Suicide Squad – Missione Suicida: recensione del nuovo film sugli antieroi del cinema
Si torna, finalmente, al cinema e lo si fa con il botto. Preparatevi a colpi di azione e umorismo con il nuovo film del regista James Gunn, Suicide Squad – Missione Suicida, che ha il compito di mettere in scena i supereroi meno eroici di sempre, dando vita ad una squadra di meta umani con il compito di portare a termine missioni ad alto livello di pericolosità, pur di avere uno sconto sulla pena carceraria a cui sono condannati per i loro crimini. Il film si presenta come un’alternativa al precedente Suicide Squad, del 2016 (in cui era presente anche il personaggio di Joker) e non come un sequel.
Ebbene, si tratta di una squadra ben riunita di Belle Reve, il penitenziario statunitense che ospita alcuni tra i peggiori criminali umani e non. Stiamo parlando di alcuni antagonisti del mondo dei Supereroi, lì per prendersi la responsabilità di essere stati colti in flagrante nei tentativi di compiere danni.
Qui, Amanda Waller, responsabile della Task Force X meglio conosciuta come Suicide Squad, riunisce una nuova squadra, i cui personaggi “veterani” si mischiano con delle strambe new entry, che a primo impatto appaiono fuori luogo, ma che si integreranno perfettamente al punto da diventare personaggi imprescindibili, a cui lo spettatore non potrà non affezionarsi.
Trama di Suicide Squad – Missione Suicida
Amanda Waller gestisce una squadra suicida, non riconosciuta dal governo, per compiere missioni segrete; questo gruppo di persone impavide e sfacciate, forti, possenti e abituate a vere e proprie azioni di guerra, vengono chiamati alle armi in cambio di uno sconto di pena. Qualsiasi cenno di diserzione o oltraggio, anche il minimo, è punito con l’immediata esecuzione. Una volta riunita la nuova Squad, Amanda Waller li spedisce in una missione sull’isola di Corto Maltese in cui, a seguito di un colpo di Stato, vi sono in atto numerose rivolte.
L’obiettivo è quello di recuperare informazioni sul progetto Starfish che, si scoprirà alla fine trattarsi di un pericoloso progetto di trasformazione degli umani in amebe, succubi di un mostro a forma di stella marina, potenzialmente in grado di conquistare il mondo.
La squadra viene immediatamente decimata, portando lo spettatore alla confusione: di solito gli eroi non muoiono mai, o almeno non nelle prime scene. Invece, in questo caso, il regista mette in chiaro sin da subito che nessuno di essi è indispensabile ed è molto consigliato tenere gli occhi ben aperti e… non affezionarsi a nessuno di loro!
Cast
Il cast, come accennato, si compone di una varietà di personaggi, alcuni ripresi dalla versione del 2016: la stessa Amanda Waller, interpretata con una freddezza quasi glaciale da Viola Davis, e poi ancora Joel Kinnaman, ancora una volta Rick Flag, leader sul capo della Suicide Squad e l’immancabile regina indiscussa, Harley Queen, magistralmente interpretata ormai da sempre da Margot Robbie, che si sente a suo agio più che mai nei panni della sfortunata anima gemella di Joker, incapace di scelte sagge in amore ma capace di dare voce alla sua follia in modo leggero e ironico, non perdendo mai un colpo.
Idris Elba interpreta Bloodsport, tiratore professionista, colpevole di aver sparato un proiettile di Kryptonite a Supermen e che accetta di far parte della squadra per poter salvare sua figlia da un futuro fatto di tute arancioni e celle prigioniere. Un incredibile John Cena nel ruolo di Peacemaker, che sfrutta il film come spin-off per la sua serie dedicata che andrà in onda su HBO.
Gli altri componenti della banda sono Daniela Melchior, aka Ratcatcher II, è una millennial con il potere di controllare i topi, ereditato da suo padre morto per overdose e Polka-Dot Man un criminale dl raro potere di lanciare pois colorati che possono distruggere cose e persone, ossessionato dalla figura materna che rivede letteralmente ovunque.
Infine, uno squalo bianco affamato e non addomesticato, doppiato da Sylvester Stallone, completa il quadro.
Conclusioni
Il film si pone nel mondo delle pellicole di Supereroi con un tono irriverente e a tratti violento. Il regista si è sentito libero di dare spazio alla sua capacità di unire scene di azione e di guerra letterale, a scene leggeri e quasi divertenti, come quella in cui i protagonisti bevono tutti insieme al bar, ballano e si godono la vita, prima di ricordarsi della loro missione.
Insomma, è proprio il momento di correre al cinema e lasciarsi trasportare dalla Suicide Squad e dalla loro missione suicida, chissà quanti di loro ne usciranno vivi.