Frammenti dal passato: un film derivativo che intrattiene il giusto. Recensione
Primo lungometraggio di Lisa Joy, già creatrice, assieme al marito Jonathan Nolan (che ha sceneggiato Memento) di Westworld, Frammenti dal passato presenta una trama interessante, seppur derivativa, con un cast in cui spiccano Hugh Jackman, Rebecca Ferguson e Thandie Newton. Miami, anno 2030, il riscaldamento globale ha innalzato il livello dei mari, sommergendo le città e costringendo le persone, già distrutte da guerre precedenti, a vivere principalmente di notte: in questo quadro (che non sarà purtroppo approfondito) assistiamo alle vicende di Nick Bannister (Hugh Jackman), investigatore privato che, attraverso la tecnologia e all’assistente Watts (Thandie Newton), ha accesso ai ricordi delle persone ed è in grado di fargli rivivere diversi momenti della loro vita. La conoscenza di una donna, Mae (Rebecca Ferguson) e alla sua successiva scomparsa, faranno incamminare Nick in una pericolosa indagine dai tratti fantascientifici e noir.
Frammenti dal passato mette davvero tanta carne al fuoco, cuocendone alcuni pezzi discretamente ma dimenticandosene altri sulla brace, fino a farli diventare cenere: c’è l’indagine e la femme fatale da perfetto noir, c’è la storia d’amore, un contesto distopico e anche una tecnologia futuristica. Elementi che avrebbero potuto dare vita a due film differenti, in quanto il contesto delle guerre, dell’allagamento delle città e della situazione politica non sarà minimamente approfondito, ma a stento accennato; sorte migliore non farà la tecnologia in grado di far rivivere e analizzare i ricordi, le cui implicazioni sociali e politiche vengono appena sfiorate (“La nostalgia è uno stile di vita” dice Nick Bannister).
L’attenzione sarà tutta puntata sull’ossessione di Nick per Mae, la cui scomparsa lo farà impazzire, e il cui ritrovamento diverrà l’unica ragione di vita in cui investire energie. La femme fatale, tipico innesco del cinema noir, porterà Nick a indagare e scoprire una situazione ben più grande e complessa di quella che avrebbe potuto immaginare, tra criminalità e intrighi politici. Rivivendo i ricordi, e qui l’eco di Inception non è forte bensì assordante, da una parte Nick trova conforto di ciò che ha perduto e dall’altra scopre sempre più dettagli per la sua personalissima indagine. Questa Miami allagata, specchio di una società devastata che richiama il capolavoro di Blade Runner, resta davvero troppo sullo sfondo, troppo in sordina che finisce a essere uno sciapo contorno alle lunghe traversate di Nick.
Il finale, quantomai ispirato, pone l’accento sull’utilità dei ricordi, se siano le persone ossessionate dal passato o se il passato sia ossessionato dalle persone, sull’importanza dell’oblio e il piacere delle reminiscenze, andando a scomodare anche il mito di Orfeo ed Euridice. Se l’intreccio tra azione, indagine e storia d’amore fosse stato gestito meglio (anche se il ritmo risulta abbastanza costante) e se l’ambiente fosse stato approfondito di più (si sarebbe potuto girare un intero film sulle conseguenze del riscaldamento globale e delle guerre), avrebbero resto Frammenti dal passato un film davvero molto interessante, in grado di staccarsi dalle tematiche estremamente derivative da cui parte. Resta invece un film godibile e ben confezionato, dalle buone performance attoriali e da una regia curata il giusto, che intrattiene ma non va oltre.