Il ruolo di Penelope Cruz in Madres Paralelas di Pedro Almodovar è “uno dei personaggi più difficili” che abbia mai interpretato, ha detto l’attrice alla stampa al Festival di Venezia, è un bene quindi che abbia girato il film con il suo amico di lunga data, che lei ha definito “la mia rete di sicurezza. Può chiedermi di fare qualcosa che può davvero spaventarmi, ma so che lui ci sarà”.
La recensione del film in anteprima a questo link.
Il film, proiettato il primo settembre in apertura del Festival, traccia la complicata relazione di due donne che si incontrano in una stanza d’ospedale dove stanno per partorire. Si crea un legame che poi si sviluppa in modi inaspettati. La Cruz interpreta Janis, la più grande delle due e che, in una sorta di storia parallela, sta anche cercando di aprire una fossa comune che contiene i resti del suo bisnonno assassinato nella guerra civile spagnola.
Almodovar ha detto che Madres Paralelas parla di antenati e discendenti, della verità del passato storico e della verità più intima dei personaggi, tra cui troviamo la giovane madre Ana (la nuova arrivata Milena Smit) e la madre di Ana stessa, una donna priva di istinto materno interpretata da Aitana Sánchez-Gijón.
Il maestro spagnolo ha detto, “Sono interessato alle madri imperfette, madri che vivono la complessità e soffrono. Le madri che ho ritratto nei miei film precedenti erano diverse e ispirate dalle donne potenti che ho incontrato nella mia vita”.
C’è un sottofondo politico nel film che riguarda gli uomini scomparsi durante l’ascesa al potere di Franco, Almodovar ha commentato che la Spagna ha “un rapporto difficile” con la sua storia recente”, continua, “La Spagna si trova in una situazione difficile anche perché c’è un partito a cui è permesso di dire cose che prima si aveva il pudore di non dire, di fare pubblicamente affermazioni anticostituzionali. Quale sarà la reazione dell’ultradestra al film? Preferisco non pensarci. I suoi seguaci reagiscono a tutto in modo delirante, ma vorrei concentrarmi su altro. Non perché rifiuti la battaglia, ma perché siamo condannati a non capirci”.
Per la Cruz, Madres Paralelas è stato “un viaggio travolgente, e un regalo. È stato un onore essere parte di qualcosa di così importante“, ha anche parlato a proposito della lunga storia che condivide con Almodovar, “Mi sento la donna più fortunata del mondo per aver potuto lavorare con lui per così tanti anni… Mi ha dato opportunità incredibili, tanti personaggi belli e stimolanti – tutti così diversi tra loro e così diversi da me”.
Almodovar, ha ricordato, “è stato il motivo per cui ho iniziato a lavorare come attrice a 16 anni, quando ho visto Légami! Sono uscita dal teatro e ho deciso di cercare un agente, di fare dei casting e di provare a lavorare come attrice, di andare a una scuola di teatro – tutto perché un giorno potessi lavorare con lui”.
Così racconta che dal loro primo incontro, “siamo entrati in sintonia… È un piacere lavorare insieme perché ci piace lavorare duro ma abbiamo anche una bellissima comunicazione. È un cammino indolore anche quando soffriamo… È davvero presente sul set, non lo vedrete mai con un cellulare o a parlare con qualcun altro. Quelle 12 ore di lavoro è completamente presente per tutti noi e per ogni singolo reparto. Questa è una cosa che non si vede molto in giro al giorno d’oggi”.
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