Pur essendo associata alla sua cattedrale più grande e importante, il Duomo, Milano ospita una grande quantità di chiese meno conosciute. Alcune sono locate in posizioni non molto distanti dal centro storico, altre invece più lontane dall’assalto turistico ma non per questo meno belle o “secondarie”.
Abbiamo quindi deciso di darvi una guida indispensabile di Milano, (di cui questa è la prima prima puntata) per fare un viaggio tra le chiese meno conosciute del capoluogo meneghino, alla scoperta di alcuni edifici religiosi altrettanto affascinanti e facilmente raggiungibili dal centro storico.
continuando il nostro viaggio tra le chiese di Milano e camminando per Via Torino è quasi impossibile non notare questa imponente chiesa ergersi verso il cielo in un “moto circolare”. Proprio così: il Civico Tempio di San Sebastiano è una rara chiesa a pianta centrale e per giunta circolare. Niente navate, quindi, ma solo un grande “atrio” ampio abbastanza da contenere le sedie per i fedeli e un piccolo altare che occupa la parte mediana dell’edificio (come da norma). Il luogo di culto è inoltre definito “civico” perché è posto sotto la tutela del Comune di Milano.
La costruzione del tempietto cominciò verso la fine del Cinquecento, quando Milano fu pervasa da una feroce ondata di peste, in seguito alla quale iniziò a diffondersi il culto di San Sebastiano: infatti, secondo i cittadini, il santo martire pose la città sotto la diffusione del morbo come a punirne i peccati. L’arcivescovo Carlo Borromeo incaricò l’architetto Pellegrino Tibaldi della realizzazione di una chiesa che non fosse a pianta longitudinale; l’edificio fu quindi ultimato e ricoperto con una cupola nel 1617, realizzata da Fabio Mangone (l’architetto che proseguì i lavori iniziati da Tibaldi tra il 1576-77, dopo la morte di quest’ultimo).
Nonostante sia collocata in Via Torino, una delle principali vie della moda e, quindi, del turismo a Milano, il Civico Tempio non attira le stesse file chilometriche della più maestosa cattedrale metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria di Piazza Duomo. Ciononostante, pur confondendosi con gli edifici circostanti, resta un “unicum” che non va affatto sottovalutato: anche se la sua facciata e l’interno sono artisticamente modesti, le persone non resteranno deluse dalla capacità attrattiva che ha un posto così piccolo, eppure accogliente, come questo tempio circolare.
Cambiando zona di Milano, ci ritroviamo catapultati a Loreto, più precisamente nei pressi di Piazzale Durante. Volgendo lo sguardo verso via Casoretto, noteremo un’altra piazza, questa volta occupata non da un giardino per bimbi ma da una chiesa con la facciata in “mattoni”. L’aspetto quasi trascurato della Chiesa di Santa Maria al Casoretto non riduce la sua importanza nei confronti di altre chiese di Milano.
La condizione giuridica di questo edificio è diversa da quella del Civico Tempio di San Sebastiano: la chiesa di Piazza San Materno è un ente religioso cattolico, con annesso un oratorio e un’ex cinema sempre di proprietà della chiesa. La sua costruzione è anteriore al tempio sopra citato, si dice che risalga infatti all’ultimo quarto del XV secolo; fu sottoposta a operazioni di restauro dall’architetto e accademico italiano Ambrogio Annoni.
Per risalire al periodo rinascimentale, questa chiesa ha caratteristiche più simili a quegli edifici “romanici” in mattone – non ricoperti – che abbondavano nelle aree mancanti di materiali lapidei come la Pianura Padana. Il portale di ingresso è affiancato da due finestre a tutto sesto, poste ai suoi lati e leggermente più in alto. Salendo ancora, si può contemplare un rosone che smorza di poco le linee perfettamente geometriche e “taglienti” di questa facciata a capanna. L’interno, invece, è a tre navate spartite da colonne con capitelli. Infine, superando la piazzetta, si può scovare una piccola nicchia con una statua della Santa Vergine che dà sul retro della chiesa.
Torniamo nel centro storico, in un posto di proprietà privata. Questa volta siamo a due passi da Cordusio, più precisamente in Via Giuseppe Verdi. Qui, nel centro abitato e perfettamente integrata con gli altri edifici, abbiamo un’altro chiesa poco conosciuta pur essendo alquanto peculiare: la Chiesa di San Giuseppe è un raro esempio dello stile barocco-lombardo, divenuta un modello imperante per tutto il Seicento anche al di fuori dell’Italia.
La costruzione fu affidata a Francesco Maria Richini; le decorazioni della facciata furono eseguite più tardi da Luigi Scorzini e Francesco Somaini. La Chiesa presenta una pianta ottagonale e ha una curiosa facciata “divisibile” in due parti: la metà inferiore comprende il portone e due nicchie ad esso laterali, con le rispettive statue ottocentesce, mentre la metà superiore è caratterizzata da un finestrone quadrangolare con decorazioni elaborate e la presenza di piccole colonnine in rilievo.
Anche in questo la pianta è centrale come per il Civico Tempio, tuttavia la Chiesa di San Giuseppe può vantare la presenza – in una delle cappelle laterali – un altare decorato con la “Morte di San Giuseppe”, opera del pittore esponente del barocco Giulio Cesare Procaccini (a cui Milano ha dedicato giustamente una via del traffico cittadino).
Nell’attesa della seconda parte, ci auguriamo che questo viaggio tra le chiese meno conosciute del capoluogo meneghino possa essere uno spunto per una passeggiata alla scoperta di luoghi di Milano meno mainstream.
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