Only murders in the building episodio 7: il ragazzo del 6B
Niente da fare: con Only murders in the building è impossibile annoiarsi. Non che qualcuno se lo aspettava, certo, ma riuscire a inserire un colpo di scena ben costruito in ogni episodio non è così facile come sembra. Siamo sempre più vicini al finale di stagione e, come ci aspettavamo, abbiamo finalmente in mano il bandolo della matassa. Ancora un ultimo particolare da svelare, qualche dettaglio da chiarire e ovviamente scoprire come finirà la storia: ecco cosa manca per completare la serie.
Dopo un sesto episodio un po’ più di assestamento, ma non senza colpi di scena, la serie prosegue con una penultima puntata piena di suspense e davvero molto particolare: l’intero episodio è muto, fatta eccezione per i suoni ambientali e alcuni momenti accompagnati dalla colonna sonora. Una scelta per certi versi coraggiosa, vista la difficoltà sempre crescente di intrattenere il pubblico, ma coerente col personaggio di cui si parla.
Sì perché, diversamente dagli altri episodi, questa volta il protagonista non è Mabel, Oliver o Charles, ma il ragazzo del 6B, ovvero il figlio sordomuto di Teddy. Ma che cosa ha a che fare Theo, questo il suo nome, con la vicenda di Tim Kono? Molto, a quanto pare. Ma andiamo con ordine.
La puntata si apre con Theo che spia i tre investigatori dalla sua finestra, notando la bacheca su cui hanno appena appeso la foto del padre. Il ragazzo nota anche un foglio con scritto “Jewels” (gioielli) e comprende che i tre si stanno avvicinando pericolosamente alla verità, così va da Teddy e lo avverte del potenziale pericolo a cui stanno andando incontro. Il padre, però, lo rassicura dicendogli che si occuperà lui di tutto se dovesse succedere qualcosa.
Scopriamo così che i sospetti di Mabel, Oliver e Charles riguardo Teddy sono fondati: l’uomo è il trafficante di gioielli sulle cui tracce era Tim Kono. Intrufolandosi in casa sua, Mabel e Oliver scoprono una stanza segreta piena di urne funerarie, piene però di gioielli di vario tipo. L’anello di Zoe (Olivia Reis), quello indossato dalla ragazza la notte del decesso e cercato da Tim Kono, proviene proprio dalla collezione di Teddy. La ragazza lo aveva rubato anni prima, quando lei e gli Hardy Boys erano entrati in casa di Teddy e Theo per vivere una delle loro avventure. In quell’occasione Zoe aveva scoperto Theo osservarli dallo spioncino della porta della stanza segreta, e lo aveva salutato con la lingua dei segni dopo aver fatto apprezzamenti su di lui.
La sera di capodanno Teddy e Theo avevano incontrato Oscar e Zoe in ascensore, diretti alla festa in cima al palazzo. L’uomo aveva riconosciuto l’anello indossato dalla ragazza e aveva incaricato Theo di recuperarlo. Il ragazzo si era così diretto alla festa in cerca di Zoe, e l’aveva trovata a discutere con Oscar. Dopo che il fidanzato se n’era andato lasciando la ragazza sola, Theo si era avvicinato a lei con l’intento di consolarla e conoscerla meglio, percependo un interesse reciproco. Se all’inizio Zoe sembrava felice di averlo accanto e comunicare con lui, alla richiesta di Theo di ridargli l’anello la ragazza si era innervosita. Restituito il gioiello a Theo e visibilmente alterata, Zoe aveva cominciato a spintonare il ragazzo per sfogare la sua frustrazione. A questo punto accadde il misfatto: nel tentativo di respingere la ragazza, Theo l’aveva spinta con troppa forza, facendola cadere dalla terrazza dell’Arconia.
E chi ha assistito alla scena? Ovviamente il nostro Tim Kono. Il ragazzo ha visto la sua amica morire per mano di Theo ed è paralizzato dalla sorpresa, incapace di proferire parola o fare alcunché. Nella scena successiva vediamo Teddy parlare con Tim e minacciarlo se avesse detto a qualcuno cosa aveva visto. Theo infatti, dopo essere fuggito dalla festa, aveva confessato al padre la sua colpa, dicendogli che Tim lo aveva visto.
Il silenzio di Tim Kono sull’accaduto deriva dalle minacce di Teddy, che coinvolgevano anche l’incolumità di Mabel. Tim, impaurito che potesse fare del male all’amica, aveva mantenuto il segreto per tutti quegli anni, fino alla sua morte, momento in cui aveva deciso di provare a rivelare la verità. Per quanto Teddy sia ricco e “potente” è un po’ difficile accettare che Tim Kono si sia piegato così facilmente alle sue minacce. Certo, era giovane, spaventato e scosso, e il coinvolgimento di Mabel è stato sicuramente un motivo in più per arrendersi, ma dall’altra parte c’erano in gioco la giustizia per la morte di Zoe e l’innocenza di Oscar. Divorato dai sensi di colpa il ragazzo si era allontanato dal gruppo (ovvero da Mabel, l’unica rimasta all’Arconia), ma il suo silenzio così prolungato sembra molto strano. D’altronde Tim non poteva ancora sapere del traffico di gioielli di Teddy, quindi ai suoi occhi l’uomo doveva apparire solo come un ricco produttore, ma non pericoloso. È probabile, inoltre, che Teddy avesse rivelato la sua vera identità al ragazzo, facendogli capire di non essere una persona qualsiasi. Ci si chiede però se non fosse un rischio questo, per Teddy. Forse ne sapremo di più nell’ultimo episodio.
Davvero Tim non aveva alternative? Davvero la volontà di proteggere Mabel era più importante della vita di Zoe e Oscar? A quanto pare sì.
Ma Oliver, Charles e soprattutto Mabel questo non lo sanno; almeno, non ancora. Così, mentre Charles si gode il suo secondo appuntamento con Jan, Oliver e Mabel seguono la pista dei gioielli scoperti in casa di Teddy, finendo in una stanza sotto l’Arconia dove scoprono Theo rubare i gioielli dal cadavere di una donna della quale si sta tenendo il funerale. Teddy alimenta il suo mercato segreto facendo il tombarolo, o meglio, facendolo fare al figlio. I due vengono scoperti dal ragazzo, e al termine dell’episodio li vediamo legati e rinchiusi nel retro di un van guidato proprio da Theo. Mabel e Oliver sono in pericolo, ma prima di essere catturati sono riusciti a scrivere a Charles informandolo della password del cellulare di Tim Kono: THEO. L’indomani l’uomo, ancora ebbro della serata con Jan, prova a sbloccare il telefono e riesce effettivamente ad averci accesso.
Con questo penultimo episodio Only murders in the building non si risparmia e dà il tutto per tutto, rovesciandoci addosso il cuore del mistero. In questa puntata Teddy si mostra in ogni suo lato, quello di trafficante senza scrupoli ma anche di padre protettivo verso il suo unico figlio. Nei flashback mostrati scopriamo infatti il suo forte attaccamento al figlio e la difficoltà nell’accettarne la condizione. Theo è stato preso di mira dai bulli da piccolo, e Teddy lo sa: per questo arriva a far di tutto per lui, anche a proteggerlo dalle accuse di omicidio causando la condanna di un innocente. Tra i due chi soffre maggiormente la situazione di Theo è proprio Teddy.
Non sappiamo ancora chi sia il vero assassino di Tim Kono, e l’attesa è alle stelle. A rigor di logica i sospetti potrebbero ricadere su Teddy, ma non è detto che la conclusione sia così semplice. L’uomo non sembra il tipo da rischiare così tanto, neanche assoldando un killer privato. Sotto c’è sicuramente qualcosa di più grosso, e gli episodi finali di Only murders in the building sapranno soddisfare la nostra estrema curiosità.