Madres Paralelas, l’ultimo film di Pedro Almòdovar apre la 78a Mostra del Cinema di Venezia
È finalmente arrivato quel periodo dell’anno che tutti gli amanti del cinema aspettano con trepidazione. Si è aperta il primo Settembre 2021 la 78a Mostra del Cinema di Venezia e il film di apertura, in concorso, è Madres Paralelas di Pedro Almòdovar.
Penelope Cruz è al centro di una storia che ha a che fare con le radici, il rapporto genitori – figli e il senso materno.
Janis (Cruz) ha quarant’anni ed è in procinto di partorire, il padre Arturo (Israel Elejalde) è un antropologo forense che la sta aiutando a trovare una fossa comune in cui suo nonno e altri come lui furono gettati dopo essere stati giustiziati. Se Janis riesce a dare degna sepoltura ai resti di queste vittime di guerra, la storia e il filo che unisce più generazioni si ricomporranno.
Al momento del parto Janis si trova in stanza con una giovane ragazza poco meno che diciottenne, Ana (Milena Smit) che invece è molto spaventata dal fatto che sta per diventare madre ma Janis la rassicura. In questo momento tra le due scatta un feeling che cambierà il loro destino.
Almodòvar ci racconta una storia intensa che in qualche modo dal discorso della maternità passa per quello dell’identità. Chi siamo noi? Chi siamo in relazione al nostro ruolo nella società? Una madre è quella che partorisce il proprio figlio oppure il suo ruolo è determinato dal rapporto con i figli?
La questione si va poi a intrecciare con il tema delle generazioni a confronto e allo stesso tempo con le radici, non solo quelle che ci legano direttamente ai nostri genitori ma anche a quelle più lontane che attecchiscono nel passato degli antenati e nella storia stessa.
Il rapporto di Janis con le sue radici e quello che lei stabilisce con sua figlia sono il filo rosso che unisce più generazioni intorno al discorso famigliare e al lungo dibattito sulla maternità e cosa la rende tale.
La regia segue con attenzione minuziosa ogni dettaglio, ogni particolare della storia e lo fa soprattutto attraverso gli occhi della protagonista, attraverso gli sguardi, soffermandosi su piccoli e apparentemente insignificanti particolari che vanno a creare il ricamo perfetto di una regia mai banale che in alcuni momenti sembra sfociare addirittura nel thriller.
Inizialmente la narrazione di Madres Paralelas sembra prendere una direzione e poi virare da tutt’altra parte per poi recuperare l’argomento iniziale, quello dell’esumazione dei cadaveri di alcuni cittadini, a costituirne così una sorta di cornice narrativa.
Almodòvar sa ancora spiazzare il pubblico, con diversi plot twist che portano lo spettatore a ipotizzare sulle possibili direzioni della storia e questo ci tiene senz’altro incollati allo schermo fino alla fine.
In Madres Paralelas tutti i nodi vengono al pettine e ogni domanda ottiene risposta malgrado il film raggiunga livelli di drammaticità tali da far pensare al peggio.