Locke and Key 2: la recensione completa della serie Netflix
Locke and Key 2 è finalmente arrivata su Netflix per la gioia di tutti i suoi fan. La nuova stagione, disponibile dallo scorso venerdì sulla piattaforma di streaming, conta 10 episodi e conclude l’arco lasciato in sospeso nella parte precedente, fornendo risposte a numerose domande lasciate in sospeso.
La serie horror-fantastica originale Netflix narra la storia dei tre fratelli Locke che si trasferiscono in Massachusetts dopo il terribile omicidio del padre, tornando alla loro casa natale. Lì, assieme alla madre, cercheranno di cominciare una nuova vita e dimenticarsi dell’accaduto. La casa però nasconde un segreto di cui i fratelli non erano a conoscenza: nascoste nelle diverse stanze ci sono delle misteriose chiavi magiche, ognuna con un potere diverso. Dietro i segreti delle chiavi però si annida anche un pericolo: un demone è sulle loro tracce, e non si fermerà di fronte a nulla per ottenerle tutte.
Tratta dall’omonimo fumetto americano dell’autore Joe Hill, la serie si presenta come un horror sovrannaturale con componenti fantasy, in cui la magia e la lotta contro il male sono il fulcro centrale della storia. Nella prima stagione la contrapposizione si manifesta nello scontro tra i tre fratelli (Tyler, Kinsey e Bode) e il demone Dodge, il quale brama di mettere le proprie mani sulle chiavi per ottenere finalmente il potere. La serie è stata in grado di catturare l’attenzione degli spettatori fin da subito grazie alla sua storia peculiare e al mistero celato dietro le chiavi, rivelandone i poteri episodio dopo episodio e facendoci meravigliare di fronte alle loro diverse abilità. Oltre a ciò, la colonna portante delle puntante è stato ovviamente la battaglia tra bene e male, rappresentati rispettivamente dalla famiglia Locke e dal demone tornato libero.
Dopo il successo della prima stagione era inevitabile produrne una seconda, addirittura obbligatorio dopo il cliffhanger del finale. I tre fratelli infatti, convinti di aver sconfitto Dodge intrappolandolo per sempre dietro la porta Omega, non sanno che il demone è in realtà vivo e vegeto sotto le spoglie di Gabe, il ragazzo di Kinsey. Ad essere stato rispedito nel mondo dei demoni non è lui, ma Ellie, trasmutata dalla chiave cambia-faccia per assumere le fattezze di Dodge e ingannare i Locke. Gli ultimi minuti della puntata ci avevano rivelato l’inganno, promettendo una seconda stagione ricca di colpi di scena e, soprattutto, nuovi scontri.
Locke and Key 2 aveva l’arduo compito di riprendere da dove ci eravamo lasciati e riportarci nella magia del sovrannaturale e del mistero. Compito che, purtroppo, non è stato portato a termine come speravamo.
La maggior parte della seconda stagione ruota attorno al tentativo di far recuperare la memoria a Duncan Locke, zio dei fratelli, e a Ellie, l’ex ragazza di Rendell, finalmente tornata in sé grazie a Kinsey e Tyler. I due sono personaggi chiave per la risoluzione della trama, ma fin dalla prima puntata si ha l’impressione di procedere troppo a rilento, soffermandosi su questioni marginali. In questa seconda stagione si percepisce molto l’influsso del teen drama: prima di arrivare alla vera e propria resa dei conti, che comincia a profilarsi solo dal sesto episodio, assistiamo a situazioni viste e riviste di teenager in preda ai problemi d’amore e del futuro. Una componente di certo importante vista l’età dei personaggi e la necessità di mostrarne la crescita, ma eccessiva se consideriamo che la serie si presenta come un horror.
E di orrore, diciamocelo, non ce n’è neanche un po’. Durante gli episodi si sono sprecate molte occasioni di realizzare scene più cupe e crude, e ciò ha inevitabilmente abbassato il livello della serie da una stagione all’altra. I tentativi di Dodge e Eden di costruire un esercito di demoni sono goffi, quasi bambineschi, come se il demone non fosse in realtà un demone ma un adolescente in crisi. Il loro sforzo di rivalersi sulla famiglia Locke si preannuncia sempre spietato, ma nella pratica non diventa mai tale: pur riuscendo a mettere insieme un gruppo di demoni, i due falliscono in maniera misera, senza rendere giustizia alle promesse di tragedia che ripetono durante gli episodi.
Al contrario di Eden, umana intaccata dal parassita, Dodge è un demone puro e non si comprende fino in fondo perché non si comporti da tale. Nella serie si fa riferimento alla sua parte più umana, quella di Gabe, che in realtà non esiste. L’unico barlume di umanità di Dodge è Lucas, ma come si scoprirà alla fine esso è stato sempre relegato nell’oscurità senza alcuna possibilità di opporsi.
Un’altra questione non chiara riguarda la creazione delle chiavi. La parte più interessante della seconda stagione è la possibilità di creare nuove chiavi e infondergli un potere a proprio piacimento. Solo i Locke, però, sono in grado di farlo, e Dodge concentrerà i suoi sforzi nel catturare Duncan e obbligarlo a creare una chiave che gli dia il potere.
La serie non spiega mai quali siano i limiti del potere delle chiavi o se ci siano regole per le abilità che ognuna può avere. Duncan, l’unico a conoscere l’intero processo di forgiatura delle chiavi, non accenna mai a limitazioni, regole o eccezioni sul tipo di potere da infondere, facendoci quindi pensare che ogni chiave possa averne illimitato. Allora perché creare una chiave che trasforma le persone in demoni rendendole solo un po’ più forti fisicamente? Perché non sfruttare a proprio vantaggio la volontà della chiave, infondendole un’abilità ancora più forte e temibile, magari accrescendo le proprie capacità?
Allo stesso modo, perché i Locke si limitano a creare una chiave che inverte il processo di trasformazione dei demoni e non si ingegnano per qualcosa di più? Fatta eccezione per la chiave del fuoco, della catena e delle piante (le ultime due peraltro in possesso di Dodge), non ci sono chiavi davvero offensive, e forse sarebbe il momento giusto di forgiarle. Se davvero dietro c’è la creazione delle chiavi c’è qualche regola, questo era il momento di dirlo.
Lo scontro finale tra il bene e il male non si svolge affatto in maniera epica come invece la serie ci aveva fatto credere durante tutte le puntate. L’attesa per la battaglia è sproporzionata rispetto allo svolgimento vero e proprio: pochi minuti di confronto e tutto si risolve. Uno scontro tutto fumo e niente arrosto. Il finale, escluso il colpo di scena degli ultimi minuti che apre inevitabilmente a una terza stagione già confermata, non regge le aspettative di quella che sarebbe dovuta essere la conclusione della storia di Dodge. Gli episodi si trascinano stancamente verso una risoluzione degli eventi molto sottotono rispetto alle avventure della prima stagione.
Locke and Key 2 però trova anche il coraggio di introdurre un po’ di tragedia nella trama, eliminando il personaggio di Jackie, la ragazza di Tyler Locke. È forse in quel momento che la stagione raggiunge il suo apice: il filone della ragazza si rivela infatti quello più interessante. Alle porte dell’età adulta, Jackie comincia a perdere la memoria riguardo le chiavi e ogni ricordo legato ad esse, compresi quelli condivisi con Tyler. La sua è una sofferenza continua: la ragazza è divisa tra la meraviglia della magia e il dolore di dover riscoprire ogni volta cosa si sta perdendo, rimanendo confusa e persa. La sua tragica morte, in seguito al tentativo di Tyler di salvarla, sarà fondamentale per la crescita del ragazzo e per le sue scelte di vita.
In conclusione, Locke and Key 2 ha promesso più di ciò che ha effettivamente mantenuto. Non è sempre facile mantenere alto il livello dopo il successo, ma in questo caso c’è stato molto potenziale sprecato inutilmente. Ora non ci resta che aspettare la terza stagione per scoprire cosa ci aspetta.