Dopo Fast & Furious 7 e Aquaman, Malignant mostra come il genere horror sia l’habitat naturale di James Wan, che porta in scena un film dalle atmosfere thriller, horror e in parte action, che gioca con i cliché, restando costantemente sul filo del rasoio tra originalità e banalità, riuscendo a suscitare tanta paura quanto intrattenimento. Madison (Annabelle Wallis) è perseguitata da Gabriel, una presenza inquietante in grado di comunicare attraverso apparecchiature elettriche e che cerca vendetta. I detective Kekoa Shaw (George Young) e Regina Moss (Micole Briana White) indagheranno su una serie di omicidi che ruotano attorno alla persona di Madison, scoprendo pian piano frammenti del suo passato.
James Wan è noto per aver reso un franchise diversi prodotti cinematografici: Saw l’enigmista (indimenticabile il primo, di una qualità eccellente rispetto al resto della saga), Insidious e The Conjuring, andando a creare un vero e proprio universo narrativo. La probabilità che lo stesso Malignant abbia un sequel è alta, sia per la figura di Gabriel, che ha tutte le carte in regola per diventare cult, che per il finale, non proprio riuscitissimo ma che lascia intendere un possibile continuo.
Malignant è un film che sorprende e raramente annoia, mantenendo la tensione alta e giocando con i cliché a cui il pubblico è abituato (il televisore che si accende d’improvviso, la porta che sbatte, il killer nascosto sotto al letto che attende la vittima e così via), andandoli a rompere, creando false aspettative, riuscendo a fermarsi un passo prima del già visto. Molti sono i rimandi al cinema horror italiano, di cui Wan non nasconde essere un amante, in un’atmosfera anni ’80 che fa sentire l’eco di Argento, Bava e Fulci, con una musica dance altissima, quasi dissonante con le immagini in campo, i colori e la famosissima scena del killer che indossa i guanti di pelle.
Dall’impostazione thriller, Malignant lascia spazio anche alle indagini e agli interrogativi, con una gestione della tensione ottima da film poliziesco, che non fa uso eccessivo di jumpscare (e per fortuna, direi), con la presenza di interessanti (alcuni prevedibili) colpi di scena e che addirittura presenta una svolta action nell’ultima mezz’ora di film. Forse la nota dolente è appunto il finale, che raggiunge vette d’azione che purtroppo sfiorano il trash (più adatte a un film della Troma), portando a un finale davvero troppo rapido e buttato un po’ lì.
In conclusione, sebbene Malignant sia leggermente traballante dal punto di vista narrativo, riesce a essere tanto spaventoso quanto intrattenente, mostrando quanto Wan ami il genere e riesca a lavorarci con estrema maestria, rendendo la visione a tutti gli effetti divertente.
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