What If…? questa settimana si prende una pausa dall’uccidere gli Avengers e invece decide di spazzare via un intero universo, questo episodio e il più tetro che abbiamo visto finora. Tutto inizia la fatidica notte in cui Stephen Strange si trova, letteralmente, sulla strada che lo porterà a diventare lo Stregone Supremo, le cose prendono una piega spietata quando invece perdere temporaneamente l’uso delle mani, in quell’incidente stradale è Christine Palmer a perdere la vita.
In questa ramificazione del multiverso la morte di Christine fa da catalizzatore per il viaggio di Stephen a Kamar-Taj e gli avvenimenti a seguire si svolgono per lo più allo stesso modo. Strange viene istruito nelle arti mistiche dall’Antico, lei viene uccisa da Kaecilius e il buon dottore alla fine affronta Dormammu.
A differenza della versione nota di Strange, dove supera il trauma della perdita delle mani, in questa variante non riesce a superare la perdita di Christine. Nei suoi sforzi per riportare indietro il suo amore perduto, Strange spinge i confini della magia a un punto di rottura, diventando una chimera di esseri mistici e una parodia oscura dell’eroico stregone che conosciamo e amiamo. L’unica persona che può fermarlo? Lo spesso Stephen Strange.
Senza dubbio il miglior episodio di What If…? che abbiamo avuto dai tempi di T’Challa come Star Lord nel secondo episodio, questo è stato un episodio emozionante e sorprendentemente emotivo che ha dato la misura delle potenzialità di questo prodotto. Le scene di Strange che rivive la notte in cui Christine è morta più e più volte, come una versione distorta di Il giorno della marmotta, sono state dolorose da guardare, aiutate in gran parte dall’eccellente doppiaggio di Benedict Cumberbatch (consiglio sempre di guardare What If…? in lingua originale per ritrovare i veri attori, anche se i doppiatori italiano fanno un ottimo lavoro come sempre).
Cumberbatch è, come sappiamo, un doppiatore esperto, e si vede, si adatta bene al compito e riesce a dare alla sua performance una vera tonalità, non era affatto facile rendere la voce del malvagio (o traviato) Doctor Strange, una burbera parodia del suo principale protagonista del MCU, ma Cumberbatch ha evitato la stortura e fatto un lavoro straordinario. Entra ed esce da un registro più profondo a seconda delle esigenze della scena, questo rende il personaggio molto più realistico e meno simile ad un cattivo dei cartoni animati.
Infatti, di tutti gli episodi di What If…? che abbiamo visto finora, questo ha probabilmente il miglior doppiaggio, aiuta enormemente il fatto che tutto il cast di Doctor Strange, da Tilda Swinton a Benedict Wong, sia tornato per riprendere i propri ruoli. In altri episodi, il ritorno solo di alcuni membri dei cast del MCU è stato una benedizione e una maledizione (alcuni episodi vale la pena guardarli doppiati in italiano così da riconoscere le voci). Per esempio è bello sentire Samuel L. Jackson interpretare di nuovo Nick Fury, ma questo rende l’assenza di Scarlett Johansson ancora più evidente, invece in italiano ritroviamo la doppiatrice e quindi il nostro cervello si immerge perfettamente nella storia.
Anche la caratterizzazione di questa variante di Doctor Strange è piuttosto impressionante, risulta essere meno uno stregone megalomane ed egocentrico quanto più un romantico smarrito. Si può facilmente vedere come lo Strange introdotto nel MCU vero e proprio avrebbe potuto prendere questa strada, ed è piacevole vedere l’arroganza del personaggio esplorata in un modo che non abbiamo visto nel film originale. La tragedia culmine nella sua disavventura finisce in un modo così devastante da sembrare qualcosa strappato alle pagine di un fumetto di What If…, che spesso aveva finali altrettanto sconvolgenti.
Tuttavia, la vera ragione per cui questo episodio è così piacevole è perché nessuno dei personaggi che abbiamo visto finora in What If…? è così perfetto come Doctor Strange. Non solo gli incantesimi, ma anche le arti mistiche che utilizza sono perfette per l’animazione, la natura stravagante e vagamente metafisica del personaggio gli permette di intervenire sul ritmo della serie in un modo che altri personaggi non sono in grado di fare.
What If…? è stata una serie senza una sua reale collocazione, abbiamo avuto alcuni veri momenti topici con Star-Lord T’Challa nel secondo episodio, eppure, per la maggior parte del tempo è sembrata poco rilevante per la sua natura, relegata a essere un’antologia separata dal canone del MCU. Questo episodio, invece, lascia intendere che c’è una storia più ampia che potrebbe avere una reale influenza sul futuro di What If… e del MCU vero e proprio.
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