Young Royals: la recensione della serie svedese targata Netflix
Quando il principe svedese Wilhelm (Edvin Ryding) combina l’ultima delle sue bravate da adolescente, provocando una rissa in discoteca, viene spedito, senza possibilità di ritorno, al collegio privato Hillerska, una scuola pregiata già frequentata da suo fratello Erik, principe ereditario. È da questo presupposto che parte la nuova serie tv svedese, Young Royals, disponibile su Netflix dal primo luglio, ideata e sceneggiata da Lisa Ambjorn.
Young Royals si presenta come un prodotto che integra il genere teen drama adolescenziale ad un’estetica pop insieme ad alcuni spunti di critica sociale. La serie tiene il pubblico incollato allo schermo soprattutto grazie alla curiosità di conoscere l’evoluzione della complicata relazione tra i due protagonisti, il principe Wilhelm e Simon (Omar Rudberg), un giovane studente della scuola Hillerska. Young Royals racconta il mondo giovanile mettendo al centro della narrazione un gruppo di ragazzi, talvolta viziati e privilegiati, ma, allo stesso tempo, evidenziandone le problematiche, comuni a tutte le classi sociali, di inserimento in contesti di collettività.
Young Royals focalizza la sua attenzione sulle vicende di Wilhelm, il giovane principe restio ad assecondare i suoi doveri regali ma consapevole, comunque, della possibilità di non dover diventare mai Re in quanto secondogenito. Tale posizione legittima, quindi, parte dei suoi comportamenti considerati sconsiderati dalla corona svedese sebbene, le sue, siano attitudini affini ai turbamenti tipici dell’adolescenza. Il disagio verso quegli obblighi tanto distanti dalla sua personalità, viene acuito da tumulti interiori che lo spingono a provare attrazione verso Simon, un ragazzo con diverse difficoltà economiche e familiari, oltretutto riluttante ad accettare la tradizione monarchica in Svezia. Nel corso nelle puntate questa attrazione si trasforma in un affetto autentico: i due, con fatica, si lasceranno andare al caotico flusso delle loro passioni più intense.
Wilhelm, infatti, sembra trovare nella genuinità della vita di Simon, una sorta di conforto emozionale, condividendo con il giovane le sue paure ed insicurezze verso un futuro già scritto. Attorno ai due personaggi principali si dispiega un microcosmo variegato di adolescenti, ripresi tra le aule del collegio: da ragazze popolari vittime, della pressione genitoriale, a giovani, come Arthur, cugino di Wilhelm, in cerca del riscatto per la sua famiglia che pretende di ergersi leader della scuola. Sara, invece, sorella di Simon, tenta di integrarsi tra le ragazze più conosciute dell’Hillerska, provando ad eludere la solitudine, percepita a quella età, come una condanna eterna.
Insomma, l’universo giovanile raccontato da Young Royals, appare sì eterogeneo, ma non si spinge troppo al di là del suo raggio di riferimento. Infatti, i protagonisti sono quasi tutti pressoché dei ricchi rampolli dediti, talvolta, alla superficialità e al divertimento: gli spettatori e le spettatrici, allora, possono incontrare degli ostacoli nel processo di identificazione con i personaggi, in quanto il mondo narrato si mostra, spesso, alienato dalla realtà. Degni di nota, però, sono le osservazioni di Simon circa le diseguaglianze economiche nella società svedese, inducendolo a non vedere di buon occhio la presenza di una famiglia reale in Svezia. In questo senso Simon si dimostra come un personaggio fuori dal coro, forse più di sua sorella Sara, affetta dal disturbo dell’attenzione e autismo, per questo emarginata, poiché è determinato a vivere la sua esistenza seguendo la sua natura. Simon, infatti, scende a compromessi a fatica e solo per proteggere il forte senso della famiglia che lo caratterizza.
Wilhelm, d’altro canto, non riesce a liberarsi dai paletti imposti dalla sua di famiglia che, in seguito alla tragica morte del primogenito Erik, inizia a riporre eccessive attese verso il protagonista. Wilhelm proverà in tutti i modi a vivere a pieno l’amore verso Simon, ma la pressione sociale stabilirà una forte battuta d’arresto per il loro rapporto. Simon, in linea con la sensibilità del suo personaggio, comprende i conflitti interiori di Wilhelm, non ancora pronto a dichiararsi omosessuale ad un’intera nazione, disobbedendo alle petulanti imposizioni della Regina. Sentimenti di gratitudine per l’intensa relazione vissuta, misti ad una profonda sofferenza per la separazione, contraddistinguono un ultimo forte e pubblico abbraccio tra Wilhelm e Simon: le strade sembrano dividersi con il corpo, ma con il cuore i due paiono più complici che mai.
Young Royals mette in scena una bella storia d’amore che ha non poco appassionato il pubblico. La serie, inoltre, ha il merito di portare sullo schermo alcuni attori lontani dai modelli estetici stabiliti dalle serie tv americane a cui molti prodotti europei vogliono assomigliare. Molto trascinante è la colonna sonora che accompagna le sequenze di maggiore pregnanza emotiva, così come alcune scelte registiche e di fotografia. Young Royals, per certi versi, manca un po’ di profondità psicologica per alcuni personaggi che meriterebbero maggiore interesse. E ancora, rinuncia ad alimentare alcuni stimolanti spunti sociali: nel complesso, però, la serie si lascia guardare ed è ottima per fare un bel binge-watching durante queste afose giornate estive.