Modern Love 2 una compilation di storie d’amore più introspettiva
Modern Love 2 la serie prodotta da Amazon Prime Video, la cui prima stagione ci ha incollati allo schermo e ci ha appassionati con storie d’amore e relazioni nell’era digitale è tornata sulla piattaforma di streaming lo scorso 13 agosto appunto per la seconda stagione con nuovi personaggi e nuovi racconti d’amore. La serie antologica adatta storie di speranza e dolore da una rubrica del New York Times che va avanti da oltre 17 anni. Mentre la prima stagione si è svolta interamente a New York City, la seconda stagione è stata girata a Dublino, Londra e New York e presenta persone di diverse età, etnie e orientamenti sessuali. Gli episodi approfondiscono una serie di relazioni e forme diverse d’amore, da una moglie incapace di superare la morte del marito a una giovane adolescente alle prese con il proprio orientamento sessuale.
In questa stagione sono presenti nuovi interpreti: Minnie Driver, Kit Harington, Sophie Okonedo e Dominique Fishback.
La caratteristica che maggiormente colpisce di Modern Love e che le storie raccontano l’amore a trecentosessanta gradi, considerando tutte le possibilità e tutte le sfumature di relazione possibili al mondo.
Per questa ragione è davvero difficile che non si riesca a trovare un episodio che in qualche modo ci rappresenti o ci emozioni in particolare, poiché lo sentiamo molto vicino a noi.
Personalmente ho maggiormente apprezzato la prima stagione che ho trovato più dinamica e avvincente, mentre questa seconda mi è parsa più introspettiva e assai difficile da seguire, proprio perché vi ho riscontrato molto dialogo e poca azione.
Modern Love 2 vede, come ho anticipato, una versione di racconto più introspettiva dove le storie d’amore sono sospese, con finale aperto e poche volte auto conclusive. Sembra che gli autori in questo caso si siano ispirati a storie in cui la parte più interessante da raccontare è la fase dell’innamoramento, o in altri casi addirittura il focus è un amore passato, motore di tutto, o ancora la scoperta di sé come punto centrale della narrazione.
Da questo punto di vista la seconda stagione è più sdolcinata e prevedibile e sfocia anche di più nel retorico rispetto alla prima.
Come ho detto però stiamo parlando di storie differenti tra loro per ogni tipo di spettatore e dunque è probabile che vi sarà qualcuno al quale piacerà di più la seconda.
La sensazione provata è stata quella di qualcosa che non lascia quel senso di appagamento e di risoluzione interiore che mi aveva lasciato la prima stagione ma che più in generale riguarda ogni storia raccontata.
Dal momento che la serie è tratta dalla rubrica del Times sono ancora molti i “modern loves” da raccontare e si spera già in una terza stagione. Nel frattempo il mio consiglio è quello di recuperare la prima serie di racconti e vedere in ogni caso la seconda stagione di Modern Love. Come nei cd-rom di una volta ci sarà senz’altro la melodia che fa per voi, quel racconto d’amore o quell’esperienza intima che voi o persone vicine a voi hanno già provato. È questo il segreto di un prodotto tanto valido come questo, prima di tutto sulla carta e poi nella sua versione audiovisiva.