La misteriosa accademia dei giovani geni: recensione della prima stagione
(*Contiene spoiler sul finale de “La misteriosa accademia dei giovani geni“*).
Che le stagioni delle serie TV terminino con un cliffhanger è praticamente obbligatorio: la vera differenza sta nello scegliere come architettarli e, devo dire, “La misteriosa accademia dei giovani geni” ci è riuscita molto bene.
La serie è giunta al termine, rispondendo a vari interrogativi e regalando ai fan un paio di colpi di scena del tutto inattesi. Il settimo episodio aveva preparato il terreno per l’ultimo scontro, il “momento della verità” tanto atteso, preannunciando anche il fatidico incontro tra Benedict e Curtain. Le aspettative erano alte e non sono state deluse: l’ultimo episodio della serie fa convergere ogni cosa rimasta in sospeso, mettendo un punto a questo primo arco narrativo. Che cosa ci lascia “La misteriosa accademia dei giovani geni”? È una serie meritevole? Prima di provare a rispondere a queste due domande vediamo come si è conclusa questa prima stagione.
Mentre Benedict, Rhonda e Numero due si infiltrano sull’isola eludendo la sicurezza mentre cercano di raggiungere la torre, Martina si reca da Curtain per svelargli l’inganno di Kate e portandogli la prova della sua innocenza. Le due ragazze vengono convocate nella sala d’attesa, la stessa stanza che aveva confuso e terrorizzato Sticky, in cui è Curtain stesso a mettere alla prova la resistenza delle due. Con uno strano gioco psicologico, in cui non è chiaro se siano le due ragazze a immaginarsi gli oggetti impugnati dall’uomo o ci sia qualche inganno sotto, Curtain cerca di scoprire la verità e individuare il colpevole. Kate, sentendosi in colpa per la sua amica, confessa subito di essere l’infiltrata nel laboratorio, sollevando Martina da ogni accusa. Curtain, quindi, ordina per la ragazzina la punizione tanto temuta: lo svuota cervelli.
Kate viene condotta nel laboratorio dagli scagnozzi dell’uomo e preparata per la cancellazione della memoria. Prigioniera nella stanza, in attesa di perdere per sempre i ricordi, la ragazzina si arrende al suo destino dopo aver provato a fuggire. In suo soccorso arriva la piccola Constance, che l’aiuta a fuggire dal condotto di aerazione e insieme si dirigono verso la torre del bisbigliatore, nel tentativo di fermare Curtain.
Nel frattempo Milligan si consegna a Curtain dicendogli di essere colui che sta cercando. L’uomo lo informa che sta lavorando per Benedict e chiede all’altro di liberare Kate in cambio di informazioni sul piano del fratello. Il suo obiettivo è guadagnare tempo e ritardare il Miglioramento, ma Curtain lo ha già capito e sta al suo gioco, fingendo di ascoltarlo. Quando la sua assistente lo informa che è tutto pronto per cominciare la trasmissione, l’uomo rivela a Milligan di conoscerlo e di avergli cancellato la memoria lui stesso. Scopriamo a questo punto che Milligan era un abile chimico tra gli scienziati di Curtain, al quale sono stati portati via i ricordi per – presumibilmente – essersi opposto ad alcune richieste dell’uomo. Qualche immagine riaffiorai nella mente dell’uomo, per lo più del suo lavoro, ma per lui è ancora tutto confuso (no, non è questo il vero colpo di scena dell’ultima puntata). Curtain, a questo punto, ordina di cancellare di nuovo la memoria a Milligan, che viene neutralizzato dalla sicurezza e portato via.
Nelle scene successive vediamo Sticky nel bisbigliatore assieme a Curtain. Il bambino è stato scelto per un compito molto importante: essere la voce del miglioramento. Egli deve innanzitutto entrare in completa simbiosi con la macchina, accettando ciò che sente e ripetendolo al mondo. Ma Sticky, d’accordo con i suoi amici, comincia a opporsi alla macchina, ripetendo le frasi ma senza “farle proprie”, rifiutando la volontà del bisbigliatore. Curtain se ne accorge e comincia ad agitarsi e proprio in quel momento arriva Reynie nella stanza, pronto ad attuare l’ultima parte del piano.
Qualche centinaio di metri più in basso, ai piedi della torre, Constance e Kate cercano di salire sulla costruzione ed entrare nella stanza del bisbigliatore per aiutare i loro amici. Le due vengono interrotte dalla sicurezza, pronta a fermarle. Kate aiuta Constance a salire, promettendole di raggiungerla, ma le guardie sono davvero troppe e la bambina si trova in difficoltà. Come nel più classico dei classici, la ragazzina viene salvata sul gong da Milligan, riuscito a fuggire dal laboratorio, e la squadra di tetherball capitanata da Martina. La ragazza, colpita dall’onestà di Kate, ha perdonato la bambina e ora è pronta a dare una mano alla sua migliore amica.
Milligan aiuta Kate a salire mentre la “battaglia” contro la sicurezza imperversa. In questo frangente assistiamo al colpo di scena forse più grande di tutta la serie: Milligan è il padre di Kate.
L’uomo non ricorda nulla della sua famiglia, ma sa di essere alla ricerca di qualcosa di molto prezioso, e quel qualcosa è sua figlia. Kate, rimasta sola in tenera età, non ricorda nulla di suo padre se non delle forti braccia che la sollevavano da terra e la tenevano stretta. Basta una sola frase per risvegliare in loro una verità rimasta sopita: aiutando la bambina a salire, Milligan la chiama con un nomignolo (kitty kat) che rivela il loro legame. In una commovente scena finale, i due si ritroveranno finalmente come padre e figlia, scambiandosi un abbraccio tanto agognato.
Ma torniamo a noi: finalmente i 4 amici si sono riuniti nel bisbigliatore, intenzionati a sconfiggere Curtain. Reynie tenta di neutralizzarlo cercando di causargli un attacco narcolettico (sperando ne soffra come Benedict), ma il suo tentativo di farlo ridere con una barzelletta fallisce miseramente. A quel punto, trovandosi alle strette, il bambino prova a far ragionare l’uomo dicendogli di capire come si sente, rifiutato dal mondo, ma che in lui c’è ancora del buono. “Tu non sei una cattiva persona” gli dice, mentre Curtain, sempre più infastidito dalle parole del bambino, esplode infine in un eccesso di rabbia e… sviene.
Davvero è stato così semplice mettere fuori gioco Curtain? A quanto pare sì, anche se nel suo caso non sono le risate a farlo addormentare, ma il sentirsi vulnerabile, esposto, mostrarsi per chi è davvero. Reynie ha centrato il bersaglio, anche se non volontariamente. Molti potrebbero storcere il naso di fronte a questa scena, ma è perfettamente in linea con l’atmosfera della serie. Alcuni passaggi sono volutamente esagerati e grotteschi e ciò non dovrebbe sorprendere: la serie è pur sempre tratta da un libro per bambini.
Adesso, però, rimane l’ultima cosa da fare: distruggere il bisbigliatore. Qui entra in gioco Constance, regalandoci una performance grandiosa e diventando, per qualche minuto, l’assoluta protagonista. La bambina, dopo essersi messa in contatto con la macchina, comincia a dare risposte insensate alle domande del bisbigliatore, alterandone il funzionamento. Constance, a un certo punto, smette completamente di parlare e comunica con la macchina solo mentalmente, opponendosi con forza al tentativo di controllo e, infine, mandando in cortocircuito il bisbigliatore. In seguito apprendiamo che Constance è una psichica, sebbene non venga spiegato cosa comporti nel dettaglio. Probabilmente ne sapremo di più nella seconda stagione; per ora si può solo constatare che la bambina possiede dei poteri mentali di estensione non nota.
Il gruppo viene raggiunto da Benedict e i 5 si ricongiungono. Il bisbigliatore è fuori uso, Curtain ha perso e il mondo è finalmente salvo. È arrivato il lieto fine? Non del tutto, non ancora: prima i due fratelli devono chiarirsi.
Curtain si risveglia e si ritrova nella stanza del bisbigliatore con Benedict. Finalmente assistiamo al confronto tanto atteso: Nathaniel e Nicholas sono faccia a faccia, decisi ad affrontare un passato doloroso e le questioni irrisolte. Benedict chiede scusa a suo fratello, accusandolo però di essere stato un irresponsabile e di aver messo a rischio il mondo intero. Gli spiega di non essere tornato a riprenderlo perché sentiva il bisogno di essere libero dalla sua necessità di controllare tutto e tutti. Curtain appare cinico e fermo nelle sue posizioni, spiegando al suo gemello di aver fatto tutto per il suo bene, per evitare che la mediocrità degli altri potesse “infettarlo” e abbassarlo al loro livello. L’uomo è fermamente convinto che lui e suo fratello siano al di sopra delle altre persona, non tollera i fallimenti e odia chi crede che siano tutti speciali, illudendo chi in realtà non lo è. Un comportamento del tutto opposto a quello di Benedict: il fratello è infatti incline a incoraggiare tutti, credendo in loro e trovando del talento in tutti. A conferma di questo, Benedict aveva preso con sé Kate e Constance, considerate invece non all’altezza per gli standard dell’accademia di Curtain. Le due bambine, tra l’altro, sono invece le principali fautrici della sconfitta dell’uomo. Un simpatico scherzo del destino e un’importante rivalsa.
Durante la discussione tra i due Curtain fa ridere Benedict causandogli un attacco narcolettico. L’uomo ne approfitta per fuggire dall’isola e non farsi catturare dal fratello. Nella scena finale lo vedremo in fuga su una nave assieme al figliastro S.Q. e la sua prima scienziata, con un nuovo piano tra le mani per assoggettare il mondo al suo volere.
Milligan, Rhonda, Numero due e i bambini tornano alla villa di Benedict assieme a quest’ultimo. La casa è finalmente libera dalle guardie di Curtain ed è di nuovo un posto sicuro. Kate e Milligan sono di nuovo una famiglia, anche se all’uomo servirà ancora del tempo per ritrovare la memoria e apprezzare i momenti futuri con sua figlia. Sticky ha intenzione di iscriversi all’accademia Boatwright e studiare lì, mentre Reynie andrà a vivere con la signorina Perumal, che finalmente ha deciso di adottarlo e dargli tutto l’affetto di una famiglia. Benedict propone a Constance di adottarla, ma la bambina rifiuta: esattamente ciò che ci aspettavamo dal suo personaggio. Constance decide comunque di rimanere a vivere con Benedict, realizzando di fatto la volontà dell’uomo ma senza ufficializzare alcunché.
“La misteriosa accademia dei giovani geni” termina la prima parte con un lieto fine, regalandoci qualche attimo commovente e tanti sorrisi. Tirando le somme, la serie è stata un passatempo molto piacevole e appassionante costruito ad hoc e con un cast di attori molto talentuoso. Matt Manfredi e Phil Hay, gli ideatori dello show, sono riusciti a prendere un libro destinato ai bambini e trasformarlo in un prodotto fruibile da grandi e piccini, in pieno tono Disney. La serie offre diversi spunti di riflessione grazie anche alla duplicità dei personaggi: se a primo impatto appaiono stereotipati, proseguendo con le puntate emergono le storie le sfaccettature di ognuno, contribuendo ad arricchire la serie e a farcela apprezzare sotto un’altra luce. L’esempio lampante è Curtain, uomo profondamente tormentato dalla necessità di essere il migliore, impaurito per qualche motivo dalla “mediocrità”.
“La misteriosa accademia dei giovani geni” riesce ad accendere la curiosità dello spettatore fin da subito col suo mix ben bilanciato di mistero ed eccentricità. Nel corso delle puntate non c’è mai stato un crollo di qualità, anzi: la serie mantiene l’attenzione dei fan sempre alta in un climax continuo. Peccato però per gli enigmi, inseriti nelle prime puntate e poi abbandonati quasi del tutto col proseguire della storia. È certamente comprensibile visto l’evolversi dell’avventura, ma qualche rompicapo in più sarebbe stato apprezzato.
Infine, va dedicato un plauso ai giovani attori dietro i personaggi di Reynie, Sticky, Kate e Constance. I 4 sono all’inizio delle loro carriere ma appaiono già molto talentuosi e in grado di legarsi bene tra di loro. Una nota speciale va a Marta Kessler, la sarcastica e cinica Constance Contraire e la più piccola degli attori, che ha dato prova di una grande bravura nell’interpretare un personaggio non troppo facile da rappresentare.
La serie è promossa a pieni voti e consigliata a chiunque voglia uno show leggero ma non stupido. Vi appassionerete da subito alla storia e tutti i personaggi vi entreranno nel cuore. Ci sarà una seconda stagione? Non ci sono ancora conferme in merito, ma ci auguriamo vivamente di sì. I libri hanno ancora tanto da raccontare.