“La danza degli amori senza tempo” di Anne – Gaëlle Huon racconta il percorso di Julia, iniziato con la scoperta di un quaderno personale scritto dall’amata nonna Jeannine. È un viaggio di tutti i personaggi che ridà loro verità e liberazione. La conoscenza del passato tramite il racconto diviene occasione di cambiamento e di comprensione del presente, in un gioco di passi alternati e di segreti nascosti. Ispirato alla storia vera della scrittrice, questo romanzo delicato e toccante insegna il grande valore della restituzione, della verità che libera e dà un nuovo senso alla memoria, alle persone e al presente.
Le scoperte a volte sovvertono l’ordine e creano un immaginario mai pensato su determinati fatti o persone. Il passato restituito nelle sue forme vere può far allontanare, può far soffrire o pensare. Può cambiare un’intera vita in un solo attimo. Tempi lunghissimi si dissolvono a causa di quella piccola svolta, di quella decisione non presa o scelta da altri, di quell’azione che torna dopo essere stata mascherata. Ho cercato di mettermi nei panni di Anne – Gaëlle Huon che ha ritrovato un plico di pochi fogli scritti da sua nonna. Quale deve essere stato il suo pensiero, il suo stato d’animo… di certo questo ritrovamento ha permesso la nascita de “La danza degli amori senza tempo”, edito da Sperling & Kupfer, ispirato appunto alla sua personale esperienza. Una scoperta che ha portato alla luce una nuova storia, un nuovo percorso. Huon ha saputo dosare in maniera equilibrata e non pesante una vicenda intessuta di segreti e mezze verità, fatta di un passato che chiede di essere portato a galla per il rispetto e la liberazione dei singoli protagonisti. Si tratta di questo alla fine: il tema della liberazione, della restituzione della verità che aiuta a rinascere, a ripartire. Una crescita personale che riguarda ogni personaggio.
Julia è una scrittrice parigina, venuta a sapere delle difficoltà e del crollo fisico dell’amata nonna Jeannine a seguito di una caduta, si reca in Provenza, alla Bastia, la residenza per anziani dove la signora è ospite. Questa permanenza si rivela per Julia un viaggio molteplice: un’esplorazione di se stessa, un percorso sconosciuto e sconvolgente nella vita della nonna, un cammino nel loro passato, un itinerario speciale tra i luoghi splendidi e vividi della Provenza. Il valore della scoperta risiede nella capacità di farne tesoro e di trasformarlo in qualcos’altro. Grazie a Felix, Antoine (di cui si innamora) e a tutti i “vecchietti” arzilli che incontra, Julia riesce a scavare nel passato, nel dolore, nelle sue fragilità per uscirne nuovamente più forte, più consapevole. Jeannine, dal canto suo, le prepara la strada: cosciente della sua situazione fisica, della sua inesorabile perdita di memoria, decide di raccogliere tutti i suoi ricordi in un quaderno dove annota le sue esperienze, gli avvenimenti dall’infanzia. Dentro questo quaderno Jeannine si rivolge direttamente a Julia, “la mia libellula”, le descrive il suo rapporto con la famiglia, con l’amica Lucienne, l’incontro con Jean e la loro relazione, l’interferenza di Gaston, il dolore, la fuga da tutto e da tutti, i silenzi e le risposte mai ricevute. Jeannine mette a nudo la sua esistenza e i suoi sentimenti per evitare che vadano persi raggiungendo l’oblio in cui lei stessa sta per cadere. È dal rinvenimento di questa sorta di diario personale che Julia riesce ad attraversare le pieghe sconosciute della vita della nonna e non lo fa semplicemente leggendo, ma vivendo su di sé il peso della verità, la ricerca di maggior chiarezza, la fatica del silenzio perdurante. Una scoperta che lascia spazio ad ulteriori scoperte, ad altri scavi interiori profondi. Un indizio che permette la comprensione, che indica una chiave di lettura diversa di determinate scelte e motivazioni. La malattia, nel romanzo, è occasione per non perdere la propria vita, i propri ricordi e le emozioni vissute ed è un modo per accostare il presente e renderlo più trasparente, più vero. L’avvicinamento di Jeannine a Julia nel tempo che le resta da vivere.
Alla fine, prevale l’importanza della liberazione, della verità che scorre dopo anni di siccità interiore, di chiusura forzata volontaria. Emblematica è la figura di Lucienne, detentrice di segreti, artefice dell’infelicità di un amore negato, non vissuto, ostacolato sul nascere. Nonostante gli anni passati e le vicende avvenute, per ogni personaggio non è mai troppo tardi per sciogliere le catene e lasciar andare ogni cosa. Decidere di seguire la propria strada senza esitazione. Liberazione è anche questo, ridare il riscatto negato lasciando che il vero emerga per lasciar posto al perdono, all’assoluzione tanto desiderata ma mai avuta. Per Jeannine e Lucienne questo ha fatto la differenza e ha ridato un senso nuovo alla vita di Julia. Una concatenazione di azioni reciproche, di ritorni e di restituzioni che si intercalano nell’esistenza. Il titolo “La danza degli amori senza tempo” rientra in questo significato profondo, in questo movimento alternante tra l’amore perso e il tempo, il passato e il presente, l’io precedente e l’io attuale, ricordi e dimenticanze.
Queste tematiche forti, di difficile spiegazione, passano attraverso una scrittura semplice e ingenua, leggera e toccante. Anne – Gaëlle Huon predilige il dialogo e la scorrevolezza, le descrizioni si concentrano sulla magia colorata della Provenza, i suoi profumi e i suoi luoghi unici, in gioco tra presente e passato riuscito e privo di confusione. Tra le pagine affiorano le “Liste” o gli “Elenchi” personali di Jeannine che a tratti ricordano le citazioni di un altro francese, Jean-Pierre Jeunet regista de “Il favoloso mondo di Amelie”. Non mancano i riferimenti musicali che fanno da colonna sonora a precisi passaggi: la musica tra Jeannine e Jean, la musica che dà coraggio a Julia, la melodia che fa ballare in modo diverso questi personaggi.
La restituzione della verità è sinonimo di rinascita, la riconsegna di una nuova possibilità al di là del passato e di quanto è stato. Leggere “La danza degli amori senza tempo” vuol dire accompagnare i protagonisti nel loro viaggio personale, alle soglie della loro liberazione, alla ricerca di un perché che solo alla fine emerge. Sapere che questo romanzo è ispirato alla vita della vera autrice rende la visione generale ancora più pregnante e suggestiva. La memoria passata che incontra il presente e si lascia indagare, si lascia scrivere è sorprendente, ciò che ha radici nel vissuto può portare a nuovi germogli, a inizi inaspettati. O a un romanzo che emoziona e fa riflettere.
Il passato non è solo passato. Tutt’altro. Può essere fonte di rinascite importanti per chi lo sa riconsiderare, per chi riesce a intravedere un’opportunità ulteriore, una scoperta che mischia le carte in tavola e dimostra che niente è mai scontato, che il perdono esiste e aiuta il cambiamento.
Anne – Gaëlle Huon ha saputo custodire la sua esperienza in una storia delicata e leggera, anche la sua è una restituzione importante all’insegna dell’affetto e dell’inesauribile possibilità che la vita conserva e alimenta perennemente negli incontri, nelle scelte, nelle persone.
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