Cinema

Tutti parlano di Jamie: la recensione del musical su Prime Video

Tutti parlano di Jamie, e allora ne parliamo anche noi: il musical è uscito il 17 settembre su Prime Video e ha catturato subito l’attenzione di molti spettatori. Il film, adattamento cinematografico del musical teatrale Everybody’s talking about Jamie racconta la storia vera di Jamie Campbell, un ragazzo della contea di Durham, in Inghilterra, col sogno di diventare una drag queen.

Il musical originale è tratto a sua volta dal documentario della BBC Jamie: Drag Queen at 16, realizzato dall’emittente inglese dopo che la storia della giovane drag queen aveva fatto il giro della nazione. Jamie aveva le idee chiare fin da piccolo riguardo il suo futuro: diventare una performer. Il giovane ha realizzato il suo sogno a soli 16 anni, diventando una delle drag queen più giovani al mondo.

Il suo coraggio e le sue lotte per emergere oltre i pregiudizi della piccola cittadina dove viveva hanno ispirato la produzione di un musical, conosciuto ormai a livello mondiale. Dopo la prima del 2017 al Crucible Theatre di Sheffield, lo show cominciò a fare il giro del mondo, cominciando con un tour nel Regno Unito e arrivando anche in Corea, Giappone, America e Australia. Per l’Italia il debutto è atteso per il 2022 a Roma.

In seguito al successo dello spettacolo, il passo successivo è stato girare un adattamento cinematografico. Il film sarebbe dovuto uscire nei cinema, ma a causa del Covid-19 ha debuttato sul “piccolo schermo”, ed è disponibile in streaming su Amazon Prime Video. La pellicola segue abbastanza fedelmente il musical, con qualche canzone eliminata che a conti fatti non altera l’essenza dello show e del messaggio.

Jamie ha appena compiuto 16 anni e vuole diventare una drag queen, nonostante le prese in giro dei compagni e il tentativo dell’insegnante di distoglierlo da sogni, a detta sua, troppo irraggiungibili. Il ragazzo però non riesce a stare coi piedi per terra ed è fermamente convinto che quella sia l’unica strada possibile per lui, trovando la propria essenza di vita nell’essere un performer come le grandi drag queen del passato. Pritti, la sua migliore amica, e Margaret, la madre, lo incoraggeranno a intraprendere questo percorso, supportandolo nelle scelte e sostenendolo ai suoi spettacoli.

A introdurre Jamie al mondo delle drag queen è Hugo (un immenso Richard E. Grant), ex performer in abiti femminili che lo accoglie nel suo negozio di vestiti e accessori e lo aiuta a trovare la sua identità artistica. Tra difficoltà, incertezze e il tentativo della scuola di impedire a Jamie di partecipare al ballo scolastico, il ragazzo riuscirà a emergere sopra i pregiudizi e il bullismo, mostrando la sua identità e il suo sogno al mondo e venendo infine accettato dai suoi compagni e dall’intera comunità.

Tutti parlano di Jamie è un inno alla diversità e all’inseguire i propri sogni anche quando poche persone credono in noi. Argomenti già molto trattati, certo, ma dei quali non ci si stanca mai di parlare vista l’importanza. Il musical in questo caso sceglie di farlo tramite un’atmosfera frizzante e giovane come il suo protagonista, senza tralasciare momenti di riflessione e di dramma. Nel caso del film di Prime Video sono proprio questi a rendere valido l’adattamento, grazie anche all’ottima performance degli attori.

Se da una parte infatti troviamo i colori delle drag queen, l’allegria degli spettacoli e le luci della ribalta, l’altra faccia della medaglia ci mostra il dolore del rifiuto, sia da parte dei coetanei e della scuola, sia dalla famiglia. Se Jamie può contare su una madre amorevole, comprensiva e disposta a tutto pur di vedere suo figlio felice, altrettanto non si può dire del padre: Wayne New non ha mai accettato l’omosessualità di Jamie, tantomeno il suo volersi vestire da donna, arrivando a considerarlo disgustoso e allontanandosi dalla famiglia. Molto toccanti i momenti dedicati al rapporto padre-figlio che non c’è mai stato, con da una parte il desiderio di Jamie di rendere orgoglioso il genitore e dall’altra un categorico rifiuto. The Wall in My Head è uno dei pezzi più emozionanti del musical, durante il quale Jamie ci parla del muro di esitazione nella sua testa costruito anno dopo anno a partire dalla rottura col padre.

Un altro momento di grande coinvolgimento è il racconto del passato di Hugo (This was me). Durante il numero veniamo a conoscenza della drag queen Loco Chanelle, alter ego artistico di Hugo, e della sua fama durante gli anni dell’AIDS e del rifiuto degli omosessuali. Impossibile non emozionarsi di fronte al racconto dolceamaro dell’uomo.

Tutti parlano di Jamie riesce a coniugare momenti più profondi e toccanti ad altri più leggeri e spensierati, pur girando sempre attorno al fulcro della trama. Esistono poi momenti meno riusciti come Work of Art, non fondamentale ai fini della storia, mentre canzoni come The Legend of Loco Chanelle (and the Blood Red Dress) o If I met myself again sono state eliminate dal film, le quali avrebbero aggiunto ancor più valore.

In generale la pellicola rimane un buon prodotto, seppure con performance meno convincenti di altre, ma comunque in grado di far passare il messaggio e di scuotere lo spettatore. Tutti parlano di Jamie continuerà sicuramente a far parlare di sé, anche grazie ai tour teatrali previsti per il prossimo anno. Il vero Jamie, ora 25enne, è attivissimo sui social, ha all’attivo molte collaborazioni e continua con i suoi spettacoli. A 10 anni dal suo coming out è finalmente riuscito ad arrivare ai cuori di tutti, raccontando la sua storia e alimentando la speranza di chi vuole seguire la sua strada.

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