“Il mistero Henri Pick” è un film di Rémi Bezançon, uscito in Italia nel dicembre 2019 e tratto dall’omonimo romanzo di David Foenkinos. Nel suo cast annovera attori del calibro di Fabrice Luchini e Camille Cottin.
In questo articolo analizzeremo le differenze tra il libro di David Foenkinos (Puoi trovare la recensione del libro a questo link) e la trasposizione cinematografica di Remi Bezançon, cercando di esprimere anche un breve giudizio sul film stesso. (*Anticipiamo che la trattazione contiene spoiler*).
Il film comincia con una trasmissione televisiva condotta da un critico intento a recensire i più recenti casi letterari: tra questi c’è anche “La vasca da bagno” che, a differenza degli altri titoli, viene sfortunatamente ignorato dal conduttore. Il suo autore, Frederic Kosca, è un aspirante scrittore alle prese con una scarsa pubblicizzazione e vendite piuttosto ridotte del suo libro d’esordio: per questo motivo, cerca in tutti i modi di aggraziarsi quel critico. D’altro canto, Delphine Despero, l’editor protagonista della storia, è seduta accanto a Fred mentre assistono alla totale indifferenza della critica nei confronti de “La vasca da bagno”.
Il film comincia così, anche se sorvola ampiamente sulle circostanze che hanno portato Delphine a conoscere il partner. Nel libro, i due si incontrano quando Fred si rivolge a una casa editrice a cui affidare la sua prima opera letteraria: a quel punto, Delphine decide di farsenesubito carico, e instaura anche un rapporto sentimentale con il ragazzo. Tuttavia, chi ha lettoil libro attentamente sa bene che i primi due personaggi ad essere citati – cronologicamente – nella storia sono Jean-Pierre Gourvec, il libraio della biblioteca di Crozon che dà vita ai “manoscritti rifiutati”, e Magali Croze, la sua assistente.
Non sono pochi gli elementi che il film di Rémi Bezançon ha stravolto, a cominciare dal fatto che il nome della protagonista è stato tramutato da “Delphine” in “Daphne”. Di seguito, un elenco delle altre modifiche applicate al libro di Foenkinos:
Nonostante anche il film abbia un ritmo scorrevole e vanti un cast di molteplici talenti, la trasposizione de “Il mistero Henri Pick” non regge il paragone con il libro di provenienza.
La componente cinematografica ha mischiato tutte le carte, portando all’inizio ciò che inizialmente era alla fine, e viceversa, ma ha anche ridotto le possibilità di conoscere più dettagliatamente il carattere e la storia dei singoli personaggi.
Nel film Il mistero Henri Pick tutti i pensieri vengono pronunciati “a voce alta”: tutto viene sbandierato, privato del mistero, e lo spettatore finisce per non respirare più quell’atmosfera da “giallo” che caratterizza il libro di David Foenkinos. Da ciò deduciamo che l’indagine di Rouche nel film è “sfrontata”, urlata ai quattro venti con orgoglio, quando invece nel libro è tacita, sfuggente, senza dubbio più individuale.
Insomma, siamo di fronte all’ennesimo caso in cui il Cinema non riesce a superare la Letteratura, per quanto questa non sia necessariamente la prassi, e il copione avrebbe dovuto essere più coinvolgente e “movimentato”, anziché banale e piatto.
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