Se durante i vostri viaggi vi piace andare alla scoperta di luoghi insoliti e particolari, oppure amate il cuore verde d’Italia ma avete già visitato tutte le sue maggiori attrazioni turistiche, non disperate, c’è ancora molto da vedere: scopriamo insieme le bellezze nascoste dell’Umbria!
L’Umbria è caratterizzata da un’ampia ricchezza storico-culturale di borghi come Assisi o Perugia e da paesaggi naturali mozzafiato come l’altopiano di Castelluccio o la cascata delle Marmore.
In aggiunta alle principali attrazioni turistiche, che tutti più o meno conosciamo, esistono tanti luoghi affascinanti che, per un motivo o per un altro, sono rimasti in qualche modo semi-sconosciuti. Alcuni di loro stanno prendendo piede negli ultimi anni, come La Scarzuola o Rasiglia, mentre altri non hanno ancora la visibilità che meritano, come La Calamita Cosmica di Foligno.
Vediamo insieme 7 dei luoghi più insoliti e particolari di tutte le bellezze nascoste dell’Umbria!
Tomaso Buzzi, architetto, progettista e arredatore morto nel 1981, nel 1956 acquistò un antico convento francescano a Montegabbione, in provincia di Terni.
Egli, poi, passò i successivi vent’anni nella realizzazione di quella che lui stesso definì la sua città ideale, dando vita a “La Scarzuola” (ex nome del convento) come la conosciamo oggi.
Composta da 7 teatri e da una montagna di edifici costituiti da una serie di archetipi che, vuoti all’interno e dotati di tanti scomparti come in un termitaio, rivelano molteplici prospettive, La Scarzuola rappresenta la visione inafferrabile e surreale di Buzzi.
L’opera d’arte è spesso associata da uno stile neo-manieristico, caratterizzato dalla presenza di scale in tutte le direzioni, volute sproporzioni di alcune parti, presenza di mostri e affastellamento di edifici o monumenti.
La Scarzuola è un luogo affascinante e intrigante, che merita anche più di una singola visita. È obbligatorio prenotare la visita, che ha un costo di €10.00, che ne valgono assolutamente la pena.
“La Scarzuola è fatta per le formiche, le lucertole al sole o per permettere alle lumache di far dei percorsi argentei sulle pietre, ai bachi da seta per star nei loro bozzoli e produrre i loro nobili fili, alle api per accogliere in alveari architettonici il loro miele, alle farfalle, ai grilli, alle cicale, anzi alle ciandelline, le tante del sole adoratrici”
– Tomaso Buzzi
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze nascoste dell’Umbria spostandoci di pochi chilometri da Terni e arrivando a Narni.
Se il nome di questa città vi sembra di averlo già sentito, tranquilli, probabilmente è così: infatti lo scrittore C.S. Lewis si ispirò proprio a Narni per scrivere la serie di romanzi “Le Cronache di Narnia“.
Alcune voci di corridoio vorrebbero che l’autore sia stato ispirato proprio dalla Narni sotterranea, un insieme di ipogei scoperti gli ultimi anni. In realtà, però, C.S. Lewis si ispirò soltanto al nome che, secondo lui, suonava bene.
In ogni caso, Narni sotterranea è un’attrazione da non perdere assolutamente. Alcuni degli apogei scoperti, infatti, sono aperti al pubblico e visitabili su prenotazione (tutte le visite sono guidate e durano un’ora o un’ora e mezzo).
Più precisamente si può ammirare:
Insomma, in questo luogo sono racchiusi storia, arte, cultura e misteri: non avete ancora prenotato il biglietto?
Rallentiamo un po’ con storia e misteri e passiamo a parlare di uno dei borghi più belli dell’Umbria e non solo: Rasiglia.
Nascosto in mezzo ai verdi colli della zona nord-est dell’Umbria, poco lontano da Foligno, questo borgo conta poco più di cinquanta casette tutte in pietra. Soprannominato “la Venezia dell’Umbria”, è caratterizzato da viottoli medioevali, ponti in legno, ruscelli, cascate e laghetti formati dal fiume Menotre nella sua discesa a valle.
Rasiglia sta avendo molto successo negli ultimi anni perciò, visto la sua grandezza ridotta, è consigliabile scegliere giorni infrasettimanali in bassa stagione per visitarlo e goderselo al meglio.
In ogni caso, il borgo offre gli spettacoli migliori in primavera o in autunno, quando la tanta natura intorno ad esso si colora di mille sfumature diverse.
A Foligno, precisamente all’interno dell’Ex Chiesa della Santissima Trinità Annunziata, è esposta la Calamita Cosmica, opera d’arte dell’artista Gino De Dominicis.
La Calamita Cosmica è un’opera monumentale e controversa, rappresentante uno scheletro umano di 24 metri, che presenta una perfetta anatomia, se non fosse per il naso a becco d’uccello che salta subito all’occhio. Inoltre, lo scheletro regge nella mano destra un’asta dorata che, secondo l’artista, simboleggia la connessione dell’uomo con il mondo cosmico e con la realtà che lo circonda.
L’opera è stata realizzata nel 1988 e mostrata a sorpresa nel 1990. Da allora, è stata spostata in varie parti d’Europa, fin quando non ha trovato la sua dimora definitiva a Foligno.
Un tempo gratuita, oggi purtroppo per effettuare una visita alla Calamita Cosmica occorre prenotare un biglietto, comunque di un prezzo molto ridotto.
Continuiamo con la scoperta delle bellezze nascoste dell’Umbria spostandoci ad Orvieto.
Nel 1527, durante il “Sacco di Roma“, l’allora pontefice Clemente VII si rifugiò proprio ad Orvieto ed ordinò la costruzione di un pozzo che sarebbe servito da rifornimento di acqua per la città in caso di assedio.
Il pozzo deve l’attuale nome, Pozzo di San Patrizio, ai frati del convento dei Servi ai quali era nota la leggenda del santo irlandese (San Patrizio), secondo la quale egli era il custode di una grotta senza fondo. Grazie anche a questo, perciò, il pozzo iniziò ad attrarre curiosi da tutto il mondo perdendo la sua funzione primaria.
La parte esterna del pozzo è già un bello spettacolo di per sé: una struttura cilindrica bassa decorata con i gigli farnesiani del pontefice Paolo III, sulla quale si aprono due ingressi diametralmente opposti. L’accesso al pozzo è garantito da due rampe elicoidali e presenta le seguenti caratteristiche:
Inoltre, sul fondo del pozzo il livello dell’acqua si mantiene costante grazie ad una sorgente naturale che lo rifornisce e ad un emissario che fa defluire l’acqua.
Sempre nell’Umbria meridionale, in provincia di Terni, troviamo Ferentillo, un piccolo borgo medioevale che nasconde un segreto.
Infatti, nella cripta della Chiesa di Santo Stefano, datata XV secolo, sono stati ritrovati i corpi mummificati di alcuni abitanti del borgo e di qualche straniero.
Storicamente la Chiesa di Santo Stefano venne costruita, su ordine della famiglia Cybo, in un’area che prima ospitava un’altra piccola chiesa. Questa antica e più piccola struttura, però, non venne demolita, bensì venne usata come base per la nuova chiesa. In questo modo, la più piccola e antica delle due chiese poté essere utilizzata come cripta sepolcrale, dove per anni vennero sepolti gli abitanti di Ferentillo, fino all’Editto napoleonico di Saint Cloud “Décret Impérial sur les Sépultures“.
L’Editto, oltre a vietare ulteriori sepolture, ordinò la riesumazione dei corpi e proprio in quel momento si scoprì che molti di essi erano perfettamente mummificati.
Inoltre, la cripta stessa è molto interessante da visitare: è ancora possibile infatti osservare l’antico portale d’ingresso, i resti dell’abside e alcuni affreschi del XIV e XV secolo della piccola chiesa medioevale usata come base per l’attuale Chiesa di Santo Stefano.
Spostiamoci ora nella parte nord-est dell’Umbria, più precisamente nel parco del Monte Cucco.
La Grotta di Monte Cucco si apre all’interno dell’omonima montagna ed è una delle più estese d’Italia, grazie a uno sviluppo di quasi 35km, arrivando inoltre a una profondità verticale di -920 metri.
Si stima che la Grotta abbia un’età di quasi 300.000 anni e che sia rimasta praticamente immutata nel corso della storia. Essa presenta 4 ingressi diversi, tra i quali il principale e più grande era conosciuto dalle popolazioni locali da secoli, per cui è impossibile risalire alla prima esplorazione, anche se la traccia più antica risale al 1499, la data impressa sul muro della roccia da un pioniere del tempo.
Nel corso della storia la Grotta di Monte Cucco è stata esplorata più volte scoprendo ogni volta nuove sale e diverse gallerie. Le esplorazioni più importanti, comunque, vennero effettuate da Giambattista Milani, importante industriale di fine ‘800, insieme al CAI di Perugia.
Egli, infatti, tra il 1883 e il 1892 esplorò la grotta per 3 chilometri e scoprì tre grandi sale, la più grande delle quali, la sala Margherita, la dedicò a Margarete Traube Mengarini, prima donna a entrare nella grotta. Successivamente, nel 1922, realizzò una scala di 30 metri nel pozzo d’ingresso, la quale rende tutt’ora possibile l’accesso a chiunque.
Le successive esplorazioni portarono alla scoperta della Grotta di Monte Cucco come la conosciamo oggi e da qualche decina di anni è possibile visitarla attraverso un percorso turistico-escursionistico.
Siamo arrivati alla conclusione del nostro viaggio alla scoperta delle bellezze nascoste dell’Umbria. Come avrete capito, il cuore verde d’Italia può offrire molto di più di borghi medioevali e paesaggi mozzafiato, che già rappresentano patrimoni inestimabili. Tra misteri, storia, natura, cultura e leggende, l’Umbria non smette mai di stupire!
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