a rendere i lettori coscienti del fenomeno, un’occhiale di carta da indossare per uscire dal paradigma della tolleranza diffusa e vedere realmente la brutalità del sistema. Imparare a riconoscere la violenza di genere non è semplice, è un esercizio continuo, ma soprattutto un esercizio collettivo che deve principiare dall’educazione. Ed è qui che si colloca preziosamente il libro di Vagnoli, costituendosi come uno strumento educativo realizzato con l’intenzione di essere efficacemente alla portata di tutti a prescindere dall’età e, soprattutto, dal sesso.
I capitoli sono corredati di esempi pratici e grafiche che si prestano ad essere estratti dal testo e usati in contesti educativi in cui ancora oggi, purtroppo, manca un’adeguata educazione sulle dinamiche sociali di genere. Il libro è fruibile anche da persone senza una precisa preparazione in merito e riesce per questo ad adattarsi a diverse tipologie di pubblico. Adatto alle scuole, ma anche a quei contesti lavorativi in cui la violenza di genere viene costantemente ignorata o non trattata in maniera adeguata. Potrebbe persino diventare il piccolo vademecum da tenere nelle redazioni, la base per i necessari percorsi di formazione che il giornalismo italiano dovrebbe intraprendere per smettere di essere ulteriore perpetuatore di violenza quando cerca di raccontare la violenza di genere.
Il testo di Vagnoli insegna al giovane e all’adulto, e il maschile in questa frase non è casuale. Se la violenza di genere colpisce le donne in maniera sproporzionatamente maggiore, è altrettanto vero che la violenza di genere è una questione maschile, in quanto l’aggressore medio è un uomo. Educando il maschile potrà crearsi un maschile differente, non legato all’esercizio del possesso sul femminile e all’espressione violenta della virilità.
Della propria esperienza Carlotta Vagnoli fa un delicato accenno, encomiabile in un sistema in cui la letteratura sta diventando territorio occupato dalle storie cercate per essere appagamento della morbosa attenzione del pubblico verso le biografie delle persone famose. La violenza c’è e si sente, soprattutto nella conclusione, ma come anticipato all’inizio del libro dell’aguzzino non si parla. È una scelta politica importante, che ricorda a tutte le persone Survivor che le loro vite sono importanti e fondamentali, che la violenza non è colpa loro e che non sono i violenti e la violenza a definirle.
Questo è un libro da regalare ai vostri padri, ai vostri fratelli e ai vostri studenti, un libro da portare in classe e di cui leggere piccoli pezzetti quando un fatto di cronaca viene raccontato male, un libro da tenere in casa e da donare all’amicə di battaglie.
Maledetta Sfortuna è il primo libro di Carlotta Vagnoli, ma è anche il primo libro da leggere per capire che la violenza di genere nasce in tutto quello che tolleriamo, che accettiamo e di cui ridiamo ogni giorno.
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