A un passo dalla verità: ecco dove ci sembra di essere dopo l’ultimo episodio di Only murders in the building. Il cerchio delle persone coinvolte nell’indagine si allarga nuovamente dopo l’ultimo colpo di scena, che ha visto Tim Kono cercare di trovare e fermare un losco trafficante.
Nel precedente episodio avevamo scoperto un altro pezzo del segreto di Tim Kono: prima di morire il ragazzo si era messo sulle tracce di un commerciante di gioielli, attivo nel mercato nero. La scoperta aveva lasciato perplessi i tre protagonisti, soprattutto Mabel: la ragazza non era stata in grado di trovare una risposta al perché di quel comportamento, lo stesso che, stando alle parole del tatuatore, lo avrebbe portato alla morte. Mabel, Oliver e Charles scoprono inoltre che Tim era in contatto con un fornitore di nome Angel per recuperare un gioiello in particolare, e che quel giorno il ragazzo si sarebbe dovuto incontrare con tale Cutter, legato al fornitore.
Mentre le ipotesi e i pensieri si affollano nelle menti dei tre, fa la sua comparsa la madre di Mabel. Anche la più giovane degli investigatori, infine, ci fa conoscere la sua famiglia, regalandoci qualche informazione in più sulla sua vita. La donna invita la strana combriccola a cena, curiosa di conoscere gli amici della figlia, ma quando scopre il motivo per cui si sono conosciuti si scontra con Mabel, dicendole di lasciar perdere l’indagine per tagliare definitivamente col passato. La donna è preoccupata per la propria figlia, e teme che possa di nuovo soffrire come dopo la morte di Zoe. Mabel, innervosita dal tentativo di controllo della madre, se ne va in camera sua seguita da Oscar, lasciando Charles e Oliver con la madre.
I due apprendono dalla donna quanto Mabel abbia sofferto dopo gli avvenimenti di 10 anni prima, e decidono che è meglio lasciar fuori la ragazza dal podcast e dalle indagini. La stessa Mabel, calmatasi dalla discussione, capisce di doversi distaccare dal passato per poter andare avanti con la sua vita, e saluta definitivamente i due compagni di avventure.
Nel frattempo Oliver riceve una telefonata da Teddy, suo amico e sponsor del podcast degli omicidi nell’Arconia, che gli chiede di recarsi subito da lui. Giunti al suo appartamento, i due uomini scoprono che il podcast sta avendo successo, arrivando persino ad essere menzionato nel talk show di Jimmy Fallon. Teddy è entusiasta della notorietà raggiunta dal progetto e firma un assegno di 50mila dollari per i due.
Il podcast, intitolato “Only murders in the building”, è talmente famoso da arrivare alle orecchie del detective Williams, che aveva chiuso il caso di Tim Kono classificandolo come suicidio. La donna, dapprima scettica riguardo le indagini sgangherate dei tre, comincia a diventare dubbiosa man mano che il racconto prosegue. La sua sicurezza inizia a vacillare quando si ricorda di non aver mai fatto analizzare il cellulare della vittima: il reparto IT non l’aveva accettato come oggetto interessante da valutare, ed era così rimasto intoccato e fuori dalle prove. Non potendo far riaprire il caso decide di dare fiducia ai detective improvvisati e recapita lo smartphone a Mabel, lasciandolo alla portineria dell’Arconia.
Una mossa molto rischiosa per la poliziotta, e ad essere sinceri fa storcere un po’ il naso vista la non realisticità della situazione. Se è vero che è difficile riaprire un caso e si rischia di giocarsi il rispetto del dipartimento, fornire oggetti della vittima a persone estranee è ancora più pericoloso. La Williams non ha alcun tipo di ripensamento riguardo la sua azione, nonostante le conseguenze potrebbero essere molto gravi. La donna non conosce Mabel, non può sapere che tipo di persona sia, eppure decide di fornire una potenziale prova (e siamo sicuri che sarà fondamentale) a una perfetta sconosciuta, solo perché un podcast improvvisato le ha fatto venire dei dubbi. Il modo scelto per sbloccare le indagini e far proseguire la storia non è del tutto convincente. Forse sarebbe stato più realistico se la detective avesse contattato i 3 e si fosse unita alle indagini; sempre in segreto, certo, ma almeno avrebbe avuto più controllo sulla situazione e sulle conseguenze delle sue scelte.
Mabel intanto, dopo aver preso la decisione di abbandonare le indagini e andare avanti con la sua vita, si ritrova in camera con Oscar. In un momento di vicinanza i due si scambiano un tenero bacio, lasciando intendere di provare dei sentimenti l’uno per l’altra. Qui la domanda sorge spontanea: era davvero necessario? Ma soprattutto: riusciamo davvero a giustificare questa scelta? Oscar è appena tornato da 10 anni di prigione dopo la morte della sua ragazza, e non c’è mai stato alcun indizio su una potenziale attrazione tra i due amici. Anzi: dai pochi flashback a disposizione sembra invece che Mabel e Tim avessero qualcosa di più di un’amicizia, anche se mai esternato. Certo, Oscar è rimasto solo molto tempo e la vicinanza dell’unica persona amica rimasta giustificherebbe questo comportamento, ma per Mabel non sembrano esserci ragioni valide. Per tutti quegli anni i suoi pensieri e le sue attenzioni sono rimasti rivolti a Tim Kono, quindi, almeno per ora, il suo gesto risulta estraneo al personaggio.
In ogni caso, i due si tuffano nel passato sfogliando gli album di foto degli Hardy Boys, finché Mabel non nota un particolare importante: nella foto di gruppo scattata la sera della morte di Zoe, la ragazza indossa lo stesso gioiello di cui era alla ricerca Tim Kono, un anello con una gemma verde. Mabel condivide la scoperta con Oscar, e il ragazzo le dice che Zoe non indossava più l’anello quando il suo corpo è stato ritrovato in strada.
Mabel quindi torna alla carica, capendo di dover andare fino in fondo al mistero di Tim Kono per liberarsi finalmente del passato. La ragazza torna da Oliver e Charles, scusandosi di avergli nascosto il legame con Tim Kono e portando con sé il cellulare recapitatole dalla portineria. I due uomini accolgono con entusiasmo il ritorno dell’amica e la informano dei soldi ricevuti da Teddy. Nel leggere i dettagli dell’assegno, però, fanno un’inquietante scoperta: i dettagli bancari riportano il nome Angel, legato all’attività commerciale gestita dall’uomo ed ereditata dalla sua famiglia. Un colpo di scena assolutamente inaspettato.
Only murders in the building riporta la scena sull’Arconia: il sospettato è di nuovo un residente del palazzo, anche se ora la questione è molto più complessa. Cos’ha a che fare Teddy con Tim Kono? Il suo nome c’entra davvero con la sua morte o è solo l’ennesima coincidenza? Visto che lo show si avvicina alla fine ci aspettiamo di scoprire finalmente alcuni pezzi di verità, anche se i segreti sono ancora molti. Nella serie tv nulla è lasciato al caso, perciò anche Jan, apparsa per poco e poi sparita, potrebbe rivelarsi centrale nel caso. Come al solito, però, sono solo ipotesi: per le certezze dobbiamo aspettare la prossima puntata!
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